Meridiano

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Come sei diverso, Severus.
Come brillano i tuoi occhi nella poca luce che ci concedono gli ultimi respiri del giorno.
E come sei vero.
Sei più vero di tutto quanto.
Anche quando ti nascondi dietro una maschera costruita per tenere lontano il mondo.
E io sono solo una ragazzina.
Una ragazzina innamorata di te e della tua storia difficile.
Innamorata del tuo silenzio carico di urla, e dei tuoi occhi che hanno visto un orrore di troppo.
Se solo potessero vederti, Severus!
Anche gli altri, così come ti vedo io.
Se solo potessero guardare cosa si cela dietro all'eroe sbagliato.
Ma forse il mondo non è pronto per la tua limpidezza.
Perché sei così limpido in mezzo al fumo che getti negli occhi per nasconderti, malgrado ogni tuo più ferreo tentativo.
Con il tuo senso di giustizia uncinato fino in fondo all'anima, tanto da farla sanguinare.
Con la tua lealtà ad ogni costo.
Con le tue promesse mantenute fino soffocarti il respiro.
E quanto vorrei uscire da questo sgabuzzino, che ci vede nudi e ansimanti, tenendoti la mano. Gridando al mondo che sono innamorata di te. Dell'uomo che non si è mai lasciato amare.
Lasciando che tu gridi al mondo quanto invece sei in grado di farlo. Di amare.
Vorrei raccontare di un uomo che ha annientato se stesso, fino all'ultima briciola di cuore, per poter garantire un futuro ad un mondo irriconoscente.
Vorrei raccontare che sei così meridiano nella tua tenebra eterna.
Così accecante.
È tutto lì, sotto i vestiti neri, le frasi sarcastiche e lo sguardo di ghiaccio.
È tutto qui. Davanti a me, in questo momento.
Sei fuoco e tenebra. Pioggia e sole. Gioia e tormento.
E sei mio. Delle mie braccia, dei miei sospiri, dei miei pensieri più nascosti, che neppure io sapevo di avere.
Mi scosti una ciocca di capelli, appiccicata alla fronte dal sudore.
Poi mi guardi.
Forse vorresti parlare. O forse invece vorresti solo continuare ad osservarmi senza un filtro polarizzato ad annebbiarti le iridi scure.
Sorridi.
È un sorriso vero. Quello che nessuno ha mai visto. Quello che nessuno ha mai sospettato.
È un sorriso per me.
Ti accarezzo una guancia.
Faccio per parlare. Poi mi blocco.
Non so se ho il coraggio di farlo.
Tu arricci lo sguardo. Con due dita mi sollevi il mento, costringendomi ad accogliere i tuoi occhi neri tra le palpebre.
«Non farlo...»
«Cosa?» te lo chiedo con paura. Perché so che tu hai sempre letto ogni piega della mia anima.

E si che stai leggendo anche questo mio desiderio.
«Non diventare come me. Parla quando puoi farlo. Dillo quando puoi dirlo...»
Smetto di respirare.
Vorrei baciarti. Ma non è tempo.
Vorrei stringerti. Ma non è tempo.
Forse vorrei addirittura scappare. Ma non è tempo.
È tempo di fare una cosa, e una cosa soltanto.
Trangugio la saliva. Sembra spessa come melassa.
Poi respiro. Lascio che l'aria mi riempia i polmoni fino quasi a farli scoppiare.
E poi lo faccio. Non divento come te, te lo prometto. Parlo quando posso farlo. Lo dico quando posso dirlo.
«Ti amo, Severus...»

Un attimo prima di arrendersiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora