2. Esperimenti

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Zayn si svegliò di soprassalto, con la pelle madida di sudore e il petto che si alzava e abbassava velocemente a causa del respiro affannoso.

La prima cosa che vide fu una luce blu-viola, puntata dritta contro di lui. Grande e piuttosto intensa, gli accecò lo sguardo per qualche secondo.

Strizzò gli occhi e sbatté le palpebre ripetutamente finché non riuscì finalmente a mettere a fuoco la vista.

E fu allora che capì: era ritornato.

Zayn si trovava disteso su una specie di lettino, fatto di un materiale leggermente elastico e a lui del tutto sconosciuto. Una strana forza invisibile lo immobilizzava contro il lettino, tirandolo per ogni parte del corpo. Forse si trattava di una misteriosa energia, che lo bloccava completamente, senza alcuna possibilità di movimento. Era come se avesse le braccia, le gambe e il busto legate da delle corde invisibili.

Dietro, alla base della testa, sentiva una leggera pressione. Dei piccoli dischetti fatti di uno strano materiale, freddo e liscio come il metallo, erano attaccati alla sua pelle lungo tutto il retro del collo. Dovevano avere degli aghi su tutta la superficie, perché ogni volta che gli venivano tolti Zayn sentiva una scarica di dolore.
In pratica, non poteva muovere nemmeno la testa, neanche di qualche centimetro.

Un movimento catturò l'attenzione di Zayn, portandolo a concentrarsi su quello che stava accadendo intorno a lui.

Una serie di figure si muovevano frenetiche intorno al lettino su cui era steso. E Zayn non si fece nessuna domanda, perché sapeva già perfettamente di chi si trattava.

Esseri alti, dal fisico sottile ma imponente, con lunghi arti mollicci e gommosi, la pelle nera come la pece priva di peli e ricoperta da uno strato di muco assolutamente disgustoso, occhi gialli così grandi e intensi che sembrava ti scrutassero nell'anima ogni volta che ti fissavano...

Erano gli stessi esseri che Zayn aveva visto in quel... sogno.

Girò lo sguardo di lato, cercando di evitare qualsiasi contatto visivo con quelle orribili creature.

Alla sua destra c'era un altro lettino, esattamente uguale al suo. Sopra vi era disteso Liam, immobile e inerme, con gli occhi ancora chiusi. Stava ancora dormendo.

Il cuore di Zayn si strinse in una morsa.

Andava avanti così da tanto tempo ormai, tanto che Zayn aveva perso il conto dei giorni.

Riusciva a stento a ricordare come lui e Liam fossero finiti in quella situazione. Ricordava solo che era un giorno d'estate, lui e Liam si trovavano in una carina e modesta casetta al mare che avevano affittato apposta per le vacanze estive, in Spagna. Zayn ricordava il fruscio delle onde, l'odore della salsedine, il caldo sulla pelle e la dolce brezza sulla spiaggia. Ricordava che una sera si era addormentato sul letto soffice e morbido di quella casa, e che il giorno dopo si era svegliato in un luogo che non aveva mai visto prima. Se un istante prima lui e Liam si trovavano in quel piccolo angolo di Paradiso, subito dopo erano stati gettati dritti all'Inferno.

Zayn non riusciva a capire, né a ricordare come fossero esattamente arrivati lì. Non sapeva come potesse essere successo. Ogni giorno sperava che tutto quello fosse solamente un terribile incubo da cui si sarebbe presto risvegliato.
Ma ormai stava cominciando a perdere le speranze. Perché quello non era un sogno, era la cruda realtà.
Lui e Liam si trovavano proprio lì, in un posto terribile e alieno, circondati da creature che andavano oltre l'umana immaginazione, legati su degli orribili lettini e trattati come delle cavie da laboratorio.

Zayn non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe accaduto, eppure, un comunissimo giorno di quell'estate, degli alieni li avevano rapiti e portati nella loro astronave.
Ed era davvero strano, perché fino a qualche tempo prima Zayn non aveva mai creduto nell'esistenza di quel tipo di creature, si metteva a ridere ogni volta che Louis, il suo migliore amico, iniziava a dire le sue teorie sull'universo e su quante forme di vita potessero esserci in uno spazio così vasto. Zayn non aveva mai creduto negli alieni.
E invece, aveva dovuto ricredersi. Perché quelle creature esistevano per davvero, erano reali e dannatamente spaventose.

The Experiment || Ziam Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora