Quando la strada che prendi sembra sempre in salita
ti vorrei dire che va tutto bene
quando la fortuna è travestita da sfiga
ti vorrei dire che va tutto bene
quando sembra finita e la speranza è finita ti vorrei dire che va tutto bene
-Fedez, ti vorrei dire
Jennifer non aveva mai litigato con sua madre, beh almeno non in quel modo, il padre continuava a dirle che doveva scusarsi, ma lei non voleva; le cose che aveva detto erano vere, erano cose che pensava, quindi per cosa avrebbe dovuto scusarsi?
Solitamente lei e sua madre non avevano queste discussioni, per il semplice motivo che non avevano un rapporto così intimo, ed era Jennifer la prima a non volere questo tipo di rapporto. Lei si reputava una ragazza troppo complessa e pensava che alla gente questo non piacesse, sua madre faceva parte della "gente", ma anche se non ne avesse fatto parte lei non le avrebbe parlato, sua madre non poteva aiutarla quindi perchè farla preoccupare inutilmente?
La madre di Jennifer pensava invece di non aver fatto abbastanza, pensava di non essere abbastanza presente, di non essere abbastanza affettuosa.
In quel momento seduta sulla poltrona del marito si domandava cosa avesse sbagliato e cosa avesse portato sua figlia a desiderare la morte, lei non vedeva nulla di sbagliato in sua figlia, la reputava una bella ed intelligente ragazza.
Probabilmente questo era vero, ma c'è un problema, un problema che accomuna tutti, nessuno escluso: nessuno si vede per quello che realmente è.
Jennifer pensava a questo, come la vedevano gli altri? Era davvero chi credeva di essere o era semplicemente un'illusione la sua?
Era stanca di quei pensieri, ma comunque gli avvenimenti del giorno prima le tornarono in mente
"Vuoi condividere la tua esperienza con noi?"
Mi chiese un ragazzo del gruppo di sostegno
"Oh si, ho proprio voglia di condividere le mie esperienze con un gruppo di sconosciuti"
Risposi ironica
"Noi abbiamo condiviso i nostri pensieri con te. Fidati di noi"
Mi rispose
"Fidarmi di voi? "
Dissi ridendo ed alzandomi per uscire da quel posto
"Già finito?"
"Mamma! - mi lamentai - davvero sei rimasta qui fuori per controllarmi?!"
"Jen, la scuola mi ha chiamato. Io non ho detto nulla perché pensavo che avessi bisogno del tuo tempo, ma stai davvero esagerando, quindi da domani ti accompagneremo o io o tuo padre a scuola, e ci assicureremo che non la salterai"
"Non voglio andarci! Non puoi costringermi!"
"Jennifer, ascoltami, io ti capisco, capisco che ti è costato molto trasferirti, ma non puoi comportarti così, stiamo solo cercando di aiutarti"
"Mi capisci? Davvero?"
"Si"
"Davvero?!"
"Si, io-"
"Tu non capisci invece!"
Le urlai contro. Lei non sapeva cosa voleva dire addormentarsi sempre piangendo, lei non sapeva cosa voleva dire non sentirsi abbastanza per nessuno, non sapeva com'era guardarsi allo specchio e chiedersi cosa ci fosse di sbagliato in se, non sapeva cosa volesse dire desiderare la morte, non sapeva com'era aver paura di se stessi, non sapeva cosa volesse dire tentare il suicidio e svegliarsi in una camera d'ospedale con delle bende sui polsi, non sapeva com'era svegliarsi e trovare i propri genitori distrutti, non sapeva cosa volesse dire sapere di esserne la causa; lei non lo sapeva quindi doveva stare zitta!
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"Hemmings": bad girl school
Ficção AdolescenteLa gente ha smesso di vedere e si limita a guardare, non si accorge della tristezza che si nasconde dietro una risata, non nota quanto gli occhi brillano davvero o è solo il riflesso della felicità di qualcun'altro ******** "Dio - fece cadere la tes...