Quando, per la prima volta, si tira la frizione e si spinge la pedalina verso il basso, il corpo della moto risponde con un sonoro 'CLACK'. Carlo, quel rumore, non l'avrebbe cambiato per nessuna cosa al mondo.
Il regime del motore, qualche minuto prima altalenante, ora era costante e pieno. Quello che arrivava fino alle orecchie era un basso ruggito attenuato da tre centimetri di protezione attorno alla testa.
Il familiare profilo del manubrio si stagliava argenteo sul monotono grigio dell'asfalto. Due strisce bianche, una a destra e una a sinistra accompagnavano le due ruote in ogni momento. A lato di queste, un segnale ricordava 'TORNANTI'. L'aria fresca entrava dallo spazio fra il casco e il colletto della giacca e andava a graffiare il mento e le labbra del ragazzo; 'una sciarpa sarebbe il top' pensò. Le poche macchine così mattiniere che incrociava non immaginavano di certo che quel piccolo uomo stesse facendo una cosa così normale e straordinaria allo stesso tempo. Per lui e il suo relativamente piccolo bagaglio di esistenza era una cosa pazzesca che gli infondeva un infinito senso di libertà.
Aveva deciso di andare verso la montagna. Molte volte si era ritrovato all'uscita sulla strada senza sapere dove andare. Molte volte aveva aspettato anche più di dieci minuti. Ora sapeva di poter andare lontano e non era davvero importante dove andava.

STAI LEGGENDO
Due ruote ed un ragazzo
AventuraDue ruote accarezzavano l'asfalto. Un fedele cuore meccanico batteva più di 7000 volte al minuto. Poche decine di km con lei ma già l'amava. Un viaggio in moto descritto da piccolo sognatore appassionato.