Parte 1

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(Se vi va there is la canzone di payt da ascoltare)
X- "ti avverto Beverly, se entri la dentro ci rimani!!"
Mi urlò un infermiera intenta a inseguirmi...
Io- "ho proprio paura...." mi girai verso di lei lontana una decina di metri da me "luise" dissi con un sorrisetto stampato sulle labbra. Mi volta frettolosamente verso la porta, ma che vuoi che ci sia qua dietro...

Facciamo qualche passo indietro nel tempo.
X- "Beverly questa settimana é già la quarta volta..."
Sempre con il mio sorrisetto strafottente girai lo sguardo verso la finestra alla mia destra, e con voce tranquilla e quasi sussurrata intervengo.
Io- "quindi jaden?" E spostai lo sguardo ai suoi occhi azzurri.
X- "quindi ti prenderanno..."
Io- "convinti voi😏" dissi alzandomi arrivando davanti a lui, in piedi difronte a me.
Io- "ci vediamo, fratello" conclusi sorpassandolo e uscendo da quello ufficio troppo formale per i miei gusti.
J- "Bev.." tirai dritto sentendo dal ciglio della porta uno sbuffo e dei passi allontanarsi.
Si avete capito ormai, il mio nome é Beverly, Beverly....e basta, il cognome non vi deve interessare. La mi cittá d'origine è Chicago, esattamente la cittá famosa per le universitá e quelle stronzate varie.

X- "...la dolce e bella Beverly Sprouse. Sai è strano vederti in giro tranquilla senza fare le tue ricerche da detective Conan"
Io- "...il caro, VECCHIO e sfigato Kevin. Ancora tenti di usare la tua pistola con qualcuno?"
X- "stai tranquilla che qualcuno già ho fatto fuori"
Io- "oh, ma io intendevo l'altra pistola. Ci si vede Evans" lo guardai da testa e piedi per poi fargli l'occhiolino e lasciarlo lì.
Prima che sto coglione mi interrompesse stavo gentilmente raccontando la storia della mia vita. Bene ho 16 anni, la mia vita da quando mi sono trasferita qui a Charlotte è sempre stata una avventura. Ormai sapete anche il mio cognome...🙄 si proprio Sprouse, come Cole Sprouse. Lui è mio fratello. Quello di sangue. Prima di trasferirmi qui con la famiglia Hossler abitavo con mio fratello Cole. All'arrivo degli assistenti sociali mi hanno presa e non ho più saputo nulla su di lui...ma da qualche tempo in città si parla di un ragazzo portato qui da Dallas ormai in fin di vita, che di cognome fa Sprouse. Bene, ecco di cosa parlava jaden, ormai è da parecchio tempo che due volte a settimana mi infiltro nell'ospedale più importante dell'America qui a Charlotte, per cercare le cartelle di questo Sprouse e sperare che sia lui. Il mio carattere lo capirete andando avanti nella lettura.
In cittá tutti mi conoscono per la Signorina Hossler, perché i miei "genitori" sono molto conosciuti, e ricchi. Non mi è mai piaciuta questa cosa, non mi piace essere riconosciuta...ma me ne approfitto con quel coglione di Kevin. Non mi sbatterá mai dietro le sbarre sapendo chi é mio "padre".
Zzz...zzz...zzz (il telefono)
J- [Bev torna a casa!]
Io- [si sì mo vengo jade....😒]

POV'S Y
x- "Signorino la deve prendere.."
Y- "ma se non sapete nemmeno che cazzo c'ho, uscite va la"
X- "NO, abbiamo l'ordine di fa-"
Y- "FUORI CAZZO!!"

