Capitolo 6

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Quando si svegliò Sam si ritrovò nel letto della stanza dell’Hotel Mirage di Greenfield. Il sangue le pulsava nelle tempie e si sentiva frastornata. Si toccò la fronte con la mano destra, poi la porta si socchiuse ed entrò Phil con un vassoio con del cappuccino e una brioches. Si sollevò, si mise seduta e gli sorrise, ma subito dopo si ricordò di cosa era successo e il sorriso le morì sulle labbra. Ricordò tutto: la mappa, Tommy, l’uomo che aveva ucciso nel bagno e Chuck che in realtà si chiamava Phil e che era lui l’assassino dei suoi genitori. Il ragazzo appoggiò il vassoio sul comodino affianco al letto e si sedette affianco a Sam. La ragazza non lo degnò di uno sguardo, si limitò a girarsi e guardare fuori dalla finestra della camera.

«Come stai?» le chiese dolcemente.

«Bene.»

La ragazza continuava a guardare altrove e Phil si sentiva sempre più colpevole per quello che aveva fatto.

«Mi dispiace. Posso spiegarti se..»

Ma Sam lo fermò a metà frase. Sapeva quello che stava per dirle. «Non ne ho bisogno, non ho bisogno di sapere cosa successe quella sera. Ti ho perdonato per avermi mentito allora, ma ora riesco a fidarmi di te..» lo guardò negli occhi. «Mi avevi dato delle spiegazioni in quel motel, ma erano bugie. Perciò non voglio sapere niente né di te né di quella sera.»

La ragazza scese dalla parte opposta del letto, si mise la felpa e uscì dalla camera.

Phil la raggiunse e la prese per un braccio. «Non ti lascio andare un’altra volta!»

Sam si girò. «Non voglio vederti mai più!» la frase colpì Phil come uno schiaffo.

La ragazza si liberò, prese la sua borsa e uscì dalla stanza. Ma il ragazzo la raggiunse e la prese per le spalle costringendolo a guardarlo. «Guardami, guardami! Ho sbagliato! Ho sbagliato..» Sam non riusciva a distogliere lo sguardo, i suoi occhi imploravano perdono. «Sapevo che avresti reagito così e non ho avuto il coraggio di dirti la verità. Sì, sono un codardo e ho bisogno di te.»

«No..»

Phil ignorò quella risposta. «Tommy l’ha fatto apposta, vuole dividerci. Ti amo, Sam. Come non ho mai amato nessuna.. e so che anche tu provi lo stesso per me altrimenti non saresti scappata con me quella notte.» giurò a se stesso che se sarebbe riuscito a convincerla a rimanere le avrebbe detto tutta la verità questa volta senza tralasciare nessun dettaglio.

Sam abbassò lo sguardo. «Ti amo, Phil.» il ragazzo fu felice di quelle parole. «Ma se manca la fiducia che amore è?» lo guardò con gli occhi lucidi e indietreggiò, ma Phil la teneva stretta. «Lasciami.»

«No. Ho fatto una promessa, non fallirò di nuovo.»

La ragazza non capiva il senso di quella frase ma voleva andarsene. Gli tirò un calcio in pancia e Phil lasciò la presa indietreggiando piegato in due dal male. Sam estrasse la pistola dalla sua borsa e la puntò contro il ragazzo.

«Cosa fai?»

«Non seguirmi..» disse asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.

Il ragazzo abbassò lo sguardo sofferente, lo aveva colpito nel punto giusto. Non sapeva se faceva più male quel calcio o l’immagine dell’ennesima fuga della sua piccola. Sam si allontanò e tenne sotto mira Phil mentre entrava nell’ascensore fino a quando le porte non si chiusero separando definitivamente i due ragazzi.

«Perdonami.» disse Phil scivolando in ginocchio.

Rimase lì con le braccia che gli fasciavano la pancia e per la prima volta dopo la morte di Peter e Caroline pianse. Avrebbe voluto riprendersi la sua ragazza e fuggire lontano, ma ora l’aveva persa per sempre. Si asciugò le lacrime e si alzò. Prese il cellulare e chiamò il suo migliore amico.

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