Capitolo 3

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Ed eccomi qui, in macchina con i miei genitori e la zia, pronta ad andare in una scuola di maghi.

Ah.

Alla fine ieri ho contattato la mia migliore amica Marta per dirle che i miei mi hanno trasferita in un college britannico. Non parlo neanche l'inglese per dire. Si è arrabbiata, ma non posso raccontarle la verità. Stessa cosa ho detto al resto dei miei amici, anche loro ci sono rimasti male.

E anche io.

Sto per cambiare totalmente la mia vita e onestamente ho paura. Paura di quello che avevo visto e provato nella doccia, paura perché tutto ciò in cui ho creduto; nella razionalità e nella scienza, era falso, tutto creato dai babbani. Ed infine provo paura perché ho una voce nella mia testa che mi suggerisce di non fidarmi di nessuno; neanche dei miei stessi genitori, della mia stessa famiglia, e questa cosa è straziante. Insomma mi hanno procreata loro e cresciuto più o meno loro, insieme a Zia Marghe. Alzo lo sguardo e la squadro, ora sta guardando il cellulare e ha l'aria concentrata, mi sento quasi in colpa per averle dato della pazza bisbetica per tutti questi anni.

Povera donna.

Non che lei cercasse di collaborare eh.

-Ma' io non so manco parlare l'inglese, cioè che dico a loro? Hello the cat is on the table?- a Zia Marghe e a mio padre sfugge una risatina.

-No, amore userò un incantesimo per fartelo parlare.- mia madre si gira leggermente verso di me mentre tiene lo sguardo sulla strada.

-Ovviamente.- dico con aria arrogante, poi mi viene in mente una cosa -Ieri, quando siete apparsi, non avete usato la porta come-

-Ci siamo smaterializzati.- mi interrompe mio padre, ed io annuisco un po' confusa.

-Allora perché non ci smaterializziamo e facciamo prima?-

-Dobbiamo arrivare alla passaporta, una sorta di portale che ci porterà direttamente alla scuola.- mia madre si gira leggermente verso di me.

Giusto, un portale.
Rido.

Dopo una quindicina di minuti arriviamo in un luogo desolato, in cui l'unico oggetto presente è un secchio. Mi metto a camminare quando mio padre mi sprona a correre insieme a loro per raggiungere il centro del campo. Credo che il portale sia il secchiello. Metto la mia mano sul secchio come tutti loro e papà appesantito dai miei bagagli mi urla di stare attenta e di non lasciare il secchio. All'improvviso tutto intorno a noi inizia a girare ed in un attimo ci ritroviamo su un sentiero pieno di sassi; con i bagagli ed io per terra.

Mi sono sbucciata il ginocchio fantastico.

-Oh Gesù ci siamo appena smaterializzati?- chiedo ancora intontita. Mi guardo attorno e vedo solo tanti alberi altissimi. Guardo meglio e una sensazione di nodo alla gola mi si forma, sembra stranamente famigliare...è la foresta della mia doccia! cioè del flashback insomma.

-Dove siamo?- chiedo, mentre sento un bruciore sia nel ginocchio sbucciato che nella testa.
Credo di star per vomitare.

-Stiamo andando intorno alla foresta proibita, fra pochi attimi saremo ad Hogwarts.- mi risponde mio padre sorridendomi.

Tutto questo mi sembra pura immaginazione eppure è reale e mi è pure famigliare, ma non capisco il motivo.

Pochi minuti dopo mi ritrovo davanti ad un gigantesco castello e la mia bocca insieme ai miei occhi si spalanca. Il cuore inizia a battere all'impazzata e la mia ansia cresce ogni secondo di più.

Ammiro ogni pezzo di quel castello così fantastico e artistico; ogni mura, ogni colonna ed ogni torre la osservo con la bocca aperta, non mi sarei mai aspetta una cosa così, mai. Le torri sono così alte che devo alzare tantissimo la testa per riuscire a guardarle bene, a questo gesto Zia Marghe scoppia in una leggera risata e io le sorrido felice.

inutile. // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora