Lo vedrai, Luce

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6.32 a.m

Fiato corto, il cuore che batte a mille. Questo mi fa sentire viva, da sempre. Può sembrare una cosa strana, ma per me correre con lo skateboard mi rende libera. Quando mi infilo le mie nike bianche e nere sportive so che posso fare veramente di tutto, anche dichiararmi alla mia crush, se capita. E anche andare a sbattere contro uno dei ragazzi più carini di Los Angeles. M💩. Proprio oggi che ho fatto il giro più lungo, e sono tre volte più sudata del solito?! Ma perché la sorte ce l'ha con me da quando sono nata?! Mi appoggio le cuffie grandi verde acqua, anzi, peppermint, wireless sulle spalle e spengo la musica nel mio cellulare. Quando corro con lo skateboard ascolto sempre i Why Don't We, mi danno forza. Quando alzo gli occhi dallo schermo del mio telefono incontro i suoi, di un chiaro azzurro, quasi indistinguibile in contrasto agli scuri capelli castani. (*prima che si facesse biondo*). 

Distolgo gli occhi per non iniziare a piangere, sorridere e arrossire insieme, nello stesso momento. Piangere? Sì, perché sono quasi identici a quelli di mio fratello, Thomas, morto in un incidente insieme alla sua fidanzata, Rachel, due anni fa. Sorridere? Per quanto sia divertente e comico questo incontro, alquanto imbarazzante. Arrossire? Per la mia stramaledetta timidezza in queste situazioni che, come suo solito, senza un secondo di ritardo, si presenta al suo massimo splendore. 

"Ehi. Tutto ok? Ti sei fatta male?" mi chiede dopo essersi rialzato e avermi porto la mano per aiutarmi a rialzarmi, dato che ho le ginocchia leggermente graffiate e il mio skate è finito per andare addosso ad un palo tre metri più in là. Almeno non sembra essersi rotto. 

"Sisi, tutto ok. Solo qualche graffio e lo skate sbalzato tre metri più in là, ma niente di che." gli dico, ma ovviamente i miei occhi non tardano a tradirmi, mostrando tutt'altra emozione che la serenità. 

"Sicura? E allora perché piangi?" mi chiede, accennando con lo sguardo agli involontari lacrimoni che scendono indisturbati dalle mie guance, causati dall'obbligatorio scambio di parole di cortesia che porta con sé il contatto visivo con la persona con cui si parla. Lo so, è complicato da spiegare così, e c'è una soluzione più semplice: il dover incrociare per forza quegli occhi azzurri che mi scrutano dall'alto in basso da un lasso di tempo indefinito tra i 5 minuti e l'infinito.

"Sicura, non è niente..." dico, ma nel tono della mia voce lo capisce anche un completo sconosciuto che sono tutte bugie quelle che sto dicendo, tutte menzogne per evitare la dolorosa verità.

"Non ti credo. Scusami, Sconosciuta, non mi riesce di crederti. Assomigli a mia sorella Anna dopo un litigio con il suo ragazzo. E comunque io sono Daniel. Daniel Seavey." dice lui.

"Beh, mi dispiace, Daniel, ma non è una cosa che si può spiegare al primo ragazzo che passa." gli dico, sulla difensiva.

"Capisco... vieni con me." dice.

"Scusami?! E dove?" gli chiedo, abbastanza irritata dal suo tono autoritario.

"Lo vedrai, Luce." dice. E lì mi colpisce sul punto vivo: era come mi chiamava mio fratello, prendendo ispirazione da Fallen by Lauren Kate, il mio libro/film preferito.

"Come fai a sapere il mio soprannome?!" gli chiedo, rabbiosa e triste. 

"Ti ho riconosciuta dal servizio sul funerale nel giornale locale. Sei la sorella di Thomas Preston, vero?" mi chiede.

"S-sì. Luce, o meglio, Lucinda, Preston." La sorella di Thomas, ecco chi sono. Mai niente di più, mai niente di meno. La sorella di Thomas. A tratti perfino chi mi conosceva si scordava il mio nome.

Mentre parlavamo, ci eravamo incamminati lungo il marciapiede e io avevo recuperato il mio skateboard. Mi portò al memoriale, nel punto dell'impatto con il camion dell'autista ubriaco. 

"Era a lui che pensavi, quando mi hai guardato prima, non è vero? Eravamo molto simili, è vero. Era un mio grande amico, e ti voleva molto bene, mi parlava spesso di te." mi dice.

"Sì, scusami tanto se il primo incontro è stato un po' così, ma non posso farci niente. Pensavo di avere davanti a me il mio fratellone, TK, vivo." dissi, e scoppiai a piangere lì, davanti al lampione ammaccato con la targa commemorativo di TK e Rachel. 

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Spazio Autrice:

che ne pensate? Non so voi, ma io mi sono messa a piangere mentre la trascrivevo. Vi voglio bene e scrivetemi i vostri pareri qui sotto, e soprattutto commentate, voglio vedere le vostre reazioni.

- Lizzy

A Bet For Love ~ Una Scommessa per Amore - D.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora