- Allora, che mi racconti?- gli chiedo
- Beh, da dove cominciare? I nostri genitori hanno avuto una promozione che ci ha trascinati qui. Io e Lexa non eravamo molto felici della cosa ma quando abbiamo scoperto che anche te eri qua, siamo impazziti dalla gioia. Te invece? Conosciuto qualcuno? Dove sei stata?-
- Beh...ecco...Ho girato tutto il nord ma poi ho deciso di fermarmi e di iniziare una nuova vita. Ho iniziato il college e ho due nuovi amici: Violet e Artemis.-
- Harley, sai vero che ti stanno ancora cercando?- mi chiede preoccupato.
- Si, lo so. La cosa che non capisco è: perché non si arrendono? Perché voler uccidere anche me?-
- Non lo so Iri. So solo che ti stanno ancora cercando e che il loro obiettivo non è cambiato. Devi scappare Harley, sul serio. Almeno cambiare nome!- mi dice esasperato.
- No. Non scapperò un'altra volta come un coniglio! Per colpa loro sono finita in un orribile orfanotrofio! Per colpa loro ho perso la mia famiglia e la mia infanzia! Non lascerò che mi portino via di nuovo la mia vita, non dopo tutto quello che ho passato. E certamente non cambierò il mio nome.- gli dico rabbiosamente.
Non ne posso più di questa situazione, davvero. E so che anche lui è arrivato al limite.
- Ti prego Iri! Non è uno scherzo e dovresti saperlo bene! Non si sono fatti problemi a bruciare casa tua dodici anni fa! Ti prego almeno sii prudente Iri.- mi dice con le lacrime agli occhi.
A quella vista, mi butto su di lui e lo stringo forte. So che è preoccupato per me ma non voglio che passi la sua vita in ansia. Io e Jackson, per la stanchezza delle nostre preoccupazioni, ci addormentiamo abbracciati.
- Iri...Iri sveglia...- sento una voce chiamarmi con il mio soprannome.
Apro gli occhi lentamente e confusa. Subito incontro gli occhi verdi del mio migliore amico che mi guardano divertiti e pieni di nostalgia. Quanto mi era mancato!
- Hey J, che ore sono?-
- Sono le 7, che ne dici di venire a cena da noi? Lexa e i nostri genitori non aspettano altro che rivederti-
- Certo! Faccio una doccia veloce e sono pronta!-
Detto questo mi alzo di scatto e corro in bagno al settimo cielo. Mi spoglio velocemente ed entro in doccia aspettando in un angolo l'arrivo dell'acqua calda. Mi butto sotto il getto d'acqua e ripenso a tutti quei momenti passati con J e Lexa. Eravamo così felici...Li ho conosciuti a otto anni a scuola. La direttrice del mio orfanotrofio ci permetteva di frequentare ancora la scuola pubblica con gli altri bambini.
Flashback
Sono così felice! Finalmente potrò vedere dei nuovi bambini e fare amicizia!
( )
-Bambini, lei è Harley e sarà la vostra nuova compagna di classe. -
Le maestre qui sono così gentili, e anche i miei compagni!
(una settimana dopo)
- Lo sai che lei è orfana? Non ha più i genitori, è stata abbandonata. Dicono che fosse la figlia del Diavolo! -
- Chi te lo ha detto? - chiede un altro bambino impaurito.
- Mia mamma. Ha detto che la bambina ha dato fuoco alla casa e che sia stata abbandonata da tutti per la paura! -
( )
Ero felicissima di poter tornare ad un minimo di normalità, ma quella gioia sparì quando gli altri bambini scoprirono che ero orfana. Iniziarono a tormentarmi e a deridermi perché non avevo più qualcuno che mi volesse. I miei nonni si rifiutarono di prendermi perché pensavano che fossi soltanto un errore e oltre loro non avevo nessun altro. In quel periodo non facevo altro che piangere e isolarmi sempre di più. Un giorno però, mentre un gruppetto di bambini mi derideva, arrivarono due bambini dai capelli neri e gli occhi verdi. Pensai subito che anche loro si sarebbero uniti agli altri, ma invece si misero davanti a me come a proteggermi da quegli insulti. Mi aiutarono ad alzarmi e mi accompagnarono in bagno per darmi una sistemata. Io tremavo ancora come una foglia spaventata a morte e così loro mi abbracciarono finché non mi calmai. Da quel momento rimanemmo sempre uniti, finché un anno fa non dovetti partire contro la mia volontà. Era un giorno invernale ed era appena iniziato a nevicare. Io, J e Lexa eravamo appena usciti da scuola e avevamo deciso di andare a mangiare a casa loro. Stavamo ridendo e scherzando per la strada, quando ad un certo punto sentimmo una macchina che veniva ad alta velocità verso di noi. Facemmo a mala pena in tempo a scansarci buttandoci di lato. Una volta a terra però la macchina non era contenta e ci riprovò. Al secondo tentativo riuscì a prendere la gamba di Jackson e dovemmo portarlo subito in ospedale. Per fortuna non fu tanto grave ma mi sentii comunque responsabile per il loro dolore. Jackson dovette tenere il gesso per un mese e Lexa era diventata paranoica, così decisi di partire. Sapevo che se fossi rimasta lì, loro sarebbero stati ancora in pericolo. Ed ecco come sono arrivata qui a Toronto.
Dopo tutti questi pensieri esco finalmente dalla doccia, mi vesto e raggiungo J.
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La Pazienza Del Non Cercare
RomanceHarley Irina Watson, ragazza di 19 anni con gli occhi più freddi del ghiaccio, bassa, un carattere complesso e un passato da dimenticare. Cameron Black, ragazzo di 20 anni e all'apparenza classico puttaniere ricco e viziato. Ma loro sono veramente c...