Capitolo 3

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Passai il resto del giorno steso sul letto a guardare la TV,ma in realtà la mia mente era altrove. Stavo pensando a questo Mario Götze..già fin ora mi ero preoccupato solo di conoscere le insidie del mondo umano,ma a lui non avevo rivolto manco un pensiero. Chissà com'era..Chissà se il suo carattere sarebbe stato accettabile....Chissà com'era la sua voce,il suo sorriso, i suoi capelli(questi dovevano essere perfetti,perché per me l'acconciatura é una cosa seria,non si scherza con me quando ci sono di mezzo i capelli),il suo modo di essere...E mi addormentai cosí,con un'immagine, forse inesistente, di Mario proprio davanti agli occhi che non andò più via e mi fece compagnia *rima* per tutta la notte.

Esattamente alle 7:00 la sveglia suonò e con entusiasmo e ansia mi alzai dal letto. Finalmente era arrivato il grande giorno...la mia missione era appena iniziata. Andai in cucina mangiai un toast in fretta e furia,mi feci una doccia,misi i miei vestiti migliori e ovviamente mi sistemai quel magnifico ciuffo biondo che mi ritrovavo. Alle 7:50 ero già fuori alla mia nuova scuola e ancora non avevo stretto amicizia con nessuno o meglio non avevo idea di chi potesse essere il mio protetto. I miei pensieri si fermarono al suono della campanella e mi diressi così in classe per la mia prima conversazione e interiezione con gli umani. Appena misi piede in classe e dopo aver rivolto un buongiorno generale, il prof si alzò e con un sorriso mi disse:

"Benvenuto Marco,questa che vedi davanti ai tuoi occhi sarà la tua nuova aula e quelli seduti ai banchi i tuoi nuovi compagni. Che ne diresti di fare una tua piccola presentazione?"

Chi?Dove?Come?Quando? U..u.una presesentazione di m..me stesso? E cosa avrei dovuto dire? Hey,salve a tutti sono un fottuto fantasma che é arrivato sul mondo un umano attraverso un teletrasporatore? Feci un cenno con la testa e cominciai: 

"Salve! Sono Marco Reus ,vengo da Dortmund e mi sono trasferito qui a Monaco ecco peeeer...emm...bhe ecco...per questioni familiari. Ho due sorelle e un fratello.La mia più grande passione é il calcio e mi ritengo anche abbastanza capace di giocarlo. Sono un genio matematico e questo é tutto"

il prof intervenne:

"É un piacere averti qui e conoscerti. Ora puoi sederti vicino a...vediamo un po. Ah si! Mario Götze"

e indicò un ragazzo all'ultimo banco,moro con un ciuffo rivolto verso l'altro(test capelli:promosso),gli occhi color nocciola,il colore della pelle era certamente piú scuro del mio e delle guancie paffutelle,ma non troppo.Mi sedetti accanto a lui e  presi i miei libri. Mario si girò e mi rivolse un sorriso. Quanto cazzo era bello! Dio mio! Ora era il mio turno interagire con lui e gli porsi la mia mano dicendogli:

"Piacere,Marco" e lui rispose:

"Il piacere é mio,Mario comunque"

Ci ritrovammo a ridere così,all'improvviso insieme,senza alcun motivo,ma la situazione mi piaceva e molto. Iniziavo a provare già un certa simpatia per quel ragazzo,ci ritrovavo un certo non so che nel suo...tutto.  Le ore successivo passarono in fretta e lisce come l'olio. A pranzo fu Mario che mi invitò a sedermi con lui a mensa. Restammo pochi minuti insieme da soli in tranquillità fin quando al tavolo non si avvicinarono altri due ragazzi che Mario mi presentò all'intaste:

"Bhe Marco,loro sono Kevin*un ragazzo alto,dai capelli biondi e la faccia un tantino allungata* e Robben*un ragazzo molto magro,senza capelli e dagli occhi verdi*.Robben,Kevin lui é Marco"

Mi salutarono con un sorriso e un'amichevole piacere detto in coro. Passai un piacevole pranzo in compagnia dei miei nuovi amici,erano simpatici,divertenti,coinvolgenti...mi ricordavano molto il mio Lewa,che a pensarci bene mi mancava terribilmente. Io e Mario ritornammo in classe e la giornata scolastica passò in fretta tra uno sguardo,un sorriso e l'altro. Appena arrivai a casa,mi buttai sul letto stremato,amavo questo mio nuovo stile di vita,ma la scuola mi stressava di giá. Avevo appena chiuso gli occhi quando il vibrare del cellulare mi disturbò il pisolino. Lessi il messaggio,che stranamente era di un numero sconosciuto,e diceva così:

"Fatti trovare al parco tra 15 minuti esatti" inconsciamente risposi:

"Verrò se prima mi dirai chi minchia sei"

Non dovetti attendere molto la risposta:

"Hahahahahahhaha,vieni al parco e lo scoprirai. Non aver paura"

Figurati se avevo paura e,dato che non mi piaceva essere considerato un fifone e non mi ritiravo davanti a niente e nessuno,decisi di andare a quel benedettissimo parco e interrompere la mia dormita. Arrivato a destinazione,attraverso un paio di indicazioni dettate da  dei cittadini del paese,non trovai praticamente nessuno,quel luogo era interamente deserto. Stavo per arrendermi quando una voce cauta e tranquilla mi sussorrò all'orecchio:

"Cerchi qualcuno?"

Feci tipo mm....un salto di tre metri.Quella era certamente la voce del mio protetto,era inconfondibile,l'avrei riconosciuta tra mille

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