Giorno

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La luce del sole filtrava dai rami degli alberi, Carlo presumeva fossero pini ma non ne era sicuro. Essendo ancora mattina poco inoltrata lasciavano sull'asfalto ombre molto allungate che creavano un motivo quasi ipnotico nel grigio altrimenti omogeneo.

Il cozzare della luce intermittente sulla visiera del casco aveva infastidito il ragazzo solamente per i primi minuti. Socchiudendo gli occhi aveva raggiunto un compromesso fra la visibilità, scarsa ma sufficiente, e il sole.

Intanto a lato della strada passavano cartelli che recavano nomi di paesi che al ragazzo tornavano familiari. Una partita in trasferta del fratello, un giretto con suo padre, lui li aveva già sentiti.

Passando fra due case andò a ripensare a com'era iniziata quella giornata. Quella sveglia tanto odiata aveva permesso tutto questo; se non avesse suonato, ora starebbe facendo colazione assieme alla sua famiglia. 'A proposito.. che ora è ?'

Dopo aver messo la freccia destra e spento la moto guardò l'orologio. Era un buon momento per fare una pausa. Oltre all'amaretto che era poggiato sulla tazzina del caffè non aveva mangiato niente. Si sorprese di non sentire fame, lui non saltava mai la colazione.

Mentre si sedette su una roccia al sole lasciò che la fantasia si impossessasse di lui e immaginò di essere a duemila km da casa sua; il pensiero di essere da solo, o meglio solamente in due, in un luogo sconosciuto creava in lui una sensazione indefinita, ma grande, intensa.

Era un misto di inquietudine, che doveva esserci naturalmente, e qualcosa di più grande, qualcosa che lo circondava completamente come i raggi del sole in quel momento, ma al contrario. Il calore arriva da fuori, lo senti attraverso la pelle, ma quella sensazione... quella sensazione no, arriva da dentro. Ci affondi completamente.

Due ruote ed un ragazzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora