5. Millie

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Mi maledissi per avergli mandato quel messaggio e mi maledissi ancora di più per non essere riuscita a suicidarmi pacificamente.
Sapevo che il vero motivo per cui avevo spedito quella lettera era perché in profondità non volevo morire.

Non volevo morire perché l'avevo promesso a lei. L'avevo promesso a Sadie.

Misi il mio cappotto nero lungo fino alle ginocchia e uscì di casa.
La mia bici ormai era tutta rotta, ma se avessi provato a chiederne una nuova a mio padre avrei ricevuto solo un 'pretendi e basta' e poi venti dollari per cambiare la catena.

Era bellissima, ma era vecchia, me l'avevano regalata per i miei tredici anni, quando gli importava ancora qualcosa di me.

Arrivai al cimitero alle quattro e trenta. Ci sarebbe stato un po' buio, ma era nuvoloso e l'atmosfera era ancora abbastanza lucente.

Salutai il custode.
"Buongiorno signorina Brown, oggi hanno tolto i fiori morti dalla lapide della sua amica." disse con un sorriso di compassione.

"Mi dica che hanno tolto anche quel vaso di crisantemi orribili" dissi pregandolo con lo sguardo. Il signor Stone era un uomo di cinquant'anni, pelato ma con una folta barba.

"A quelli ci ho pensato io" mi disse facendomi l'occhiolino.
Io sorrisi ed entrai dal cancello nero e arrugginito.

Sadie non era stata cremata, quindi aveva una vera e propria lapide.
Era in marmo bianco e la sua foto sorridente era in alto a sinistra.

Mi baciai tre dita e le passai sulla foto.
Mi sedetti sul prato davanti alla lastra di marmo.

"Ciao Sad, come stai?" chiesi e aspettai, come se potesse rispondermi...

"Io sto così e così." dissi appoggiando la mia mano sul marmo.
Appoggiai la nostra foto incorniciata alla base.
"Mi manchi sempre così tanto Sad" dissi iniziando a piangere.
"Ma sto rimanendo forte per te" dissi appoggiando la fronte sulla lapide.

Il freddo a contatto con la mia pelle calda mi fece rabbrividire, ma non chiusi la giacca.

"Ho scritto una lettera a uno sconosciuto e mi ha risposto. Si chiama Finn ed è molto carino con me." dissi diventando rossa.
"In realtà è poco che ci parliamo, ma mi sembra che potrebbe nascere una bella amicizia. Lo spero..." dissi asciugandomi le lacrime.

"Ti piacerebbe, è molto carino e fa skate, sarebbe proprio il tuo tipo" dissi ridacchiando con voce rotta.

"Vorrei che fossi qui con me" dissi e poi una persona mi toccò la spalla. Scattai in piedi.
Dietro di me c'era Mitchell, il fratello maggiore di Sadie.

"Ciao Millie" disse sorridendomi triste.
"Mitch" dissi increspando le labbra "se vuoi restare tu io adesso me ne vado" dissi schiarendomi la voce.

"Andiamo a prendere qualcosa noi due assieme, io volevo solo portare dei dolci al signor Stone perché toglie quei crisantemi orribili ogni volta" disse sorridendo e mi scappò una risata.

Quando arrivammo alla tavola calda erano quasi le cinque e mezza.
Presi dei pancake, Mitchell si offrì di pagare. Io insistetti, ma non ci fu verso di convincerlo.

Erano buoni. Nulla di più.

Era un po' che avevo perso la passione per il cibo, mangiavo per noia.

"Millie, come va in casa?" chiese Mitchell sorseggiando il suo americano.
"Solito" dissi riempiendomi la bocca così da non dover parlare per qualche minuto. Iniziai a masticare lentamente quando Mitchell sospirò.

"Lo sai che puoi venire da noi tutte le volte che vuoi."
Ingoiai il boccone. "Senza offesa Mitch, ma non ho più molti motivi per venire da voi" 
Lui sembrò rimanerci male. Ma alla fine era vero.

"Onestamente non voglio più entrare in casa vostra. Se dovessi vedere la camera di Sadie... o la tua..." dissi l'ultima parte sotto voce e lui sembrò non sentirla.

"Ma di certo non puoi stare in una casa dove nessuno ti vuole" disse stringendo i pugni "potresti venire da noi, trasferirti lì, stare bene, sentirti amata" 
"Mitch io apprezzo ma non ce la faccio"
"Perchè no, ci siamo tutti passati sopra. Ci manchi Millie" disse guardandomi negli occhi. I miei si riempirono di lacrime.
"Mi manchi, Millie. Manchi a me" disse prendendomi la mano. 

La tolsi come se mi fossi appena scottata. 
"No Mitchell" dissi ricacciando le lacrime indietro "non riuscivo a perdonarmi quell'errore quando lei era viva e non ci riesco nemmeno ora" lo fissai negli occhi.

"Millie ma io ti amo" disse battendo un pugno sul tavolo.
"Io no" urlai piano "te l'ho già detto Mitchell, quel capitolo è chiuso."

Mi alzai dal tavolo e lui mi prese il polso per fermarmi.
"Millie giuro che quella voce non l'ho messa in giro io" disse guardandomi con gli occhi lucidi.
"Certo, valla a raccontare a qualcun altro. Stronzo" mi liberai e corsi al cimitero dove avevo lasciato la mia bici. 

Le lacrime mi oscuravano la vista e rischiai di cadere dentro una buca.

Quando arrivai a casa mi gettai sul letto e scoppiai a piangere. Incontrare Mitchell e ricordare tutto quello che era successo quella sera faceva male. Il petto mi bruciava e il respiro mi mancava.

Il mio cellulare si illuminò.
Era Finn.

Decisi di non rispondere perché al momento non ero in vena. 

Spensi il telefono e mi addormentai dalla stanchezza del pianto. Pensavo davvero di essere morta questa volta, ma mi sbagliavo. Ero fin troppo viva.

Uh oh
Capitolo nuovo!
Spero vi piaccia
Baci❤️
_boxie🐸

letters ¡¡ fillie [IN PAUSA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora