Your best-friend is your enemy.

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Pov Ciro:

Flashback

2 anni fa
Era il 18 Febbraio, il compleanno di mio fratello.
Mi ero appena svegliato ed ero stirato nel mio enorme letto, nella villa di famiglia.
Come sempre, mille messaggi da Silvia a cui non ho risposto. Quanto può esser stupida? Non riesce proprio a capire che non la amo?
Mi feci una doccia veloce, mi vestii e presi il motorino andando da Francesco, il mio migliore amico. Siamo cresciuti insieme, così come anche con Edoardo, solo che loro due non si sono mai piaciuti. Trovai lui che si faceva, era dipendente dalla cocaina. La mia famiglia e la sua gestivano gli affari insieme. Gli dissi che stasera ci saremmo divertiti al diciottesimo compleanno di mio fratello, e che lui ovviamente era invitato.
F: Ua Cirù, ci sono femmine?
C: Eh certo, Francè.
F: Allora vado subito a scegliere che mettere, ci vediamo stasera?
C: A stasera, ja.
Lo abbracciai, uscendo da casa sua, presi il motorino e andai a fare il regalo per mio fratello. Innanzitutto mi ero già messo d'accordo con il suo cantante preferito, e infatti doveva venire a cantare per lui. Poi andai in uno dei suoi negozi di gioielli preferiti e presi una collana tutta in oro con le nostre iniziali, così che lui poteva avermi sempre con sè e viceversa. Mio fratello era l'unico assieme Fra e Edo di cui mi fidavo.
(...) Arrivammo al locale, facemmo un brindisi, poi presi il microfono e iniziai a parlare.
C: E adesso un regalo speciale per mio fratello.
Il cantante iniziò a cantare una delle sue canzoni preferite e mio fratello mi abbracciò.
C: Ti voglio bene fratm.
X: Anch'io Cirù, non dimenticarlo mai.
Poi sentì mio padre chiamarmi, allora andai da lui, sedendomi al tavolo.
X: Devi uccidere un infame.
Spalancai gli occhi, il cuore non smetteva di battere in un modo impressionante.
C: E chi sarebbe questo infame?
Mio padre fece cenno verso Francesco, il mio cosiddetto migliore amico. Rimasi sconvolto, ero senza parole.
Mio papà si sfilò una pistola dalla giacca, coperta da un fazzoletto. La presi e la misi nella mia di giacca. Ancora non potevo crederci, ma non posso deludere mio padre, era il mio momento, toccava a me.
(...) Mi alzai presto quella mattina, più che ansioso ero preoccupato. Andai subito da Edoardo. Lui si era appena alzato e nel vedermi così preoccupato strabuzzò gli occhi.
E: Cirù ma che succies?
C: Ti devo parlare.
E: Ric.
C: Tocca a me.
E: Di fare cosa Cirù?
C: Devo uccidere un infame.
Rimase anche lui impassibile, forse anche più spaventato di me.
E: E chi è l'infame..?
C: Francesco.
E: O sapev ij. Non ti dovevi fidare di lui.
C: Edoardo, ho paura.
E: No tu non c'è l'hai. Stai tranquillo, c'è la fai. Ricordi? La tigre e la pantera nera non muoiono mai. Fai quello che devi fare, Ciro. Dimostra a tutti che hai le palle.
C: O facc.
(...) E: Allora , siamo d'accordo? Tu fai quello che devi fare, io studio tutto il piano, ti raggiungo e poi stabiliamo la data di quando metterlo in atto.
C: Perfetto eduà, non falliremo.
Lo abbracciai, dandogli un bacio in fronte.
C: La tigre e la pantera nera non muoiono mai!
E: T vogl ben, Cirù.
E andai, ormai il mio destino era segnato, non avevo scampo. Dovevo dimostrare di avere le palle.
(...) Incontrai Francesco in un pub abbandonato, in mezzo la campagna.
C: Non mi devi dire niente tu a me, Francè?
F: E che ti devo dire Ciro.
C: Girano voci che la famiglia tua si gestisce la piazza come le pare e piace e poi rivende la roba comprata da altri.
E: Scusa Ciro ma ste stronzate chi te le dice?
C: Un amico, proprio come te.
Mi alzai, levandomi la giacca con all'interno una pistola scarica e la poggiai nella sedia. Stavo testando se in effetti lui era un infame o meno. Mi allontanai, aspettando la sua reazione.
Prese come avevo programmato la pistola della mia giacca, me la puntò contro e io mi girai.
C: M vuo sparà? SPARA.
F: La vita è una merda Cirù.
E preme il grilletto. Una, due e tre volte. La pistola è scarica. La butta a terra, diventa pallido in faccia.
Sfilo la mia dai jeans, caricandola, e gliela punto.
C: Nun c vulev crerr, Francè.
F: Nun o fà, Cirù!
E sparo.
Lui era ormai a terra, sanguinante.
C: Guardm nfacc. GUARDM NFACC!
Mi guarda, e sparo dinuovo. Ormai era morto.
Urlo diverse volte, e qualche lacrima scende dal mio viso.
(...) Spostai gli occhi e torna tutto alla normalità; ero nella mia cella, affacciato alla finestra. A volte, ricordi come questo fanno capire di stare sempre attento con chi ti confidi. Un detto a Napoli dice: "O megl amic tuo è nemic."

Always with you - Ciro Ricci.🥀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora