Capitolo 11

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Onestamente leggendo quel messaggio non ero più in me. È come se per un secondo avessi smesso di respirare, le mie mani tremavano e sulla mia pelle passò un brivido che raggiunse delicatamente la schiena facendomi sobbalzare.

Avvicinai il foglietto al viso. Cosa voleva da me ora Lou? Cosa voleva fare?

La mia mente era sovrastata da milioni di idee, stavo andando in panico e non sapevo cosa fare.

Nessuno rispondeva al telefono, nemmeno Niall. Andai in bagno e mi iniziai a lavare quando una cameriera bussò alla porta.

"Salve signor Styles, questa è la colazione."
"Ma io non ho ordinato nulla, ci deve essere un errore..." dissi confuso.
"Oh, strano perché questo biglietto dice proprio 'stanza 15' ed è la sua."
"Ok, allora lasci pure qui."

C'erano biscotti di ogni tipo, brioche e caramelle e affianco alla cioccolata c'era una busta da lettere con accanto la lavanda.

Lo aprì e dentro c'erano scritte solo poche righe: 'Non vorrei che per l'ansia saltassi la colazione, quindi te l'ho fatta recapitare in camera...'

Lou, era proprio lui. Non ancora capivo i suoi strani modi di fare, era da tempo che non ci sentivamo e lui si comportava come se non ci fosse stata quella pausa.

Ho imparato che nella vita esistono due tipi di persone: la rosa e l'usignolo.

Si narra che l'usignolo amasse così tanto la rosa da abbracciarla così forte, che le spine trafigessero il suo cuore.

E poveri noi usignoli in questo mondo, feriti da troppe rose, o forse solo da una da cui non sappiamo staccarci.

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Il pomeriggio passò in fretta, mi addormentai e mi svegliai alle 23. Era tardi, tra un' ora da lì a poco sarei dovuto andare al bar, per vedere Louis.

Misi una camicia, pettinai i capelli e misi un pantalone. Ero davvero molto nervoso e mi tremavano le gambe, non sapevo cosa avremmo fatto e cosa sarebbe successo.

Guardai l'orologio, 23:50. Mi specchiai un'ultima volta e mi vennero in mente tutte le volte in cui in passato lo facevo e non mi riconoscevo, vedevo solo un ragazzo distrutto da un amore ormai finito. Tutto intorno a me sembrava un incubo e non ero più in me.

Ora che mi specchio vedo un ragazzo più sicuro di sé, ma nei suoi occhi noto sempre quell'eterna malinconia.

Uscì e mentre camminavo verso il bar il mio cuore batteva forte. Entrai, guardai di nuovo l'orologio: mezzanotte precisa.

Di Louis nemmeno l'ombra, ma di colpo sentì due mani fredde coprirmi gli occhi. Mi appoggiai al suo petto ed il mio cuore fece una capovolta, per la prima volta dopo tanto tempo ero di nuovo tra le sue braccia e mi sentivo bene, come non lo ero mai stato sa tempo.

"Lou" sussurrai io mentre ci abbracciavamo.
"Harry, non perdiamo tempo usciamo fuori abbiamo una fantastica notte da vivere insieme. È dicembre e nevica, dai andiamo al parco!"

Non capivo tutto questo entusiasmo ma lo seguii.

"Spiegami meglio, non sto capendo..." dissi mentre mi trascinava correndo tenendomi la mano.

"Devo dirti due cose: ho lasciato Eleonor la settimana scorsa e voglio che questa sia la notte più bella della nostra vita... mi sei mancato." ero estasiato dall'idea e feci solo un cenno con il capo.

Arrivammo al parco e Lou inizio a prendere la neve e lanciarmela. Facemmo una delle battaglie di neve più belle della mia vita, o forse con la persona più bella che avessi visto nella mia vita.

Saudade//Larry StylsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora