Capitolo V (Parte B)

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Monia era nel corridoio di sopra con il bambino e sentì le urla di suo fratello "Che cosa hai fatto?". Prese il piccolo Leonardo in braccio e scese giù raggiungendo il fratello nel corridoio oscuro. 

Trovò Mauro intento a legare ad una sedia il Krampus. <<Hai arrestato il criminale, vedo, complimenti commissario Montalbano>> disse Monia con voce fiera e quasi ironica. E Mauro girandosi verso la voce di sua sorella disse solenne <<Monia, devo farti una confessione, tieniti pronta e non svenire>> e la ragazza stringendo a sé il bambino disse << Vai sputa il rospo>> e Mauro disse <<Il Krampus è...Thomas, nostro cugino>>. 

Monia rimase come pietrificata e con lo sguardo fisso verso Thomas, poi poggiò Leonardo a terra addormentato e si avvicinò lentamente verso di lui e gli tirò uno schiaffo forte e ben piazzato. Il Krampus ululò forte dal dolore. <<Non è possibile, non puoi essere Thomas...no, no, no,no! è  palesemente uno dei tuoi scherzi, Mauro>> disse incredula Monia e il fratello urlò con quanto fiato aveva in gola e gli occhi lucidi <<TI SEMBRA CHE IO STIA SCHERZANDO, EH! DOPO CHE LUI HA UCCISO QUELLA COPPIA! GIÀ, IO SONO MAURO ZIEGLER, IL FRATELLO IDIOTA, QUELLO CHE SCHERZA E DICE STRONZATE DALLA MATTINA ALLA SERA, MA QUESTA VOLTA NON È UNA STRONZATA, MONIA!>>. Monia si affacciò e vide i corpi dei due coniugi e portò le mani alla bocca per bloccare un grido di paura e abbracciò forte suo fratello piangendo <<Scusami Mauro, sono una scema, perdonami>> disse singhiozzando.  

Il ragazzo strinse a sé sua sorella e le diede un bacio sui capelli, una lacrima scese anche a lui. I fratelli erano troppo impegnati ad abbracciarsi che non si accorsero che Thomas era ritornato in forma umana. <<Tom, perchè? Cosa significa tutto questo?>> chiesero i ragazzi in coro staccandosi uno dall'altra e il cugino alzò lo sguardo, aveva il volto stanco, pallido e segnato da venature rosse. 

<<Ragazzi, sono vittima di una maledizione...questo paese...queste montagne...tutto è maledetto>> disse Thomas respirando a fatica poi aggiunse <<Ogni notte...il cuore batte forte...le pupille si dilatano e io sono costretto a trasformarmi in questo mostro, in questo essere abominevole>>. Monia lo interruppe <<Come i lupi mannari?>> ma Mauro la corresse <<I lupi mannari si trasformano ogni volta che c'è la luna piena, Tom no, lui ogni notte>>. Il cugino annuì <<Ed è per questo che ho sempre gli occhi segnati dal bagliore rossastro, è per questo che sono sempre ricoperto di graffi e lividi, ed è...>> si fermò perchè Monia spalancò gli occhi e disse anticipandolo <<Per questo che ti allontanavi da casa nel cuore della notte>>. <<Già, e lo facevo per proteggervi e per nascondere la mia doppia identità, non volevo coinvolgervi nella mia vita oscura>> fece una pausa e poi continuò << Quando sono trasformato, non guardo in faccia a nessuno e uccido chiunque mi capita a tiro, avrei potuto uccidere anche voi ma mi sono fermato perchè vi ho riconosciuti dall'odore>>. 

Mauro lo guardò e disse diventando rosso in viso <<Però non ti sei fatto problemi nell'uccidere zia Anna ovvero tua madre, Tom>> e il rosso disse <<Ma non sono stato io, quella notte mia madre fu uccisa da un altro Krampus, lo stesso che mi ha trasferito la maledizione facendomi questo taglio al braccio>> aggiunse mostrando una cicatrice sul braccio destro che era coperta da una garza. 

Monia aggiunse <<E sai come sono scomparsi il nonno e zio Davide>> e Thomas aggiunse <<Sono morti anche loro per mano del Krampus>>. I fratelli rimasero a guardare sconvolti e rimasero senza parole, riflettendo su come ogni singola cosa tornasse, era tutto così tetro e pure tutto era accaduto davanti ai loro occhi. 

I ragazzi ancora non avevano realizzato ciò che era accaduto in quei giorni così cupi e oscuri. Tutto sembrava fuori dal normale eppure tutto ciò era reale. Lorenzo, il piccolo, si svegliò <<Mamma? Papà?>> farfugliò guardandosi intorno e si stropicciò gli occhi pensando di aver vissuto quelle ore intense e oscure come se fossero un gigantesco incubo. Purtroppo quello che credeva un incubo, si era trasformato in realtà. 

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