"Il caso Preston, Lucinda è un caso perso."

47 9 16
                                    

Non so quanto tempo sia passato da quando mi sono accasciata piangendo sulla panchina accano al Memoriale di mio fratello e di Rachel, ma so che ho pianto tutto il tempo, di questo sono certa, e mi ha liberato un po' del peso del doloroso ricordo di mio fratello Thomas. So solo che mi sono svegliata per colpa di un incubo e mi sono ritrovata un Daniel addormentato sulla mia spalla. 

Nell'incubo rivedevo il servizio fatto sul giornale locale, ma dal vivo, con TK e Rachel schiacciati addosso al cruscotto dell'auto di mio fratello e tutto il resto. L'uomo ubriaco nel camion stava sdraiato  per metà sul sedile del suo mezzo e per metà era incastrato nell'auto di mio fratello. Vetri ovunque, sangue che colava sulla tappezzeria nero-argentea della macchina di mio fratello e finiva sui tappetini che ne ornavano il pavimento. TK aveva un taglio profondo rosso vermiglio che partiva dalla metà della tempia destra e gli marcava quasi tutta la guancia, diverse ferite di vetri infranti nel torace gli avevano lacerato i vestiti impregnati ora di sangue, e un altro taglio leggermente meno profondo di quello sulla tempia gli deturpava la fronte  causa del colpo dell'impatto sul cruscotto. Rachel non era messa megio di lui, purtroppo. Aveva diversi tagli profondi sulle braccia e sulle gambe, ma anche sul torace i vetri le avevano tagliato i tessuti dei vestiti e causato delle ferite più o meno profonde da cui sangue dal rosso al vermiglio usciva a fiotti bagnando ogni cosa sulla sua strada. Se questo non fosse bastato, aveva una macchia rosso fuoco tendente anch'essa al vermiglio nel mezzo della fronte, che le faceva colare sangue su tutto il viso e sul collo di lei. Vedevo gli ispettori di polizia arrivati sul posto analizzare il tutto, e avrei voluto gridar loro di salvarli, e lo feci, ma era come gridassi al vento, non potevano sentirmi. Non poteva sentirmi nessuno. Ero sola, nel mio unico e personale angolo d'Inferno. E a questo punto mi sono svegliata. 

Sento Daniel girarsi e sbattere la testa contro lo schienale della panchina e svegliarsi controvoglia e di colpo con un gran mal di testa. Non mi è riuscito di trattenermi dal ridere alla faccia inebetita, spaesata e confusa di lui a quel risveglio un po inusuale, e lui se n'è accorto. Dapprima sembrava arrabbiato, poi siamo finiti col metterci a ridere entrambi. Ad un certo punto gli squilla il telefono.

X: Dove sei?! Le prove della band sono iniziate da mezz'ora!

Daniel: Lo so, Jonah, ho avuto un contrattempo...

Jonah: Del tipo?!

Daniel: La sorella di Preston, Luce.

Jonah: Capisco...

Daniel: Arrivo tra poco Jo, dammi un attimo.

Jonah: Ti raggiungo io lì tra dieci minuti, non mi fido del tuo Arrivo tra poco, è affidabile come un: "Non ho mangiato io la torta" di Jack, e cioè meno di zero. E comunque, dove sei?

Daniel: Memoriale dell'incidente del 22 agosto 2017, sulla panchina accanto al lampione con la targa. Tra la 15esima e la 31esima (perdonatemi le indicazioni stradali sono sparate puramente a caso)

Jonah: Ok, a tra poco.

E ha chiuso la chiamata.

"Chi era?" gli chiedo.

"Jonah, un mio compagno di band, sai, i Why Don't We?" dice.

"Sì, vi conosco sì, Thomas mi obbligava a venire ad ogni vostro concerto, era più un limelight lui di me! Ma alla fine portava anche la sua ragazza e diventavo la terza incomoda ad un concerto di musica che non amavo particolarmente. Ma col tempo ho iniziato ad amarvi come ogni altra fan limelight che si rispetti, obbligata dalle circostanze..." dico, vergognandomi un po' di cosa avevo appena detto.

"Davvero non ti piacevamo?!" Daniel sembrava sorpreso.

"E allora, a furia di essere obbligata a venire, sei diventata una fan...capisco." dice.

"Non avevo niente contro di voi, ma proprio era la situazione in cui mi trovavo che non mi faceva appassionare a niente." dico.

"Ah... mi disp-dispiace, non ne avevo idea, Luce...I-Io..."prova a dire lui.

"Daniel, non serve, non potevi saperlo in ogni caso. Il caso Preston, Lucinda è un caso perso." dico, ridendo per la seconda parte.

"Non credo proprio che tu sia un caso perso, Luce. Se hai bisogno di parlare, di aiuto a fare delle cose in casa, o più semplicemente di un amico, chiamami, io sarò sempre dall'altro capo del filo." dice, infilandomi un post-it spiegazzato nel palmo della mano.

"Grazie ma non-" inizio a dire ma la mia voce viene persa a causa del rumore di un'auto che parcheggia ed il suono del relativo clacson che viene suonato.

----------------------------------------------

Spazio Autrice:

allora belle, come vi sta sembrando questa nuova fanfiction? Spero che venga letta da tante persone perché ci sto lavorando da circa tre mesi e mi sembra stia venendo fuori un bel lavoro. E niente, vi voglio bene, e alla prossima settimana.

- Lizzy

A Bet For Love ~ Una Scommessa per Amore - D.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora