1. Millie

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Corsi in camera.
Finalmente al riparo da quell'uomo ignorante che mi sfiorava la coscia con le sue dita ruvide, alla cena di famiglia.
Avevo provato a dire a mia madre che quell'amico di papà mi trattava come spazzatura e lei aveva risposto che mi trattava così solo perché mi mettevo abiti eleganti troppo corti.

Così mi sono messa una gonna più corta del solito, che arrivava a metà coscia. Ma forse non è stata una buona idea, appena entrato ha posato lo sguardo sulle mie cosce. 

Grazie a Dio se ne sarebbero andati tra poco.
Scoprì le mie cosce, le guardai.

Erano piene di tagli.
Lo facevo perché mi piaceva vedere il dolore fisico. O almeno,perché così avevo qualcosa per cui disperarmi, siccome tutti dicono che il dolore psicologico non esiste.

La fede di quel coglione aveva aperto il taglio di questa mattina. Quindi un rivolo di sangue, ormai essiccato, andava verso il mio interno coscia.

Ci passai il dito sopra e, aiutandomi con una lacrima che cadde dal mio occhio, lo resi nuovamente liquido.

Una lacrima dopo l'altra scorrevano sulle mie gote arrossate per lo sforzo.

Mi alzai di scatto e mi addetti sulla scrivania.
Presi una penna e inizia a scrivere.

Mi firmai Mills.
Era l'unico nome che non mi faceva venire ribrezzo.
Era l'unico che non usava nessuno.

Solo lei, solo Sadie.

Sadie era la mia migliore amica, non abbiamo litigato, solo che lei non c'è più.

O almeno, il suo corpo è seppellito nel cimitero di Westport, Connecticut, dove vivevo io. Ma la sua anima d'amica gentile era volata tra le nuvole.

Senza di lei al mio fianco non avevo più nessuno a cui aggrapparmi e allora perché non andarla a trovare prima del previsto?

Finì di chiudere la busta grigia e ci scrissi sopra un indirizzo a caso.
La città prescelta fu Detroit in Michigan.

Scrissi come destinatario per il membro più giovane (o che si avvicina di più all'adolescenza) della vostra famiglia.

Poi chiusi la penna spingendo sul bottoncino al di sopra e mi stesi sul letto lasciando la lettera sulla scrivania.

Il giorno dopo mi svegliai neutra. Non triste come al solito, anzi quasi ansiosa.
Mi vestì, presi il mio zaino e corsi in cucina.
Un pezzo di pizza avanzato da ieri sera giaceva su un piattino, lo presi, gli diedi un morso e poi uscì di casa.

Saltai in sella alla mia bici e in meno di dieci minuti raggiunsi l'ufficio postale.

Mi ero accordata con Johanna, madre adottiva di Sadie, di farmi avere una cassetta nell'ufficio in caso quello squilibrato a cui avreei mandato la lettera volesse rispondermi.

Era davvero una buona idea farlo?
Voglio dire, per davvero?

Stavo davvero per inviare una lettera ad uno sconosciuto dove chiedo disperata attenzione?

Ci stavo ancora pensando quando il mio corpo agì per sé.

Buttai la lettera nella cassettona blu sul marciapiedi.

E non la rivisi mai più.

AAA
ciao ragazziii.
Sono così felice di pubblicare il primo capitolo di questa nuova storiaaa.

Ci sto lavorando da un po'.
Sappiate che ci saranno dei temi un po' forti, quindi i lettori più sensibili possono saltare le parti più dettagliate. Le indicherò comunque, così non vi perdete tutta la storia ma solo dei pezzettini.

Bene amici.
Spero che vi piaccia
Sono super emozionata. Aaah

Bene ok.
Baci🤍🤍

_boxie🐸

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