Cola il succo di fico sulle pagine gialle del libro. Una goccia magenta. Un'altra poco affianco. Che bel contrasto che fa con i colori del libro. Mi dolono le mani per le spine che non sono riuscita a togliere e che ora mi pizzicano. È una poesia di Baudlaire la pagina in rosso. Una passante. Non era forse come ti eri introdotta tu nella mia vita? Oh, mio bastardo amore.
Non mi sono fatta sentire per qualche tempo dopo, mi limitavo ad alzare la cornetta quando chiamavi e rispondere a monosillabi sfruttando la scusa del malessere, che fosse per come mi aveva lasciata spossata quel giorno o come le realizzazioni di quella notte mi avessero sorpreso non ha importanza. Quasi una settimana dopo mi hai invitato a uno di quelli che più avanti avrei amato chiamare pre-appuntamenti. Nulla di nuovo. Io, te, due tazze e due piattini con un dolce. Il locale-libreria in cui andavamo odorava di caffè, spezie e libri vecchi, com'era da aspettarsi. Ricordo perfettamente cosa ordinavi un cappuccino con tantissimo latte e poco caffè oppure un tea ai frutti di bosco, dipendeva dal tuo labile umore, non prendevi mai il caffè da solo, il suo gusto troppo forte e amaro ti faceva storcere dolcemente il naso; come dolce prendevi sempre un muffin al cioccolato ché lo amavi così tanto con quel cuore morbido all'interno. Chissà se vedevi il mio cuore morbido, un luogo perfetto dove poggiarsi e piantare radici.
Quando abbiamo cominciato a piacerci? Forse proprio durante quel pre-appuntamento avevamo conciato a tirar fuori un certo interesse l'una per l'altra. Mi avevi letto una dei tuoi passi preferiti di un qualche libro, e ne ero rimasta estasiata, mi ero immaginata che quei passi fossero per me, che me li stessi dedicando. Era già così? Sulla via per tornare a casa avevo intrecciato le nostre mani, era praticamente inverno e le sentivo spaccarsi per l'aria gelida, ma non mi importava, volevo sentire quel calore al petto. Amavo stringere le tue mani, erano così morbide e lisce, era una sensazione che ho amato tantissimo. E ora? Ora stringo l'aria attorno a me.
Sai, qui adesso sto male, Tae e Gguk fanno di tutto per farmi respirare, vivere. A volte temo di essere un terribile peso per loro, poi Tae mi rassicura, mi dice che mi vuole talmente bene che non mi lascerebbe affogare neanche se gli puntassero una pistola alla tempia, lo stesso mi dice Gguk me lo dicono nei giorni in cui ci sediamo intorno al tavolo scuro del nostro appartamento e beviamo il tea, sempre cannella, arancia con due cucchiai di miele. E tu? Tu mi avresti lasciato affogare se ti avessero puntato quella pistola alla tempia? Tempo fa avrei risposto di no che mi amavi talmente tanto da non poterci neanche pensare, ora mi accorgo che te sei l'acqua.
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ー𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚;; ʲᵉⁿˡⁱˢᵃ
FanfictionVoglio ancora il dolore che mi porti, se posso avere ancora per un attimo te. angst