Rachele.

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Torino, Luglio 2019.

Esco dal mio ufficio prendendo la borsa da mettermi in spalla, per oggi ho finito di lavorare.

Guardo il telefono ma non ho chiamate perse o messaggi urgenti che hanno bisogno di una risposta, così chiamo semplicemente l'ascensore per scendere al piano terra e andare a prendere la mia macchina.

Fra poco arriveranno Alina, Enrique e Milagros e io non sono mai stata tanto felice nell'ultimo periodo. Anche se, sinceramente, non so nemmeno se felice sia la parola giusta. Non per qualcosa che riguardi loro, assolutamente, ma perché da ormai un anno non so nemmeno più che cosa voglia dire essere felice. Non è più una parola che rientra nel mio vocabolario.

Però avere Alina, Enrique e Milagros accanto mi fa stare sicuramente bene, è come se mi donassero aria fresca dopo essere stata in una dolorosa apnea, non so nemmeno come spiegarlo.

"Scappi senza salutare?"
La voce di Mario mi fa sorridere.

"Ci saremmo visti tra poche ore, a casa."
Rispondo alzando le spalle.
Viviamo insieme da praticamente quando siamo tornati dalla Russia.
Non sono stata capace di tornare in quella casa, casa che amavo e amo ma che allo stesso tempo odio e mi ricorda cose così dolorose che mi fanno ancora troppo male.
Dicono che col tempo il dolore passi ma non è vero.

E' una cazzata.
Io ogni giorno che passa sento un po' più di dolore.
Non diminuisce proprio per niente, aumenta.

Credo di averci semplicemente imparato a convivere.
E di andare avanti per inerzia, perché devo. Mi aggrappo a quelle poche cose che ancora mi tengono a galla, fra cui il bel croato accanto a me.

"Prendiamo un caffè? Ho un po' di tempo."
Sorrido.

"Non sai proprio starmi lontano è?"
Lo prendo in giro, Mario mi lascia un bacio a fior di labbra, gli appoggio una mano sul fianco.

Mi prende la mano e mi porta verso la caffetteria.

"Sorpresa!"
Sento urlare prima ancora che entri nella stanza.

"Oddio."
Esclamo stringendo la mano di Mario perché mi sono spaventata.

C'è tutta la squadra che mi sta cantando 'Tanti auguri', Mario si stacca da me solo per battere le mani a tempo e poi non ho nemmeno tempo di realizzare, vedo solo Milagros ed Enrique corrermi incontro.

"Tia Ra, tia Ra."
Urlano entrambi e io mi abbasso alla loro altezza per farmi coinvolgere da tutto il loro amore che mi riscalda il cuore.

"Amori miei."
Dico tra le lacrime e stringendoli forte.
"Mi siete mancati tanto."

"Anche tu tia Ra."
Mi dice Enrique buttandomi le braccia al collo.
"Tanti auguri!"
Aggiunge poi riempendomi di baci, Milagros lo imita, li stringo forte.

"Grazie amori mie. Grazie. Siete il mio regalo più bello."
Dico sinceramente.

Me li coccolo ancora un po', poi mi alzo tenendo in braccio Milagros e stretto Enrique.

"Siete impazziti comunque!"
Dico guardando tutto il gruppo e, solo ora, mi rendo conto ci sia anche Luca.

Non ci siamo visti molto ultimamente perché io e Mario siamo andati in Croazia a fine Maggio e poi al mare solo noi due, Luca, in teoria, doveva essere al mare ma, a quanto pare, ha fatto un cambio di programma.

"Che ci fai qua?"
Chiedo spalancando il braccio libero, Enrique è andato a salutare Mario.

"Mi sono già perso il tuo compleanno l'anno scorso, non me lo perderò anche quest'anno."
Mi dice stringendomi forte.

Fix You Inediti.-Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora