Snowflake || Mikayuu

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- Ancora non ci credo che tu l'abbia fatto di nuovo! -
- Amore, non ho... -
- NON CHIAMARMI AMORE! -
Lo sguardo che Yu lanciò a Mika bastò a immobilizzarlo sul posto, esattamente al centro della stanza. Sapeva di avere torto, aveva ceduto un'altra volta dopo avergli promesso l'anno prima che non sarebbe più successo.
- Yu, ascoltami... -
- No Mika, non ti voglio ascoltare - Yu parlò a bassa voce questa volta. Era stanco di stare a sentire le sue scuse, stanco di rimanere a casa ad aspettarlo, stanco di riporre in lui una fiducia che, in quel momento, gli parve non si meritasse.

- Me l'avevi giurato, porca miseria. È da anni che va avanti questa storia - Mika vide gli occhi del marito velarsi di lacrime e non riuscì a sostenere il suo sguardo, consapevole di averle causate lui stesso con i suoi gesti. Prese a fissare la fantasia stampata sui suoi calzini, tanti alberelli natalizi su uno sfondo rosso ciliegia. Non che li amasse particolarmente, li trovava anche un po' imbarazzanti a dirla tutta. Ma glieli aveva regalati Yu un paio di Natali prima e lui li indossava in quel periodo con il solo scopo di vederlo sorridere ogni volta che glieli vedeva addosso. Pensare ai suoi occhi felici gli fece distendere l'espressione e lo riportò al momento presente, in cui invece Yu aveva iniziato a piangere in silenzio, senza smettere di fissarlo con i due enormi frammenti di giada che aveva al posto degli occhi. Mika provò ad avvicinarglisi e ad accarezzargli una guancia, raccogliendo un delle sue lacrime con il pollice. Lo vide chiudere delicatamente le palpebre e tentò di riprendere il discorso: - Yuu-chan... -

- Vado a dormire, Mika - disse lui senza alzare lo sguardo e dirigendosi in camera da letto trascinando i piedi. Gli occhi e il cuore di Mika si riempirono di una profonda tristezza nel vedere la persona che più amava al mondo in quelle condizioni.

Si accasciò sul divano, senza avere il coraggio di seguirlo nel tentativo di parlargli e vergognandosi di se stesso per la propria vigliaccheria. Chiuse gli occhi e si concentrò sui suoni provocati dai movimenti di Yu nella stanza accanto. Il tintinnio della cintura, il fruscio degli indumenti sfilati, il colpo forse un po' troppo forte rispetto al solito dell'anta dell'armadio che si chiudeva. Il rumore di un naso soffiato... Mika sapeva che il suo Yu stava continuando a piangere, ma per qualche strana ragione le gambe lo tenevano bloccato al divano impedendogli di correre ad abbracciarlo e a dirgli quanto fosse dispiaciuto.

Quando riaprì gli occhi il suo sguardo cadde sulla fotografia incorniciata sopra lo scrittoio. Era lì da sempre, non c'era bisogno di guardarla attentamente per sapere cosa ritraesse, eppure ciò che catturò l'attenzione di Mika in quel momento fu sufficiente a dargli la forza di alzarsi, afferrare la piccola cornice e raggiungere a sua volta la camera da letto.

Yu si stava infilando sotto le coperte e quando lo vide entrare si affrettò a tirarsi il piumone sulla fronte e a nascondere il viso nel cuscino per evitare che Mika lo vedesse con gli occhi ancora rossi e il naso colante. Ma quella premura non bastò a fermare il marito, che si avvicinò al letto e si sedette accanto alla schiena che Yu gli stava rivolgendo. - Yuu-chan - lo chiamò, stringendo ancora la fotografia tra le dita. Non ricevendo risposta provò a chinarsi su di lui. Non riusciva a vedere il suo volto, rimasto nascosto sotto le lenzuola, ma delicatamente portò la fotografia all'altezza dei suoi occhi e sussurrò, vicinissimo all'orecchio: - Yuu- chan, ti ricordi di quel giorno? -

❄️

Trascorrere il Natale nella casa fuori città era una tradizione per le famiglie di Mika e Yu da prima ancora che loro venissero al mondo. I loro genitori si conoscevano dai tempi della scuola, erano stati testimoni di nozze gli uni degli altri e anni dopo erano stati scelti reciprocamente come padrini e madrine dei figli. Tranne che per la parentela di sangue, erano una famiglia a tutti gli effetti e nessuno dei loro conoscenti si era stupito quando avevano deciso di fare un investimento tutti insieme e comprare la casa in montagna in previsione di un futuro con dei bambini. Mika e Yu avevano imparato fin dalla tenera età ad associare quel luogo alle vacanze estive e invernali, inclusi quindi Natale e Capodanno.

Non passava anno in cui non vi si recassero tutti insieme ed era ormai impossibile tenere il conto della quantità di giochi e avventure che i due amici avevano inventato e vissuto in quella casa magica al confine del bosco. Rappresentava un mondo a parte, un regno solo loro in cui tutto era possibile, dalle apparizioni di alieni e folletti alle sconfitte di eserciti e maghi cattivi. In particolar modo del temibile "mago di Oz", come avevano chiamato il loro acerrimo nemico prendendo spunto dal titolo di quella che in assoluto era la loro avventura preferita.