POV'S BEVERLY
Stanotte voglio riinfiltrarmi, saranno un po' tutti assonnati, sarà più facile per me trovare le cartelle. Ma appena le prendo mi tocca scappare velocissimamente. Vado in bagno volgendo lo sguardo allo specchio...mi piaccio, sono sicura di me stessa, mi piace ciò che sono. Molto strano per una ragazza della mia etá ma, io odio le persone che mi sottovalutano e sarei un botto incoerente se lo facessi da sola. (Io sono nell''immagine a inizio capitolo)
Mi spogliai ed entrai nella doccia.
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00:45a.m.
Non ho dormito per un cazzo, ho passato tutta la sera tra la cartina dell'ospedale e i miei pensieri. Stavo aspettando l'una, quando sono sicura che tutti dormono. Passano quei minuti infernali e finalmente chiudo la porta a chiave e mi calo dalla finestra fino sopra un albero, scendo lentamente guardandomi intorno. Ci sono telecamere in ogni angolo della casa, no ma seriamente ogni muro che fa angolo ha una telecamera. Quindi passando strisciando con la schiena al muro vado fino al capanno dove posso disattivarle tutte. Entro velocemente per non farmi riconoscere dai quei pochi minuti e le disattivo. Esco la testa dalla porta e controllo se c'è via libera.

Sono 30 minuti che cammino, di solito ci vado in scooter o in bici, ma non potevo prenderli stanotte. Stavo arrivando in città..
X- "ehi bambolina quanto vuoi"
Io- "ehi pedofilo ho 16 anni vatti segare sulle quarantenni piuttosto, baci" e proseguì.
Eccolo difronte a me. C'erano le segretarie tutte belle arzille, che ormai mi conoscono benissimo.
Mi guardai in torno quando vidi uno di quei cartelli pubblicitari con appeso un post abbastanza grande, per coprirmi la faccia.
Lo presi e me li misi davanti come fosse un giornale ed entrai. Non sentivo parlare ne nulla solo silenzio così continuai per la mia strada.
Una mano mi prese la spalla.
Z- "posso esserle utile signorina..?" Mi voltai
Stava zitto strano, non sapeva il mio cognome?
Io- "Sprouse" non potevo dirle Hossler mi avrebbe riconosciuta. E in più così mi facilito tutto.
Z- "oh certo, venga vuole vedere il signore sprause "
Io- "come?"
Z- "quello in coma....è sicura di sentirsi bene?"
Io- "si, si benissimo andiamo" mi prese il polso "accompagnandomi" alla stanza. Prima passò da uno ufficio dove aprendo un cassetto c'erano moduli e moduli, con qualche cartella marroncina qua e là.
Q- "dottore dottore in sala parto una donna sta perdendo i battiti serve il suo aiuto" disse affacciandosi alla porta per poi correre via.
Z- "cavolo, emh signorina un emergenza la stanza é la 34 arrivederla" e corse via pure lui. Bene bene bene facilitiamo ancora di più. Il dottore ha detto SprAuse non SprOuse, non è lui che cerco. Quindi entro nell'ufficio chiudendo la porta e cominciai a ravanare in mezzo ai fogli.
L-M-N-O-P-Q-R-S eccola qui........veloce veloce, pensai.
Seek, smith, soyer, sprause e sprouse! Si eccolo. Presi la cartella e scappai non avevo tempo di leggerla il dottore stava tornando. Uscii dalla sala e Luise quella brutta stronza mi vide.
L- "Beverly, vieni qui, non puoi prenderle! Sicurezzaaa" urlo.
Io- "che cazzo ti urli!" E corsi via. Attraversavo tutti i corridoi ridendo e buttando a terra tutti gli sbirri che incontravo. Mi infilai in un corridoio appoggiandomi al muro e riprendendo fiato.
X- "signorina Hossler venga fuori!" Feci una piccola corsa verso la porta rossa, la avevo già vista in precedenza ma non mi interessava più di tanto. Ero intenta ad aprirla quando...
L- "ti avverto Beverly, se entri la dentro ci rimani!!"
Mi urlò l'infermiera intenta a inseguirmi...
Io- "ho proprio paura...." mi girai verso di lei lontana una decina di metri da me "luise" dissi con un sorrisetto stampato sulle labbra. Mi volta frettolosamente verso la porta...ma che vuoi che ci sia qua dietro... e tirai giù la lunga maniglia.

Autore
Ed ecco a voi la prima parte di questa storia, leggete la trama se vi va. Buon inizio😌😎

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