6.Millie

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Mi svegliai con gli occhi talmente gonfi da non riuscire quasi a aprirli. Qualcuno bussò alla mia porta. 
Feci un verso come per dire avanti e le scarpette con il tacco di Delilah aprirono la porta. 

"Buongiorno Millie!" disse lei pimpante. La salutai con un cenno. "Devi svegliarti, oggi c'è scuola"

"Um, non mi sento tanto bene, posso restare a casa?"
"I signori Brown non me la perdonerebbero se lo venissero a sapere"
"Ma non lo sapranno, starò in camera tutto il giorno e in più sono via per tutta la giornata"

Sembrò pensarci su per qualche istante e poi annuì. "Ma se li senti, usi il passaggio ed entri per l'ora in cui dovresti arrivare." disse. Io annuì e lei mi lasciò da sola nella stanza.

Delilah era una donna di colore di mezz'età. Era la nostra domestica, era più la mia babysitter. Era come una madre per me. La prima volta che mi presentò la sua famiglia ero talmente emozionata che, quando mi presentò il suo bambino piccolo, nato da poco, mi misi a piangere. 
Suo marito era un avvocato e lei era la sua segretaria, ma la sua passione per i bambini l'aveva spinta a fare la domestica ed era venuta da noi quando io avevo quattordici anni. 

Delilah è stata l'unica a starmi vicino dopo la morte di Sadie. E' stata l'unica a capire come mi potessi sentire.

Presi il telefono che avevo palesemente dimenticato dalla sera prima e aprì instagram. 

Mi ero scordata del messaggio smielato che avevo scritto a Finn, ma alla fine me ne fregai. Aprì la sua chat.

comunque mi dispiace di averti tirato in mezzo a questa faccenda, forse ho sbagliato ad inviare quella lettera, ma sono felice di averti conosciuto, mi sembri simpatico e vorrei davvero che diventassimo amici.

Da quando ero così impulsiva?

anche io sono un sacco felice di averti conosciuto! 
spero davvero tanto che diventeremo amici

o mamma mia come sono stata smielata!

no dai, sei stata onesta :) 
mi ha fatto piacere

ok menomale haha
mi dispiace scriverti alle nove

figurati, sono a scuola :/

che materia?

matematica...

uh mi dispiace lol

ti lascio che sta passando a vedere i compiti e se mi becca sono morto.
ti scrivo a pranzo <3

Quel cuore fece battere il mio.
Perché ero così emozionata quando scrivevo con Finn. Probabilmente non volevo rovinare quella sembianza di amicizia che si stava creando.

Aspettare l'ora di pranzo era come una tortura. Avrò fatto in un'ora quasi cinque volte le scale, tanto che Del mi venne a chiedere che cosa non andava.
Nominare Finn non  era nemmeno un'opzione, nemmeno il più lontano dei piani di riserva. Dissi che avevo un esame importante e che ero molto ansiosa.

Corsi in camera, presi i libri e poi andai in giardino. Avevo una casa sull'albero bellissima. Mio padre aveva cercato di buttarmela giù perché diceva che non mi serviva più, ma quando vennero i giardinieri io mi accampai sotto l'albero per impedirgli di tagliare il tronco.
Lasciarono perdere.

Misi i libri nella cassetta della frutta e con corda e carrucola li tirai fino incima. Poi, salì le scale ed entrai dalla botola che vi era sotto. 
Iniziai a studiare psicologia. Mi persi nel cercare di capire l'argomento per quasi due ore tanto che quando Finn mi scrisse non me ne resi conto. 
In realtà mi accorsi che mi aveva scritto, ma siccome non gli risposi per mezz'ora decise di inviarmi una richiesta di video chiamata.

Arrossì, perché se tanto non eravamo ancora amici voleva chiamarmi. Era preoccupato? Lo stavano uccidendo?

Accettai, ma prima mi preparai qualche minuto.

"Pronto?" dissi. Che ebete. E' una videochiamata, perché dovrei dire pronto. Pensai subito e mi demoralizzai, arrossendo ancora di più.
"Ciao Millie" disse un ragazzo di colore, non l'avevo mai visto. Tirai giù la tendina, sì, proveniva dal profilo di Finn.
"Ciao, scusa ma non so chi sei" dissi confusa.
"Finn non ti ha parlato di me?" chiese sconcertato. Io scossi la testa. "Finnie! Non le hai parlato di me!" urlò il ragazzo. Una voce sottile ma decisa chiese 'a chi' e venne a controllare con chi era al telefono il ragazzo. 
Una testa riccioluta spuntò all'improvviso e le lentiggini sulle guance scomparvero nel rossore. Era Finn.

"Millie" disse con un mezzo sorriso.
"Ciao" lo salutai imbarazzata.

"Pronto! Finnie! Non le hai parlato di me" fece finta di piagnucolare . Io risi.
"Dai Cal, smettila" disse lui dandogli uno schiaffetto in testa "Lui è Caleb, il mio migliore amico, ancora per poco" e sorrise. Il suo sorriso era bellissimo, la sua voce, ancora di più.

"E' grazie a me se ti ha risposto" disse Caleb quando Finn si sedette accanto a lui.
"Oh, quindi tu sai la storia" dissi neutrale, perché era così, ero neutrale.
"Non ha letto la lettera originaria, quella la tengo per me" disse Finn preoccupato.
Tutto quello che arrivò alle mie orecchie era quella la tengo per me.
"Sì sì, non ti preoccupare, non mi da fastidio" dissi sorridendo.

"Millie, ma sei inglese?" chiese Caleb, se non avevo capito male.
Io annuì.
"Ma non vivi in Connecticut?" chiese nuovamente. Stavo per rispondere quando un ragazzo dietro disse: "Ma sei coglione? Si sarà trasferita lì dall'Inghilterra" quel ragazzo aveva la zeppola.
Io risi "Ma in quanti siete?" 

"Oh sì giusto" disse Finn con un gran sorriso "Ti presento. Allora ragazzi, lei è Millie. Millie loro sono: Gaten" puntò al ragazzo con la zeppola che aveva preso in giro Caleb "Iris" una ragazza bionda con degli enormi occhi verdi "Noah" disse puntando verso un ragazzo con un grande ciuffo marrone e vestito di tutto punto "e Caleb lo conosci" concluse e tornò a sedersi.

"Ciao a tutti" dissi con un sorriso "vabbè Finn, ti lascio stare, non voglio rubarti altro tempo con i tuoi amici" dissi sorridendogli.
"Va bene, ah Millie, aspetta" disse e vidi che si incamminò, probabilmente per allontanarsi dagli altri. Si vergognava di me?

"Senti, come stai? Non volevo che magari ti sentissi in imbarazzo a parlarne lì davanti a tutti, visto che ti ha già dato fastidio la faccenda di Caleb" disse imbarazzato e iniziò a giocherellare con un ricciolo corvino.
"Non mi ha dato fastidio, ci sta che tu ti sia confrontato con dei tuoi amici" dissi sorridendo "comunque sto bene, grazie" e arrossì un po'.

"Ok, bene" disse e poi una forte campanella suonò "senti, mi ha fatto piacere sentirti. Ci sentiamo stasera?" chiese. Io annuì e prima di attaccare mi disse "intendo in videochiamata" e ridacchiò.
"Oh, va bene" dissi ridendo.
Lui mi salutò e attaccammo in contemporanea.

Uuuh
Ah non ho messo un pezzo di chat tra di loro perché non aveva senso aggiungerla, però comunque la videochiamata seguente la faranno su facetime quindi si sono scambiati i numeri di telefono.
Spero che vi sia piaciuto.

_boxie🐸❤️

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