Più volte avevano progettato fughe notturne nel bosco, da cui solitamente erano tornati in lacrime urlando ai genitori di aver visto lupi mannari o mostri dai mille occhi pronti a mangiarseli in un sol boccone. Ma ogni volta, nonostante i numerosi spaventi che negli anni si erano presi durante queste loro pericolose avventure, ricominciavano daccapo a sfidare qualunque creatura o pericolo si parasse loro davanti. E lo facevano insieme, spalla a spalla. Dove mancava uno c'era l'altro, dove vacillava uno c'era l'altro a fargli forza, dove cadeva uno c'era l'altro ad aiutarlo a rialzarsi. Era così da sempre, dal giorno in cui Mika aveva imparato a camminare, proprio in quella casa. Quando aveva iniziato a muovere i primi passi da solo, anche Yu vedendolo si era alzato in piedi e l'aveva seguito, per poi appendersi alla sua tutina dopo un paio di passi e trascinarlo accanto a sé di nuovo con il sedere per terra, provocando una risata contagiosa dalle loro boccucce senza denti.

Era il giorno di Natale del loro settimo anno quando Yu, a metà del pranzo, con ancora il piatto pieno, era sceso dalla sedia ed era corso a guardare fuori dalla finestra. - Mika, Mika vieni a vedere! - aveva strillato facendogli segno di avvicinarsi con la manina. Mika l'aveva raggiunto all'istante ed entrambi avevano incollato i nasini sul vetro gelato, lasciando piccoli aloni di condensa con il loro respiro per osservare la neve che aveva iniziato a cadere in grossi fiocchi bianchi e luminosi. Ignorando i richiami dei genitori, avevano infilato alla bell'e meglio cappelli e guantini ed erano usciti di corsa per godersi quello spettacolo. Con gli occhioni che brillavano puntati al cielo, avevano tirato fuori la lingua e lasciato che i fiocchi delicati vi si posassero sopra, finché un singolo fiocco non si era appoggiato sulla punta del naso di Yu. Mika portò il ditino lì dove c'era il fiocco e, nel tentativo di vedere cosa stesse combinando l'amico, Yu incrociò gli occhi verso il basso, strappandogli una risata incontrollata. Vedendo che Mika non smetteva di ridere si indispettì e lo spinse per terra, facendolo atterrare sulla neve fresca e lasciandosi cadere accanto a lui.

- Mika - disse dopo aver smesso di ridere e il respiro era tornato regolare.
Il bimbo biondo, con le guance rosse per il freddo, si voltò ad ascoltarlo e Yu continuò: - Anche quando saremo grandi verremo qui a Natale? -
- Ma certo, che domande fai? -
- Ma... me lo prometti? - Mika annuì, guardandolo negli occhi con un'espressione serissima.
Fin quando non tornò a concentrarsi sulla neve che cadeva sopra di loro e il sorriso furbetto tornò sul suo volto: - Sei proprio uno scemo, Yuu-chan -

❄️

Yu osservò a lungo la foto che Mika aveva posato sul cuscino davanti ai suoi occhi. La fotografia che uno dei genitori aveva scattato proprio quel giorno nascosto dietro le tende della casa e che li ritraeva sdraiati nella neve, occhi negli occhi e mano nella mano. - Come potrei dimenticare? -
- Ti ricordi anche cosa ci siamo detti? -

Yu si voltò a guardarlo, con gli occhi lucidi e le ciglia ancora umide di lacrime, e annuì. - Ti chiedo scusa se gli scorsi anni non sono riuscito a mantenere la promessa, ma questa volta niente mi impedirà di portarti in quella casa e trascorrere lì Natale e Capodanno. Da soli o in compagnia non sarà importante, mi basta che ci sia tu con me -

Yu tirò su col naso e annuì di nuovo, senza dire una parola. Mika, portandogli una mano sulla guancia e lasciando che vi si appoggiasse, gli diede un delicato bacio sulla tempia. - Te l'avevo promesso, Yuu-chan - Il moro sorrise, ormai arreso alla dolcezza dei gesti del suo uomo, e gli posò un bacio gentile sulle labbra. - Sono sicuro che sarà un bellissimo Natale. -

A Mika era bastato il ricordo della promessa fatta a Yu anni prima per decidere di chiamare il proprio capo e dirgli che per quell'anno si sarebbero dovuti arrangiare senza di lui, anche a costo di farsi licenziare. Perché niente sarebbe mai stato più importante di rendere felice l'uomo che era letteralmente il suo compagno di vita.

~BeOnArlert

𝚃𝚠𝚎𝚕𝚟𝚎 𝙳𝚊𝚢𝚜 𝚘𝚏 𝙲𝚑𝚛𝚒𝚜𝚝𝚖𝚊𝚜; multiship (oneshots)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora