1. Paura

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- Liam!

Il ragazzo correva a perdifiato tra il fitto del bosco. Il rumore dei suoi passi era l'unico suono percepibile nel silenzio che regnava in quel posto.

Una brezza leggera rinfrescava l'aria, muovendo le foglie degli alberi, in alto. Sottili raggi di sole filtravano dal fogliame e illuminavano appena il terreno ricoperto di muschio e felci.

- Liam!

Il ragazzo si guardò intorno scrutando con sguardo impaurito e ansioso tra il fitto degli alberi.

Sapeva di essere inseguito.

E sapeva anche che lo avrebbero raggiunto molto presto.

Ma non voleva morire.

Non voleva soffrire.

Non di nuovo.

Continuò a correre, nonostante sentisse le forze venire meno e i polmoni esplodere.

Schivava i tronchi degli alberi, graffiandosi con i rami che gli intralciavano la strada, evitava pietre e radici cercando in tutti i modi di non inciampare.

- Liam! Dove sei? Aiuto! - gridò con il poco fiato che gli rimaneva in corpo.

Voleva fermarsi e riposare. Solo per pochi secondi.

Ma non poteva. Avrebbe significato morte certa.

Voleva trovare Liam.

Non aveva la minima idea di dove potesse essere. Si guardava freneticamente intorno nella speranza di vedere la sua figura sbucare tra gli alberi da un momento all'altro. Non avrebbe sopportato l'idea che gli fosse successo qualcosa...

I suoi pensieri furono interrotti da un forte suono che squarciò l'aria.

Una specie di sparo.

Un attimo dopo, qualcosa gli colpì la gamba, perforandogli la pelle. Perse l'equilibrio e cadde per terra in mezzo agli arbusti.

Si trattenne con tutte le sue forze dall'urlare, nonostante il dolore fosse atroce.

Non era la prima volta che lo provava eppure ogni volta che succedeva era sempre peggio.

Nella caduta rotolò su se stesso un paio di volte su quel terreno leggermente pendente finché non si fermò, ritrovandosi disteso a pancia in su.

Strinse i denti dal dolore e si portò una mano alla ferita. Si tirò su col busto a fatica lamentandosi delle fitte che gli arrivavano alla gamba.

Guardò davanti a sé e vide tre figure dirigersi nella sua direzione.

La paura si impossessò di lui.

Vedere quelle creature gli faceva sempre uno strano effetto. La mente si svuotava e il terrore era l'unica cosa che riusciva a provare.

Cercò di alzarsi.

Lo sforzo gli provocò altre fitte atroci e non riuscì a trattenere un grido di dolore.

Traballò un po', ma poi riuscì a riprendere l'equilibrio.

Era in piedi e riusciva a distinguere nettamente le tre sagome scure che, lentamente, avanzavano sul terreno riducendo sempre di più la distanza che li separava.

Un nodo alla gola gli impediva quasi di respirare.

Doveva andarsene.

Doveva scappare.

Si girò nella direzione opposta, deciso a continuare a correre più veloce che poteva. Ma non fece neanche qualche passo che cadde di nuovo a terra, a carponi.

The Experiment || Ziam Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora