1) IL GUFO

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Suona la sveglia, inizia una nuova giornata di lavoro. Tadashi era solito arrivare in ritardo, ma stranamente stamattina si era alzato in anticipo. Fa il letto, fa colazione, va a farsi una doccia e si veste con le prime cose che capitano ed esce dalla porta di casa. Durante il tragitto incontra il suo amico e collega Keiji. Si dirigono verso il loro ufficio parlando delle loro ultime conquiste amorose, ma sono talmente persi nel loro discorso che non si accorgono di star facendo tardi a lavoro. Arrivati in sede trovato con aria imbronciata ed estremamente calma il loro capo, che li aspettava fremendo e fumando una sigaretta. Keiji guarda l'orario e si accorge dell'irreparabile ritardo commesso dai due.

YAMAGUCHI POV'S

Capo: Prendetevela più comodamente la prossima volta, magari prendetevi un caffè insieme mentre aspettate di fare tardi!

Yamaguchi: Sono mortificato non accadrà più. Se permette ho un caso di estrema urgenza da seguire, mi scusi.

Salgo le scale di vetro di quell'edificio affascinante, a dir poco lussurioso, con vista mare e pavimenti in parquet. Sembrava di essere in un hotel, alla fine gli incaricati restavano anche giorno e notte per anche 2 o 3 giorni di seguito a lavorare. Doveva essere necessariamente accogliente. Keiji bussò alla porta del mio ufficio con la targhetta di Yamaguchi Tadashi placcata in oro.

Akaashi: Tadashi mi serve una mano con questo caso. E' alquanto difficile, non riesco a trovare dei nessi logici. Sembra...

Yamaguchi: ...che tutto non combaci, ma che una sola linea riuscirà ad unire tutto e trasformarlo in un cerchio perfetto. Vado sulla scena del crimine, forse mi aiuterà a trovare i pezzi e capire come potrebbe essere andata...

Poche ore dopo mi ritrovo in un parco recintato da quelle tipiche strisce bianche e rosse che caratterizzano una zona proibita momentanea. Il corpo di una donna era stato ritrovato lì inerme, inanime e una scena alquanto inquietante che rendeva il caso intrigante e altrettanto complesso. Analizzai di nuovo la scena del crimine: il corpo era situato su una panchina disteso sul fianco destro, sul collo erano presenti degli ematomi giallastri come se la vittima fosse stata presa dal collo con forza e stretta in modo da non soffocarla, con lo scopo di spaventarla o di bloccarla. Inoltre presentava l'amputazione di entrambi i diti medi e in mano tratteneva una esemplare rosa rugosa, introvabile da queste parti a meno che non venisse allevata in una serra. Sembrava un omicidio passionale, omicidio volontario. L'artefice era stato molto attento e ha curato ogni minimo dettaglio, ci troviamo di fronte ad un professionista. Che sia un serial Killer o un omicidio occasionale, non lo so ma la scena è un po' macabra e qualcosa mi dice che questo è solo l'inizio.

Tornati in ufficio c'è quel fastidioso gufo che aspettava Akaashi appoggiato con la spalla sinistra sul muro, mhhhh che rabbia sta sempre appiccicato a Keiji non ne posso più. Un gufo appiccicoso, un piccolo segugio e un grande cane da addomesticare. Sempre ad inseguirlo in tutto e per tutto, sembra quasi uno stalker, che fatica. Bokuto, Bokuto Koutarou mi sembra si chiami così. Un ragazzo alquanto strano e riservato, molto socievole ma allo stesso tempo molto stupido. Un po' infantile a parer mio ma contemporaneamente molto determinato ad ottenere ciò che vuole. Lui si trovava qui per un tirocinio ed era stato assegnato a Kuroo Tetsuro un consulente partner del capo (a livello lavorativo). Il mio capo è un uomo di poche parole, sta sempre sulle sue e nessuno sa mai cosa gli passi per la testa. Finisco di pensare ai problemi degli altri e preoccuparmi delle stranezze degli altri e continuo a lavorare sul caso. Questa volta è molto più complesso, mi sembra di star facendo un puzzle ma non riesco a far combaciare i pezzi, ho fin troppi pochi indizi. Finalmente il gufo si scolla e Akaashi si decide a darmi una cazzo di mano. Durante l'indagine lo schermo del cellulare di Akaashi si illumina più volte, incuriosito, faccio cadere la penna con cui stavo scrivendo a terra, alzo un po' lo sguardo e leggo qualcosa sul cellulare:

bokuto: hey hey hey!!!! Sapevo ti sarebbe piaciuto,notte piccolo detective.

Rimango allibito "sapevo ti sarebbe piaciuto...", "NOTTE PICCOLO DETECTIVE..." quel gufo deve avere qualche rotella fuori posto. Akaashi nota il mio cambio d'umore da concentrato, pensieroso a turbato e confuso.

Akaashi: Yams, tutto ok?

Yamaguchi: Sisi tranquillo tutto bene

Akaashi: sicuro perché all'improvviso hai cambiato completamente faccia

Yamaguchi: tranquillo era solo un po' di stanchezza, torno a casa per oggi puo' bastare... Vai a riposare anche tu.

6:00 A.M.

suoneria del mio cellulare, è il mio capo!

Capo: Yamaguchi c'è stato un femminicidio a via ***********, 34. Fai il prima possibile.

Mi alzo di botto, apro l'armadio, prendo per l'ennesima volta le prime cose che mi capitano in mano e esco come una furia di casa. Mi dirigo nel punto che mi è stato indicato e trovo un cadavere inerme su una sedia. La scena del crimine era molto simile a quella precedente solo che la vittima presentava ematomi violacei visibili sul volto, l'aggressore l'aveva picchiata però non era a mani nude. Sul pavimento trovai un mestolo di legno da cucina, probabilmente era quella l'arma con cui era stata violentata quella povera donna, misi il mestolo in una bustina che sarebbe andata alla scientifica in un secondo momento per essere analizzata, magari avrebbe trovato qualche impronta. Dato il colore degli ematomi, l'aggressione e omicidio è avvenuto di recente. Come nella prima vittima, anche alla seconda erano stati amputati i diti medi e anch'essa manteneva una rosa rugosa. Il mio istinto non sbagliava, siamo difronte ad un serial killer esperto. Analizzando il corpo e la scena del crimine erano passate tre ore.

Suoneria del mio cellulare, un'altra chiamata dal mio capo...

Capo: C'è stato un ritrovamento di un corpo a via **********, 9; fai presto c'è bisogno del tuo aiuto, non portai farcela in meno di mezz ora perché è dall'altra parte della città quindi ho mandato Kuroo ma sbrigati che è incapace da solo

Un altro omicidio...

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