Capitolo 14.

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Kate's POV:

Andai a scuola quel giorno, e miracolosamente non avevo avuto alcun attacco da qualche ragazzina con cui Zayn si era divertito.

Al massimo delle occhiate, ma potevo ignorarle.

Ogni volta che incrociavo Zayn in corridoio, cambiavo direzione, e saltai anche la lezione che avevamo in comune.

Stavo giocando esattamente al suo gioco, e ora la situazione sembrava essersi invertita.

Non sapevo per quanto tempo sarebbe potuta andare avanti così.

Anche se... una certa risposta vagava nella mia mente e mi ripeteva di cambiare scuola.

D'altronde, non c'era bisogno che andassi di fretta per il mio futuro.

Da sempre riuscivo a tenere la media alta, perdere un anno non sarebbe stato un problema.

Cercai di scacciare quel pensiero, in attesa che un'idea migliore fiorisse nella mia testa.

Avevo saltato l'appuntamento con la dottoressa-ti-aiuto-a-rovinarti-la-vita, semplicemente perché non avevo preso i chili. E non avevo bisogno di lei che me lo rinfacciasse.

Avevo cercato di mangiare di più, ma ero dell'idea che sarebbe stato un miglioramento graduale. Non potevo fare miracoli in poco tempo.

Il giorno seguente era il compleanno di Zayn, ed anche il fine settimana.

A lavoro mi avevano detto che avrei iniziato il turno alle 10 di sera, perché il fine settimana di pomeriggio non c'era mai nessuno. E ovviamente la serata sarebbe proceduta fino a tardi.

Ero titubante sul ritorno però. Mi spostavo sempre a piedi, o con gli autobus, ma di notte non avrei trovato autobus, e camminare a quell'ora sembrava piuttosto preoccupante. Specialmente il fine settimana. Ma magari avrei potuto chiedere un passaggio a Gina.

Sull'invito avevo letto che Zayn avrebbe svolto la sua festa a casa sua.

Ero contenta di sapere che avrei avuto la mia mente impegnata, invece di pensare a lui mentre pomiciava con gruppi di ragazze in bikini nel mese di Gennaio.

Cameron non era per niente migliorato nei miei confronti. Ogni giorno si spingeva sempre più avanti, aumentando la mia situazione di disagio.

Si era nascosto nel ripostiglio prima che arrivassi io, ed era sbucato fuori quando ero in reggiseno, provando ad indovinare la mia taglia. Gli avevo lanciato una scarpa in faccia, ma l'aveva bloccata.

Lui mi aveva detto che ero aggressiva, gli piaceva, e poi se ne era andato.

Leo mi ripeteva di ignorarlo, che è fatto così, e che è il tipico tutto fumo e niente arrosto, ma nonostante questo i miei istinti omicidi nei suoi confronti aumentavano sempre di più.

Si fece sera, e salii al piano di sopra per indossare la divisa.

Non me ne fregava niente di andare in giro in tenuta da lavoro. Ero stanca dei giochetti di Cameron. Il problema era sicuramente il freddo che avrei preso per strada.

Mi affacciai dalla finestra della mia camera e come se non mancasse altro, aveva incominciato a piovere.

Da una parte era positivo, perché avrebbe sciolto la neve che era ormai quasi ovunque. Ma dall'altra parte, toccava a me fare i conti con la pioggia ed essere obbligata a prendere un autobus.

Il silenzio nella mia casa era tanto forte da essere quasi difficile da sopportare.

Anticipavo e allungavo i miei turni al lavoro proprio per poter stare il meno possibile in quella casa che sembrava abbandonata oramai.

The Sign || What if...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora