Lo strano guerriero

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La katana affonda tranquillamente nella carne del mio avversario, tagliando di netto il suo braccio. Quando urla di dolore mi volto, sapendo benissimo cosa succederà tra poco. Il rumore di ossa rotte mi fa sorridere, un uomo della mia guardia personale ha appena affondato un martello nel cranio del mio nemico.
Mi guardo intorno e vedo che il gruppo nemico è stato sterminato senza troppi problemi. I feriti sono pochi e lo scontro è stato breve perciò mi soffermo un attimo a guardare una mia precedente vittima. Gli avevo tagliato la gola sfruttando un suo passo falso, purtroppo però l'ho riconosciuto... era uno dei ribelli che avevo esiliato qualche mese fa. Faccio una smorfia e mi volto osservando i volti delle vittime della nostra imboscata.
Questi luridi ribelli, dopo le loro azione deplorevoli, avevano pure il coraggio di allearsi con i suoi peggiori nemici? Loro avevano mandato a morte decine di soldati in una battaglia che non poteva essere vinta! Adesso, però, il cattivo era lui che aveva riportato l'ordine dove era stato perso. Lo avevano cacciato loro e, nonostante tutto, era tornato al potere per riscattare ciò che era rimasto e salvare il salvabile.... avevano appena iniziato a costruire delle colonie e a imporsi come gruppo dominante e ora erano tornati punto a capo a dover fare piccoli agguati agli infetti! L'anno precedente avevano preso con la forza un intero paese imponendo il gruppo che più gli piaceva e adesso... adesso cosa potevano fare? Resistere e sperare di liberare abbastanza schiavi per aumentare le loro forze così che i loro vassalli e alleati rimangano tali. 
Stringo l'impugnatura della mia katana e osservo la nera lama che pareva rispecchiare il mio umore. Sospiro e mi osservo intorno pronto a dare l'ordine di fuga quando sento un mio uomo chiamarmi. Appena arriva inizia a parlare: "Capo, un uomo sta combattendo a mani nude contro degli infetti e pare che gli tenga testa!" mi volto di scatto confuso dalle sue parole. Devo vedere con i miei occhi o non ci crederò, inoltre potrebbe risultare parecchio utile uno che combatte gli infetti a mani nude. "Portami da lui!" gli dico deciso "Mario, Daniele e Simone, seguitemi!" ordino deciso mentre inizio a correre insieme al mio guerriero.
Corriamo brevemente, per alcuni minuti e ci troviamo in un piccolo parcheggio dove mi fermo con il mio gruppetto.
Davanti a me un uomo sta combattendo davvero contro due infetti a mani nude, protetto da degli occhiali e da una benda sulla bocca.
A terra ci sono almeno altri cinque infetti incapaci di combattere. I suoi movimenti sono veloci e ogni volta che che il suo avversario lo attacca viene respinto da movimenti veloci e repentini. Si nota subito che è un'altra arte marziale rispetto a quella che insegnano al villaggio. Quando il colpo arriva loro sono abituati o a rispondere più veloci o ad afferrare il braccio per spezzarlo o per proiettare il nemico...qui invece il colpo è come se scivolasse sulle braccia parando e attaccando quasi allo stesso modo. Faccio un cenno e i miei uomini lanciano di colpo dei coltelli contro gli infetti, uccidendoli.
Il combattente si volta sorpreso e io mi avvicino piano presentandomi: "Salve, sono molto sorpreso che lei sia vivo!" muovo la testa verso gli infetti a terra, principalmente svenuti o comunque fuori combattimento.
"Sono il comandante di un nutrito gruppo di umani di questa zona e vorrei che tu ti unissi a noi..." lo sconosciuto mi guarda e lo vedo scuotere la testa: "Mi dispiace, ma no...sto viaggiando e non posso fermarmi." lo guardo sbigottito non capendo. Viaggiare? E cosa doveva cercare? Rispondo dopo alcuni secondi di silenzio: "Viaggiare? E perché dovresti viaggiare in un mondo come questo? A sud ci sono infetti e militari, a nord solo infetti...perché sprecare così il tempo quando potresti essere utile e al sicuro in un punto?"
Lui ridacchiando mi rispose: "Perché dovrei stare fermo in un punto solo? Voglio scoprire me stesso e scoprire nuove cose di questo mondo. Magari un giorno accetterò la sua proposta, ma adesso preferisco rifiutare. Non ho ancora concluso nulla..." lo osservo sempre più a bocca aperta mentre lo sento ancora parlare: "Penso che tu abbia molte responsabilità sai? Lo vedo dai tuoi guerrieri...sono ben armati e hanno colpito i miei nemici senza alcuna esitazione. Ti stanno dietro e non parlano per rispetto, ma sono tesi e pronti a saltare in avanti in ogni momento se diventassi pericoloso." Lo osservai bene e appoggiai il bordo non appuntito della katana sulla spalla e ridacchiando risposi: "Si, è vero. Ho delle responsabilità in questo momento e ora sono aumentate. Alcuni mi vedono come riferimento ma, almeno davanti a queste persone, posso dire che non mi sento un punto di riferimento... recentemente alcuni fatti hanno portato alla morte di molte persone e, se avessi usato il pugno duro all'epoca come adesso, probabimente molti di loro sarebbero vivi o quanto meno non infetti..." il guerriero mi osservò bene e poi riprese a parlare: "Potrei invidiarti per questa cosa ma non lo farò... Io non ho responsabilità e non ho nessuno anzi tendo a stare alla larga da tutti. Eppure potrei definirmi felice, perché i miei pensieri sono positivi. Molte delle persone che amo sono salve e perciò perché dovrei essere triste? Sai, una volta quando ancora c'erano le università studiai uno che disse 《La felicità dipende dalla qualità dei tuoi pensieri》. Era un imperatore romano, Marco Aurelio." ridacchiai piano e lo osservai: "Vero. Ma un altro imperatore, in punto di morte, disse 《Se la recita vi è piaciuta applaudite》era Ottaviano Augusto.
Primo imperatore di Roma. Direi che questa frase mi rappresenta di più, una recita continua che mi rende forte per mascherare la paura".
Il guerriero mi osservò ancora, piu a fondo, poi si girò: "Ognuno segue le sue idee, le sue passioni e i suoi bisogni. Forse tu hai bisogno di questa maschera, forse no...chissà! Spero che ci rivedremo!" Detto questo iniziò a correre via. Sorrisi e scossi la testa riponendo la katana nel fodero: "Andiamocene!" dissi semplicemente e iniziai a correre seguito dai miei uomini.

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