park jimin, spogliarellista che sta cercando di disintossicarsi, vedrà l'equilibrio precario della propria vita andare a rotoli quando, dopo due anni di assenze, il suo ex jeon jungkook farà ritorno a seoul.
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storia co...
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Con un sospiro profondo entro al The Moon, appoggiando sul pavimento il borsone con il cambio e dirigendomi con calma al bancone per bere qualcosa.
Se dovessi dire che negli ultimi giorni sono stato male probabilmente sarei poco rispettoso nei confronti della mia dignità.
In questi giorni ho fatto pena.
Parlare con Jungkook, se quello che c'è stato può essere definito 'parlare', mi ha letteralmente distrutto.
Come sempre, quando si tratta di farmi del male sono disgustosamente bravissimo.
Non ho mangiato quasi nulla, una volta ho persino vomitato, e durante la notte nemmeno le felpe con il suo profumo mi hanno aiutato a dormire.
È come se adesso i suoi indumenti non mi bastassero più, non ora che, dopo due anni, si è presentato sotto i miei occhi. Corporeo. Reale.
Come posso accontentarmi, ora, di un surrogato? Come faccio a togliermelo dalla testa ora che ricordo di nuovo il peso esatto della sua mano sul mio fianco? Ora che ricordo di nuovo il timbro della sua voce che trema leggermente alla fine delle frasi quando è arrabbiato?
Non posso.
E questo non mi fa bene.
Oggi mi sono presentato a lavoro solo perché avevo paura di restare da solo in casa. Nel mobiletto sotto il lavandino del bagno ho qualche cosa che teoricamente non dovrei avere. Il mio psicoterapeuta non lo sa.
Non lo sa nessuno.
Ho paura di rimanere a casa da solo perché in questi giorni la voglia di aprire il cassetto e tirare fuori quella roba, e metterla nel mio corpo, era troppo forte.
È un anno. Tra due settimane è esattamente un anno che non tocco nulla.
Eppure ho come l'impressione che manderò tutto a puttane.
