Alleanze e Confessioni

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"Ciao Trevor" sussurro io, rivolgendogli un sorriso esitante.

Sono pietrificata. Non mi aspettavo di incontrarlo così presto.

Diverse emozioni gli passano sul viso prima di indurire l'espressione.

Facendo finta di non avermi visto, mi gira intorno e fa per andarsene.

"Ehi!" lo richiamo io, risvegliandomi.

Gli afferro il braccio con l'intento di fermarlo, ma lui si libera subito come scottato dal mio tocco.

Accidenti a me, mi maledico mentalmente io. Dovevo prevederlo. Mi odia ancora e non penso passerà tanto in fretta.

Mi sto arrovellando il cervello per trovare un modo per convincerlo a restare, quando lo vedo fermarsi. Sembra come indeciso se girarsi o no.

Accenno un piccolo passo in avanti, timorosa di sbagliare. E' come se avessi un animale ferito davanti a me e devo essere cauta.

Finalmente si gira e, guardandomi diffidente, mi chiede brusco "Che vuoi?"

Sobbalzo al sentire la sua voce, anche se è acida, ha ancora un che di familiare. Dopotutto nell'anno peggiore della mia vita, lui è stato la mia casa.

Riscuotendomi dai miei pensieri, vedendo che aspetta una risposta, dico "Vorrei solo parlarti. E vorrei che mi ascoltassi"

Sbuffa e, alzando gli occhi al cielo, ribatte "Si, certo. E tu sei venuta fino a San Francisco solo per parlarmi. Voglio la verità. Non sono così scemo come credi"

"Ho bisogno di aiuto e sei l'unico che mi è venuto in mente. E non credo tu sia scemo" ammetto io sinceramente.

Pianta il suo sguardo nel mio, come a sondarmi la mente.

Sospirando, si avvicina, mi afferra il braccio bruscamente e mi tira a sé abbracciandomi.

E' un gesto inaspettato. Dopo un momento di sorpresa, ricambio la stretta.

"Sai, ho incontrato un tuo amico in questi mesi e, quando ha saputo cosa mi avevi fatto, mi ha raccontato tutta la tua storia. Mi ha fatto riflettere" mi racconta lui mentre ci stacchiamo.

Rimango in silenzio. Poi non riuscendomi a trattenere confesso "Se ti può consolare, dopo averti lasciato in mano a quei pazzi psicopatici, sono stata internata in un manicomio dove hanno fatto esperimenti su di me"

Accenna a un mezzo sorriso. Scuote la testa e, allungando la mano, dice "Facciamo che rincominciamo, ok? Non mi sono comportato bene neanche io durante la Caccia Selvaggia. Siamo pari"

Stringendo la sua mano nella mia, annuisco, dicendo "Siamo pari"

Passiamo un pomeriggio tranquillo a parlare per conoscerci meglio e aggiornarci. In effetti nell'anno passato insieme non ci siamo conosciuti così tanto anche perché io ero davvero odiosa. Scopro che è stato morso da un alfa quando aveva solamente 4 anni insieme al suo fratellino che però non ha retto la trasformazione. Io gli racconto di Paige, di come mi sono trasformata io e del perché ero in quello stato quando mi ha conosciuto.

Ha un che di liberatorio raccontare la mia storia ad una persona quasi del tutta esterna alle disavventure che mi sono capitate.

Gli spiego della situazione attuale e di come stiamo formando un esercito per combattere Mornoe.

"Riassumendo. Hai bisogno di me per combattere contro la gente della tua città che è manipolata dalla paura creata da questa creatura dal nome impronunciabile. Inoltre, c'è una novellina cacciatrice, addestrata da uno degli uomini più psicopatici del mondo, che sfrutta la situazione a suo vantaggio per eliminarvi tutti?" cerca di sintetizzare Trevor.

Emma Mccall- Ultimi IstantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora