cap 2

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nota: visto che mi è stato fatto notare da una mia amica vorrei dire una cosa. non preoccupatevi se nei primi capitoli mancano descrizioni accurate dei personaggi, ci saranno. solo che non mi piace fermare la narrazione e iniziare a descrivere, voglio che venga spontaneo durante la storia la descrizione dei dettagli, date dalle diverse situazioni. detto questo, grazie e buona lettura 💕

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la giornata in università era finita, era ormai pomeriggio, e Bay era di ritorno a casa, insieme alla sua amica Na

" a domani!" disse la ragazza, che si fermava prima

ebbe in risposta un sorriso dall'amico che poi cominciò a camminare verso casa sua, pensieroso

dovrei fidarmi di lui? è giusta come cosa?

appena varcò la porta trovò la madre ad aspettarlo con un sorriso che venne ricambiato dal ragazzo

"com'è andata la giornata?" chiese

"direi bene, per ora nulla di troppo impegnativo, ma già si sente nell'aria che la vita universitaria non sarà affatto semplice" rispose

"tranquillo andrà tutto bene" lo incoraggiò la madre "adesso vieni in cucina, tua sorella ha appena preparato un dolce" lo invitò

Bay aveva una sorella più piccola di due anni, rispetto a lui diciottenne, era ancora agli ultimi ammi di liceo, si chiamava Boom

"hei, com'è andata la giornata a scuola?" chiese alla più piccola

"tutto bene" rispose "ma ora non parliamo di cose scoccianti" ridacchiò "assaggialo e dimmi cosa ne pensi" disse porgendogli una fetta del dolce

Bay mangiò con calma, per assaporare la torta di sua sorella

"davvero buona! sei sempre bravissima" avevano sempre avuto un buon rapporto, fin da piccoli

DRIN! DRIN!

il telefono di Bay squillò, lo estrasse dalla tasca e notò che era un numero sconosciuto

"scusatemi, vado in camera mia" disse alla madre e alla sorella per poi allontanarsi nel suo luogo di privacy per rispondere, incuriosito sul chi fosse

"pronto? chi sei?"

"che stai facendo, moccioso?" una voce e un tono inconfondibili

"Pob, come hai avuto il mio numero?"

"sai che dovresti chiamarmi P'? piccolo insolente"

quel ragazzo aveva la capacità di far andare sui nervi Bay, una persona solitamente molto tranquilla

"ho chiesto come hai il mio numero"

"ma come siamo antipatici" la risata successiva alla frase si sentì forte fin a rimbombare nelle orecchie "diciamo che... ho i miei metodi"

il più piccolo alzò gli occhi al cielo

"cosa hai da dirmi?"

"in realtà nulla di che, volevo accettarmi che questo fosse il tuo numero, quello con cui ti ho chiamato è il mio, segnatelo. ci servirà tenerci in contatto per il nostro patto"

quelle parole fecero tornare in mente a Bay i pensieri che aveva per un attimo messo da parte

"Pob..."

"si?"

"pensi sia giusto quello che vogliamo fare?"

"perché non dovrebbe?"

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