0 - Albe e Tramonti

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Ogni giornata si tenevano due riti.
Aelius doveva far sorgere il sole e, in quel preciso istante, Aibek Ilkay doveva far tramontare la luna.
Poi, ore dopo, avveniva il contrario: era Aelius a far tramontare il sole, mentre Aibek Ilkay elevava la luna.

Ogni giornata, tutti osservavano meravigliati il sole, voltando le spalle alla luna.

Una giornata Aibek Ilkay non si presentò al rito.
"Non lo noterà nessuno, tanto nessuno mi presta mai attenzione... e, ad ogni modo, la luna sorge anche se non me ne sto come uno stoccafisso davanti a un popolo che m'ignora." si limitò a mormorare alla sua corte, che tentava a dissuaderlo dal non adempiere al suo dovere.

Se ne andò alle sponde del lago Kamaria, sul colle Hala.
Prese un sasso piatto, dal colore argenteo e si voltò, sovrapponendolo al sole, coprendone la luce. Sospirò sconsolato: "Com'è possibile che un misero sasso possa coprire la meraviglia del sole, ma qualsiasi mio sforzo anche solo per eguagliarlo sia vano?". Lanciò il sasso sull'acqua, facendolo rimbalzare un paio di volte prima di affondare.

Rimase ad osservare l'orizzonte per un po', voltando le spalle a un fratello che lo derideva, un popolo che non lo considerava e un sole che non avrebbe mai eguagliato.

Si voltò quando sentì dei passi dietro di sé.
"Perché siete qui? Non eravate stati voi a dire che sarebbe stato meglio rimanere a palazzo?" domandò vedendo la sua Corte.
"Pensavamo che sarebbe stato carino osservare la luna sorgere da un diverso punto di vista." si giustificarono sorridendo "E poi... una luna senza stelle sarebbe sola."
Si sedettero accanto a lui, anche loro a osservare la luna sorgere all'orizzonte.

Quando il sole tramontò si sentirono i soliti applausi da parte del popolo, meravigliato.
Ad applaudire la luna era la sua corte, che sorrideva sublimata da tale spettacolo.
Vedere la luna levarsi, portando con sé, come un manto, il cielo scuro e le stelle, era una meraviglia per gli occhi, meraviglia che tutti si perdevano.

"Perché nessuno mi ama? Insomma... quello che faccio non è abbastanza? Non è la mia notte bella quanto il giorno?" si chiese Aibek Ilkay tornando a palazzo, accompagnato dalla propria corte. Già poco dopo il tramonto del sole e il sorgere della luna, tutti chiudevano le imposte.

Nella sua mente era fissa l'immagine del sasso argenteo che copriva il sole.

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