Capitolo 10

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«Chi sei?»

«Sono colui che tutti credevano morto. Compresa te e Phil.»

Sam non capiva. Rimase in piedi al centro della stanza ad aspettare che l’uomo si spiegasse meglio.

Si alzò. «Sono qui per aiutarti a salvare il tuo amico.» si avvicinò alla ragazza. «Sei la copia esatta di Caroline. I tuoi occhi mostrano ciò che sei veramente. Sei astuta, altruista, forte, ma anche debole quando si tratta di chi ami. I tuoi sarebbero fieri di te.»

Quella voce la rassicurava e Sam capì chi fosse quell’uomo. «Stuart..»

Lui annuì. «Sì, ragazza.»

Ma dopo la felicità per aver incontrato il vero mentore della setta il suo cuore si riempì di rabbia. «Perché non sei tornato? Perché non hai ucciso Kurtis?» lo accusò. «Lui è convinto che tu sia morto.. avresti potuto organizzare il suo omicidio assieme agli assassini che ti sono fedeli!»

Stuart mise le mani in avanti. «Io non sono la persona che tutti credono.» tagliò corto. «Ho fatto degli errori nella mia vita.. e quella sera ho colto la palla al balzo. Kurtis aveva ordinato a Tommy di uccidermi, ma sono fuggito e lui per paura del padre nascose la verità a tutti dicendo che io ero morto per mano sua. Quel ragazzo ha vissuto nell’angoscia che io un giorno mi potessi rifare vivo e rovinargli la vita. Ma per quanto meritasse tutto questo.. io non tornai mai più. Crederai che sono un codardo.» Stuart tornò a sedersi sulla poltrona. «So cosa ti hanno raccontato di me. Mi hanno descritto come un santo, no?»

Sam annuì e si sedette nel divano accanto alla sua poltrona.

«Quando muori tutti parlano bene di te. Ma la verità è che tutto quello che sta succedendo ora è colpa mia. Non so se lo sai. Ma i miei antenati crearono il Libro del Destino per consultarlo, non per comandare. Cercavano di capire le scelte delle persone, perché alcuni facevano del male ad altri. Erano studiosi. Ma non arrivarono a nessuna conclusione. Poi un giorno un assassino decise di andare a far visita alle poche persone che sapevano dell’esistenza di quel Libro, insieme decisero di usare quell’oggetto per portare la pace sulla terra. Istituì un’organizzazione per contrastare la violenza e il Libro poteva essere consultato solo dal mentore. Chi avrebbe avuto un futuro che danneggiava quello di altre persone sarebbe morto per mano degli assassini. Si consideravano una specie di cura per il male che stava contagiando tutti gli esseri viventi.» l’uomo aspettò qualche secondo e prese fiato. «La cosa funzionò e nel giro di tantissimi anni l’organizzazione crebbe fino a diventare quella che era tempo fa, prima di Kurtis. Impararono a controllare le persone senza l’uso del Libro e perciò lo nascosero. Negli anni molti traditori si infiltrarono e la cosa sfuggì di mano: ecco perché il mio mentore mi diede il compito di distruggere il Libro per evitare di farlo cadere nelle mani sbagliate.»

Sam vide nei suoi occhi la tristezza di chi ha fallito. «E non l’hai fatto.»

«Non l’ho fatto.. avevo trent’anni, il più giovane mentore mai esistito e il pensiero di controllare chiunque mi accecò. Nascosi il Libro e andai avanti con la mia vita, fino a quando Kurtis non venne da me minacciandomi di rivelare a tutti che avevo tradito il mio mentore. Io ci cascai.. in realtà lui non sapeva che non lo avevo distrutto, lo disse per mettermi paura.. e feci il mio secondo errore più grave.. affidai la custodia ai tuoi genitori, Sam..»

La storia da lì in poi la sapeva già, ma ascoltava comunque attenta cercando di comprendere le azioni di quell’uomo.

«Erano le uniche persone delle quali mi fidavo ciecamente, e loro non mi hanno mai tradito.. neanche sotto tortura.. Quindi è colpa mia. Avrei dovuto distruggerlo quando potevo, ho messo in pericolo tutti con la mia stupida scelta.. mi dispiace..»

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