Pov Viola:
Ho appena finito di cenare, Serena era seduta con me, e non più con la zingara. Dopo ciò che ha fatto oggi ne pagherà le conseguenze.
V: Andiamo in cella.
S: S-senti Viola... mi disp.-
La zittì subito.
V: Ho detto vieni, ora.
Attraversiamo il corridoio fino ad arrivare alla nostra cella. Faccio entrare lei per prima. Poi entro io e chiudo la porta con forza.
V: Sei stata debole.
S: Sì... lo so, s-scusami..
V: Le scuse non bastano.
S: S-scusa se ti ho mancato di rispetto.
V: Non hai mancato di rispetto a me, hai mancato di rispetto a te stessa.
Mi chino, prendendo un pezzo di vetro dalla mia "collezione."
V: Tieni, sai cosa devi fare.
Lo prende, e quasi quasi si taglia.
La blocco.
V: Non ora. Domani, dopo la colazione. E mi raccomando, quando io non sono in cella.
Serena annuisce. Esco dal bagno della cella, chiudendola lì dentro.
Posso sentirla piangere, bello il dolore. Quello vero.
Mi spoglio, rimanendo in reggiseno e mutandine, erano di colore turchese. Il mio preferito.
Era ormai l'01:00, quando sento un leggero rumore alla finestra.
Mi alzo, e apro quest'ultima, vedendo un foglio attaccata a essa.
Cazzo, ancora lui?!
La prendo, c'era scritto:
"Senza di me non puoi resistere."
A mia volta scrivo: "Sì che posso, e lo farò."
C: "Resisterai senza le mie sorprese? Le nostre chiacchierate?"
V: "Magari no, ma posso sempre sostituirti."
C: "Che cazzo dici, Viola?"
Era la prima volta che mi chiamava col mio nome, lo stavo facendo incazzare, ed è proprio così che mi sentivo io quando lui ha ordinato ieri di non guardarmi e ne toccarmi. Poi lui è il grande Ciro, chi mai andrebbe contro la sua volontà?
V: "Buonanotte."
Al mio foglio non rispose, meglio così.
Mi rimisi a letto e mi addormentai.Ore 08:00.
Mi sveglio, e come sempre, levo l'intimo attorcigliando a me un asciugamano. Prendo i vestiti puliti e mi dirigo alle docce.
Vado tranquillamente in mensa, sedendomi sola. La zingara mi guarda da quando sono entrata, e si avvicina.
Che cazzo vuole questa pure?
N: Dov'è Serena?
V: Stava finendo di vestirsi.
E due ragazze all'improvviso urlano, chiedendo aiuto: "Venite, è successa una cosa gravissima a Serena!"
N: Brutta stronza.
Io sorrido, mordendo la mia mela e continuando a stare tranquilla.
(...) Hanno portato Serena in ospedale, finalmente ho la cella tutta per me.
Mi stiro sopra il letto, specchiandomi a uno dei miei pezzi di vetro, quando non sento qualcuno afferrarmi per i capelli.
Era ancora la zingara.
Comincia a darmi qualche schiaffo, sbattendomi al muro. Non provo nulla, sulla mia pelle ho provato il dolore, quello vero, questo in confronto è niente.
Mi mette una mano in faccia.
N: Sei stata tu a far quello a Serena, eh?
V: Togli questa mano.
V: Ho detto toglila.
A quel punto sputo la gigomma che avevo in bocca in faccia alla zingara, dandogli le spalle.
N: Tu non sei umana.
E inizio a ridere.
V: Levati dal cazzo, zingara di merda.
E se ne va, sbattendo la porta della mia cella.
(...) Dopo ieri notte, Ciro ha continuato a mandarmi diversi fogli a cui non ho risposto.
Mi stava perdendo, o forse, mi ha già persa.
Sono passati ben due giorni e quel giorno avevamo l'attività tra maschi e femmine.
