Lui

6.7K 249 25
                                    

E non me ne resi conto ma quello che avevo di fronte, era lui, il conte Bieber.

-Questa è la detenuta che dovrà svolgere i lavori per ripagare i reati che ha compiuto- disse con disprezzo il poliziotto alla mia destra.

Il ragazzo era appoggiato alla sua scrivania con le braccia incrociate, mentre io mi trovavo con i polsi ammanettati e al mio fianco c'erano due maledettissimi poliziotti.

Mi squadrò da capo a piedi, continuando a mantenere un'espressione rigida e priva di emozioni.

Aveva uno sguardo penetrante, come se attraverso di esso avesse potuto leggere il pensiero di ogni persona.

I suoi occhi avevano un colore che andava sul marrone chiaro, in pratica avrei potuto definirli normali, comuni, come altri tanti occhi marroni. Però non era così; i suoi erano diversi... diversi dal comune.

I suoi capelli avevano la stessa tonalità dei suoi occhi e i lineamenti del suo viso erano ben definiti.

Indossava un abito nero che, secondo me, rispecchiava alla perfezione la sua immagine.

Al polso aveva un orologio dorato ed era in bella vista. In fondo era ricco, cosa ci si poteva aspettare da lui?

Forse trattenni troppo a lungo lo sguardo sull'orologio, perchè scosse il braccio, riportando la mia attenzione su di lui.

-A quanto pare, abbiamo qualcuno che si interessa a cose di valore- sentii per la prima volta la sua voce profonda. Lo guardai con rabbia.

Era vero che quell'orologio m'interessava, ma non volevo di certo rubarglielo.

-Quell'oggetto non ha più alcun valore, se viene indossato da teste di cazzo come te- risposi con orgoglio, ma finii presto di rallegrarmene, quando i due poliziotti mi scossero con violenza.

-Non mi toccate- li minacciai dimenandomi.

Notai un ghigno sul volto del bastardo, si divertiva a vedermi in difficoltà.

-Perfetto, ho un sacco di lavoretti in programma per lei- disse rivolgendosi ai due, ignorandomi completamente.

Dopo le sue parole fui scortata via da quella stanza.

In quel preciso momento mi trovavo nella residenza privata dei Bieber.

Un'enorme, vasta e ricca famiglia che possedeva molte proprietà.

Era la più potente del nostro paese ma anche la più spietata, secondo alcuni.

Mentre i due poliziotti mi stavano trascinando chissà dove, ebbi il tempo di ammirare le varie meraviglie di quel palazzo.

Sulle pareti c'erano affreschi di ogni genere e il corridoio era accompagnato da una fila di colonne con varie decorazioni incise su di esse.

Il pavimento sembrava fatto di marmo bianco: così lucido e pulito che quasi ci si poteva specchiare.

Ci fermammo di fronte ad una porta.
Uno dei due poliziotti l'aprì e mi spinse "delicatamente" nella stanza.

-Brutti stronzi- feci in tempo a sbottare.
-Sta zitta. Ci hanno dato ordine di lasciarti qui, e preparati, perchè da oggi in poi lavorerai per il conte- aggiunsero prima di andarsene e chiudere la porta a chiave.

-Vaffanculo- gridai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.

Mi stavano trattando peggio di un animale.

Cercai di calmarmi e mi guardai intorno.

Quella stanza era abbastanza grande; un'enorme finestra permetteva ai raggi di entrare e di illuminare tutto.

My Master ||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora