capitolo 1

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"alessandra svegliati,è il primo giorno di scuola e vuoi fare già tardi?" apro gli occhi insonnoliti e vedo mia madre che tenta di svegliarmi.
"arrivo.."
"dai o farai tardi,hai esattamente quindici minuti per alzarti, vestirti, prepararti lo zaino e uscire di casa. Per la tua gioia oggi ti concedo di saltare la colazione, mangerai una brioche in macchina."
"è insopportabile, come puoi chiedere ad un'adolescente di alzarsi alle 7.00 di mattina per andare a scuola? è inconcepibile.. E poi cosa mi metto oggi? Non ce la farò mai!"
"Zuccherino sei pronta?"
"Mi ha davvero chiamata così? Dopo sedici ininterrotti anni di discussioni riguardo questo soprannome"
Merda,sono già passati otto minuti. Prendo i miei jeans skinny neri,il maglione,le vans verdi,giubbotto e cappello; un filo di trucco ed esco di casa.
Primo giorno di scuola già iniziato da schifo,ho dimenticato il rossetto,l'astuccio e guarda caso ho preso l'unica pozzanghera presente il tutto il cortile bagnando la scarpa sinistra.
Okay alessandra, calma.
Entro in classe e mi viene da vomitare, ah non l'ho detto? Mi sono trasferita a Roma ed ho cambiato scuola. Ma tornado a noi,cosa dicevo? Ah giusto, mi veniva da vomitare. Allora la visione era più o meno questa: il solito gruppetto de troioni da guerra, il nerdone della classe, i finti intelligentoni leccaculo del primo banco e infine gli pseudo-ribelli dell'ultima fila, il tutto condito dalla sgradevole voce di una donna,sulla quarantina,presumibilmente la mia nuova prof.
"Signorina è in ritardo"
"Si lo so,mi scusi professoressa" andai così nell'ultimo banco disponibile, ancora imbarazzata per la pessima entrata..
Passai tutta la giornata a fare scarabocchi pensando al nulla,magari all'evadere da quel posto, ma dai su, cercai prima di sforzarmi nel fare nuove amicizie.
Suonò la campanella dell'intervallo e la maggior parte dei miei compagni di classe uscirono nel cortile,tra i pochi rimasti ne notai uno in particolare, era alto, magro e castano, portava un paio di jeans skinny neri strappati sulle ginocchia, una canotta rossa, le vans rosse e una bandana rossa e nera. Passai l'ora successiva a fissare le sue labbra, erano così belle, poi con quel piercing!
Non mi avvicinai data la mia timidezza, a fine ora credo stesse per avvicinarsi, ma sono uscita subito dall'aula con il cuore nel petto che stava per esplodere.

because of you || Lorenzo PaggiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora