Capitolo 13

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Fortunatamente tutto si era risolto per il meglio.
I ragazzi ben presto poterono riabbracciare i propri genitori e i propri fratelli, chi con disinvoltura, chi con riguardo e chi semplicemente era montato in macchina senza rivolgere una parola a nessuno.

Alejandro vide Heather incamminarsi per una strada solitaria, in mezzo a casupole grigiastre, fra piccoli palazzi che sfioravano all'incirca i ventiquattro metri d'altezza.
Era come se in città non fosse successo nulla, e niente fosse cambiato.

Il ragazzo pensò che forse non era il momento per parlarle, magari avrebbe dovuto aspettare qualche giorno, per vedere come sarebbero andate le cose.

Noah salutò cordialmente Cody, prima di seguire Ashley fino alla macchina del fratello.

Duncan aveva particolarmente il morale a terra, proprio come Trent.
Aveva osservato a lungo Dorian e qualcosa in lui non lo convinceva ( non solo per essersi portato via Gwen per quasi una giornata intera ), e solitamente il suo sesto senso non lo tradiva mai.

Ripensò alla dark.
Possibile che la ragazza fosse riuscita ad affezionarsi così tanto ad uno sconosciuto in appena...quanto? Una giornata?
Proprio lei che ad aprirsi con le persone ci metteva giorni, a volte settimane.

Vide sua sorella aspettarlo impazientemente alla macchina così affrettò il passo, lanciando un ultimo sguardo a quello strano punk, raggiungendo i due.

Trent ripose cautamente la chitarra nella custodia, per poi chiuderla, sedendosi sulla panchina, aspettando i suoi genitori.

Courtney stava litigando al telefono probabilmente con uno dei propri avvocati, poiché non si era ancora presentato nessuno per portarla a casa da scuola.
Riattaccò frustrata, domandandosi se ai suoi fosse almeno importato qualcosa di lei.
Si accasciò sulla panchina in cui stava Trent, cercando in tutti i modi di sbollentarsi dalla rabbia che le ribolliva nel sangue.

-Anche i tuoi si sono scordati di te?- chiese il ragazzo, intento ad instaurarci un dialogo.

-Sei molto d'aiuto- rispose seccata, incrociando le braccia.

Il chitarrista sapeva che per calmare gli spiriti, meglio non poteva esserci di un po' di musica.
Tirò nuovamente fuori la chitarra guadagnandosi un'occhiata poco convinta dalla stessa Courtney.

-Quale genere di musica preferisci?- le domandò con un sorriso sornione stampato sulle labbra, sapendo che l'avrebbe ignorata comunque.

-Classica, ovviamente- si girò giusto per avere i suoi occhi smeraldo fissati nei propri nocciola.
Incurvò il sopracciglio, aspettandosi una reazione.

Il ragazzo si risvegliò all'istante, brandendo la chitarra, disponendola nel migliore dei modi, cominciando a suonare ciò che gli riusciva meglio.

Wish you Were Here ( Pink Floyd )

Courtney la riconobbe subito, come sarebbe potuto accadere il contrario?
Ormai era diventata una canzone universale, sia grandi che piccini avrebbero saputo dire con certezza di quale canzone si trattasse dal primo singolo accordo.

Restarono lì in silenzio, a rilassarsi sulle dolci note della melodia.
La perfettina distinse del talento in Trent che non si sarebbe mai aspettata.
Solitamente strimpellava qualcosa a caso, giusto per far smettere le ragazze di chiederglielo.

Trent lasciandosi trasportare, non fece nemmeno più caso alla ragazza che lo fissava stupita.
Ripensava a Gwen e a tutti i momenti passati insieme, e al fatto che avrebbe dovuto abituarsi a non poterla avere più, perché era riuscito a sprecare il tempo passato con lei e a farsela sfuggire; la sola ragazza per cui avesse mai provato qualcosa di così puro e vero.

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