Conquista

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Ansimando mi guardo intorno, trovando solo cadaveri e qualche guerriero che si aggira per il campo di battaglia. Anche lì, finalmente, è tutto finito e vi si può lasciare andare un po'. Sospiro e ordino ai miei uomini di tornare indietro, cosa che eseguono subito trascinando un po' i piedi. Sono giorni che combattiamo per le vie di Carpenedolo e, molti, sanno che è più per vendetta che per utilità. Il mio vice mi si avvicina e sussurra: "Avremmo davvero tutta questa abilità di movimento ora? Abbiamo perso molti guerrieri..."; io sospiro annuendo, ma come biasimare il nostro capo? In un giorno aveva perso il suo migliore amico e la minaccia dei guerrieri in armatura era alle porte, come ci si poteva muovere meglio?
La risposta era stata semplice per il loro capo... Spazzare via l'intero gruppo di infetti e fare in modo che gli umani popolassero la zona. Casualmente, però, il luogo scelto era vicino a quello dove abitava il gruppo in cui era morto il suo migliore amico.
Questi pensieri riempivano la mente di tutti noi, ne ero certa... Un verso di sorpresa mi coglie impreparato, alzo la testa di colpo e rimango senza fiato. Dieci carri del villaggio erano lì, e stavano facendo salire delle persone malnutrite e malaticce evidentemente prese dalle varie dispense e... erano tantissime. Decine di persone venivano esaminate contemporaneamente e ai non infetti veniva dato cibo e un posto sul carro, anche se ci avrebbero impiegato ore. Deglutendo avvistai il mio comandante che sta abbracciando e tranquillizzando una ragazza. Ai suoi piedi, legata, c'era un infetta e dietro di lei due ufficiali pronti ad attaccarla al minimo movimento sospetto. La ragazza era già pronta con il tomahawk estratto e il ragazzo aveva una piccola lama che usciva di poco dal pugno, pronta a colpire velocemente.
La ragazza abbracciata al comandante era lì, tranquilla e stava parlando. Era molto più bassa di lui e aveva lunghi capelli. Capii solo l'ultima frase che diceva "Ti servirà... fidati..." Il comandante la bloccò appena mi vide e si girò verso di me. La ragazza era silenziosa e vedo che mi osserva pensierosa. Sorrido da sotto la maschera mentre mi rivolgo al mio comandante: "Abbiamo ripulito la zona comandante. Posso chiederle come mai un infetta è lì legata e non morta?" Lo sentii chiaramente ridacchiare e avvicinarsi all'infetta iniziando a parlare. "Vedi, questa qua sarebbe morta come tutti se non fosse stato per lei..." e indica la ragazza con una mano "...questa infetta qui era la vicecomandante di un gruppo della zona e da ciò che so è stata molto più buona di tutti gli altri messi assieme. Sarebbe già un buon motivo per aiutarla a diventare sovrana di un gruppo della zona con cui convivere pacificamente". Rimasi sbalordita! Un gruppo completamente composto da infetti nostro vassallo? Queste idee solo a lui potevano venire "Inoltre mi ha dato una bella carta da giocare contro i signori del lago... lo sai che la loro classe dirigente cerca sempre di più la bellezza piuttosto che la sopravvivenza. Si sentono al sicuro dietro le loro alte mura e con le loro armi..." ma non capisco dove vuole andare a parare; i signori del lago sono arroganti e il nostro villaggio non ha mai avuto troppi contatti con loro.
Anche perché l'unico scambio finora possibile è stato delle verdure per del pesce. Prima che potessi domandare lui estrasse da una delle tasche dell'infetta un braccialetto e ne rimasi incantata. Il braccialetto era bellissimo e in pieno contrasto con i corpi morti delle persone intorno a loro. Donava quasi speranza per un futuro. Le pietre color lapislazzulo e arancione si alternavano luccicando, e in mezzo si poteva vedere un piccolo scoiattolo in ferro. Dopo poco il comandante lo rimise via interrompendo l'incanto e ricominciò a parlare: "In oggetto così ci sarebbe utile...anche solo per sollevarci il morale. Da qualche parte, lontano da qui, esiste un posto chiamato la tana del riccio che li fabbrica. Costruiscono cose così belle in un periodo così oscuro, e perciò ho deciso che cercherò un modo per mettermi in contatto con loro e procurarmi questi bracciali per dare un po' di gioia alla nostra gente". Detto questo lo vidi allontanarsi verso la ragazza, abbracciarle le spalle con un braccio e portarla verso la carrozza più vicina.
Io invece rimasi lì, a pensare; un oggetto che ora era così speciale prima molto probabilmente non lo avrebbe nemmeno calcolato. Furba la ragazzina a parlare con il comandante... doveva averci riflettuto molto prima di parlargli. Mentalmente ringraziai la giovane fanciulla per aver fatto sparire la speranza di un domani migliore.

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