Sono in fila, e sono l'ultima. La comandante è già entrata, quando qualcuno mi prende per il braccio portandomi con sè.
E chi è questo?
Era davvero... attraente.
Però continuavo ad avere l'immagine di Ciro in testa, cazzo.
G: Ciao, tesoro. Sono Gennaro.
V: Che vuoi...?
G: Te.
V: Ma perfavore..
Si sta avvicinando sempre di più, come se volesse baciarmi.
Non so che fare, posso usarlo per far ingelosire Ciro? Sì che posso.
Allora mi lascio baciare, un bacio breve ma intenso.
G: Mh... non eri la ragazza di Ciro tu?
V: Sta zitto e baciami.
E continua a baciarmi, che noia. Ciro non avrebbe fatto così.
Mi stufo e mi allontano, dirigendomi dagli altri.
V: Alla prossima.
Non ricordavo nemmeno il suo nome e neanche mi interessava.
Era già finita l'attività e tutti i ragazzi stavano uscendo, allora io mi riavvicino a Gennaro, dandogli un semplice bacio sulla guancia.
Ciro mi vede.
Mentre vado via lui mi prende per il braccio.
V: Lasciami.
C: Vuoi questo?
Esitai prima di rispondere.
V: Sì, voglio questo.
C: D'accordo, volevo solo dirti che appena entrerai in cella ci sarà una sorpresa.
Allora mi lascia il braccio, permettendomi di andar via. Non volevo che mi lasciava andare, cazzo. Sono stata una stupida.
E poi di che sorpresa parlava?Pov Ciro:
Rabbia. Era l'unica cosa che provavo.
Mi sono fatto sfuggire Viola come un coglione, cazzo. E poi cosa intende col "Posso sempre sostituirti?!" Cazzo, cazzo, cazzo.
Vado a fare una doccia, cercando di pensare a qualcosa da fare per farmi perdonare.
Un'idea mi salta in mente: un regalo.
Viola non è di certo il tipo, ma lo apprezzerà, credo. Allora mi vesto, e vado subito dal comandante. Ordino di far prendergli il babydoll più costoso che trova e soprattutto di color turchese.
C: Appena hai fatto, mettilo nella sua cella.
L: Va bene Cirù.
(...) Come ogni martedì avevamo l'attività maschi e femmine, dunque speravo di incontrare Viola, ma così non fu.
Mancavano sia Gennaro che Viola, coincidenze?
Ordino a Pino di andarlo a cercare, ma niente, non c'è. Ero pieno di rabbia, avrei potuto far qualsiasi cosa in quel momento. Nessuno deve mai permettersi di toccare le mie cose, nessuno. E Viola era roba mia.
(...) Terminata l'attività, mentre fumavo una canna, vidi Viola che dava un cazzo di bacio in guancia a Gennaro.
Ho lasciato andare Viola , dicendogli della sorpresa. Era davvero finita lì?
Mi avvicino a Gennaro.
C: Tu non hai capito un cazzo.
G: Non sei il suo ragazzo, sei solo un coglione. Parole sue.
C: Devi stare lontano da Viola, CAZZO. O t'accir che man mij!
G: Non sarai di certo tu ad impedirmelo.
A quel punto la rabbia prese il sopravvento, lo presi per il collo dandogli pugni in faccia e pancia, calci alle palle, e diverse volte lui tentò di fare lo stesso, fallendo.
Il naso gli sanguinava, era a terra.
C: Non metterti contro la persona sbagliata.
E gli sputo, andandomene via.
Mi ero calmato, solo un po'.
Viola, che cazzo mi fai fare.
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Always with you - Ciro Ricci.🥀
Fiksi PenggemarÈ nell'IPM di Napoli dove Ciro e Viola si incontrano per la prima volta, è sin da subito una questione di sguardi, amore a prima vista. Ciro è un ragazzo combattuto, arrogante, possessivo e provocatorio, viene da una famiglia camorrista. Viola è fre...