Cosa faresti?

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Mi ero addormentata fuori la sua porta. La mattina seguente mi svegliò il cigolio di una porta che si apriva. Incontrai lo sguardo di Mads ancor prima di mettere a fuoco il resto. -Come pensavo, sei ancora qui- -Avevo detto che non me ne sarei andata- le dissi sorridendo. Peccato che nel suo volto ci fosse tutt'altro che felicità. Aveva delle occhiaie piuttosto accentuate, evidentemente quella notte aveva dormito poco. Mi passò una maglietta dicendomi di indossarla, visto che la mia era ancora umida dalla sera precedente. -Mi devo cambiare qui?- le chiese indicando il giardino che dava sulla strada. Ovviamente non sto neanche a dire che non mi permise di entrare in casa perciò mi dovetti cambiare fuori la sua porta. Lei rimase in piedi di fronte a me, ma girò lo sguardo altrove appena mi tolsi la maglia e rimasi in reggiseno. -Te ne andrai mai?- chiese ironicamente mentre cercavo di sistemarmi i capelli. -Può darsi che resti qui a vita- risposi convinta. Fu così che tirò fuori dalla tasca del pantalone il suo cellulare. -Allora può darsi che chiami la polizia per occupazione di spazio privato- -Non scherzare Mads, per favore. Stai diventando sempre più acida con me. Capisco il mio errore, capisco la tua rabbia, ma non capisco la tua voglia di rompere con me. Sai quanto sei importante. Abbiamo compiuto grandi passi insieme e non ho intenzione di rovinare tutto ciò che abbiamo creato come coppia-. Forse un po' per intimorirmi, avvicinò il telefono al suo orecchio sinistro digitando dei tasti. Così, non avendo idea di quale fosse la cosa giusta da fare, le strappati il telefono da mano correndo via da casa sua. -Che cavolo, Nessa!- mi urlò per poi iniziare a seguirmi. Tirò fuori quel soprannome che tanto mi piaceva: Nessa. Era così abituata a chiamarmi in quel modo che neanche ci fece caso. Percorremmo due isolati a rincorrerci come delle matte. A quell'ora del giorno non c'era nessuno in strada. Erano le sei del mattino, e il sole era appena sorto. Di certo aveva le gambe più lunghe delle mie, ma non riusciva a raggiungermi, ero troppo veloce. Arrivai persino alla spiaggia, ma dovetti per forza stendermi a terra a riprendere fiato. Ovviamente mi raggiunse, ma al contrario di quello che pensavo, non mi saltò addosso per riprendersi il telefono, al contrario si stese accanto a me, mentre respirava profondente cercando di recuperare un respiro regolare. -Cosa direbbero di noi se ci guardassero da fuori?- mi chiese affannata -Intendo, se la nostra storia venisse raccontata da un narratore esterno, la gente cosa direbbe di noi? Cosa direbbero di te? Cosa mi consiglierebbero di fare in questo momento? Secondo me il pubblico si dividerebbe in due: chi direbbe che fai schifo e che non dovrei mai darti una seconda chance e poi ci sarebbe l'un percento che direbbe che siamo perfette insieme e che dovrei restaurare un rapporto con te- girai lo sguardo verso il suo, che però era rivolto al cielo -E tu cosa faresti? Seguiresti il novantanove percento unendoti alla mandria di pecore o ti differenzieresti con l'un percento- -Fino a due minuti fa pensavo che mi ci sarebbe voluto del tempo per capirlo, ma stando con te mi rendo conto di quanto ti necessiti- -Davvero?- le chiesi troppo presa dai suoi occhi -C'è anche bisogno che te lo dica?- -No, forse hai ragione- le risposi -Ho pensato a come ti fossi potuta sentire quando avevi scoperto di Travis. E mi sono resa conto di averti ferito, non solo per la situazione, ma anche perché non ero stata sincera con te. Sono certa che tu abbia sbagliato con mio fratello, ma sei stata sincera. Forse siamo sull'uno a uno. Quindi come direbbero alcuni, mettiamo la palla al centro- si girò verso di me guardandomi negli occhi. Mi bastava guardarla per capire che nei suoi occhi c'era della sincerità, nonostante l'avessi ferita. Mi avvicinai con le labbra alle sue, mentre sotto di me, la sabbia si muoveva. Nonostante non fosse passato molto dall'ultima volta in cui avvenne, il contatto con le sue labbra mi mancava. Eppure, era una nuova sensazione quella che provavo quel giorno. Come se mi fossi liberata di un peso.

...
È filato tutto liscio no? Forse, troppo liscio. Questa discussione continuerà?

You shine (a Madnessa story) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora