«C'è una macchia viola in cielo» osservò stupidamente il Presidente Kane, sfiorandosi il mento dove un accenno di barba nera faceva capolino. «Sai cosa dicono le Sacerdotesse? Che Mhium è arrabbiato con noi» affermò, sbattendo le grandi mani sul tavolo. Tutti gli oggetti appoggiati sulla superficie non troppo liscia vibrarono e si lamentarono in una flebile eco per tutta la Sala del Consiglio. Milho, che stava leggendo il suo libro di religione, sussultò al forte rumore, poi riprese la sua lettura. L'uomo ritrovò immediatamente la calma, forse ricordando a se stesso il proprio ruolo. Non doveva reagire con scatti d'ira: il suo compito era quello di moderare i cittadini, non di contraddirli. «Questa religione sta diventando un problema. Persino i libri per bambini parlano delle divinità, le Sacerdotesse vogliono ottenere il potere tramite la loro stupida dottrina. Io credo in questa religione, ma è una cosa che deve restare separata dal governo di questa città. Quelle donne sono subdole, nessuno sa cosa pensino veramente. Sicuramente ci sono loro dietro a questa congiura di cui si parla.»
A voce bassa, avendo cura che il figlio non sentisse, Myen rispose: «Sa bene che questo è il loro modo per tirarsi fuori dai problemi. Io non sono qui per risolvere i suoi, ma voglio solo protezione per Milho, me lo deve». Forse non doveva parlargli in un modo così diretto, ma quando la donna aveva accettato di aiutarlo, lui le aveva garantito protezione, se non a lei, almeno al suo bambino.
Kane sospirò. «Sapevo già che saresti venuta, ma non posso offrire protezione a entrambi. Le persone si chiederebbero cosa avete di speciale voi due e non posso certo dire loro che ti ho ingaggiata per rubare un frammento di stella caduta.» Myen non lo disse, ma si domandò chi mai, nel trambusto che questo imprevisto aveva creato, si sarebbe accorto della sua assenza. Poco importava: a lei interessava che Milho stesse bene.
Myen guardò il suo bambino, sperando che non stesse ascoltando. Accettando di aiutare il Presidente si era cacciata in un bel guaio e se qualche Sacerdotessa avesse scoperto del suo furto l'avrebbe sicuramente giustiziata per placare l'ira di Mhium. Perché ovviamente si trattava di un problema religioso e non di qualcosa di pericoloso, per esempio una catastrofe naturale in arrivo, una pioggia radioattiva o qualche altro disastro. D'altro canto, lei era la sola a possedere le conoscenze adatte, poiché era stata probabilmente l'unica persona ad ammettere a se stessa che gli Dei non esistevano e mai sarebbero esistiti. Tutti accettavano la scienza, ma nessuno aveva mai osato studiare il Makova, nessuno tranne lei.
«Almeno è servito a qualcosa studiare quel frammento?» domandò la donna appoggiandosi una mano sul fianco. «Non vorrei che togliendolo abbiamo rovinato qualche strano equilibrio che si era creato in quella zona. È possibile?» domandò, cercando una spiegazione scientifica a ciò che stava succedendo. Se davvero fosse stato causa del frammento, sicuramente lo avrebbe saputo. Aveva dedicato anni allo studio di quelle stelle morte, conosceva ogni singola attività dentro di loro ed era giunta alla conclusione che non erano altro che rocce. Pietre lunari, certo, ma pur sempre pietre.
«Non penso che la causa sia il frammento, Myen» sussurrò il Presidente volgendo nuovamente lo sguardo verso l'anomalia in cielo. I suoi occhi vagarono lontano, verso un mondo immaginario che non sarebbe mai esistito. Parve intrattenere una conversazione con se stesso.
La donna assunse uno sguardo stupito. «Non penserà anche lei che si tratta dell'ira di un Dio, voglio sperare.»
Il Presidente non rispose, ma Myen non riuscì a interpretare quel silenzio come un assenso. Era un silenzio di riflessione, paura e pura ignoranza. Nessuno sapeva realmente cosa stesse succedendo davvero. Ma guardando il bordo dorato della grande finestra della Sala del Consiglio, che incorniciava perfettamente l'anomalia in cielo, facendone un quadro stupefacente, una cosa era ben chiara: quella macchia si stava allargando. E pulsava.
Un boato si riverberò per tutto il palazzo e pochi secondi dopo una guardia, la donna che l'aveva fermata all'entrata, si precipitò di corsa verso il Presidente. «Alcuni cittadini stanno cercando di entrare nel palazzo!» gridò, pur mantenendo un tono fermo.
Kane si allarmò. Abbandonò la sua posizione rilassata e Myen poté quasi vedere i suoi nervi tendersi per l'ansia. «Voi due, andate nella torre!» ordinò ai due ospiti nella Sala del Consiglio. La donna sapeva bene che nella torre sarebbero stati al sicuro, in effetti era lì che il Presidente l'aveva ricevuta, a tarda notte, quando gli aveva consegnato il frammento di stella. «Portalo con te» ordinò, quasi le avesse letto nel pensiero.
Myen si avvicinò al cassetto e fece appena in tempo a prendere quella pietra bianca, prima che la guardia la prendesse per il braccio e conducesse lei e Milho verso la torre. Era incredibile quanto moderno fosse quel luogo, in confronto al resto della città. Dopo aver percorso un numero indescrivibile di gradini e oltrepassato innumerevoli porte chiuse giunsero davanti a un portone bianco. La donna in divisa appoggiò una mano su un pannello accanto all'entrata e davanti a lei comparvero una serie di numeri e lettere. La guardia compose abilmente un codice che Myen non riuscì a ricordare e li spinse dentro violentemente, per poi richiudersi la porta alle spalle e tornare dal Presidente.
Milho non aveva ancora detto una parola dal loro arrivo al Palazzo, così la madre si avvicinò al figlio seduto a gambe incrociate in un angolino della sala. «Tutto bene, piccolo?» Lui la guardò, lo sguardo perso nel vuoto. Si limitò ad annuire, nessuna traccia del bambino vivace di quella mattina. Non era mai stato silenzioso e la cosa preoccupava Myen; non capiva cosa fosse successo: si era rintanato nel suo libro di Scritture Antiche e non aveva reagito in alcun modo a quanto accaduto in quella infernale giornata. «Puoi dirmelo, so che preferiresti essere a casa» aggiunse per indurlo a dirle la verità.
«Posso vedere la stella?» domandò incuriosito, abbandonando finalmente la raccolta di storie religiose. «Pensavo che avessero un'altra forma.» Quest'ultima affermazione strappò un sorriso alla donna, che prese il frammento e lo porse al figlio.
«Le stelle sono molto grandi, sai? Questo pezzo è come un granello di sabbia in tutto il deserto» gli raccontò guardandolo ammirare quella pietra chiara.
«Le Antiche Scritture dicono che ogni stella è parte del corpo di Shala e che con la sua morte ha punito i cattivi scagliandole su di loro. Secondo te la macchia viola è una cosa simile?» domandò guardandosi intorno, in una stanza senza finestre che non permetteva di vedere l'anomalia in cielo.
«Non so cosa sia quella cosa, ma posso assicurarti che nella faccenda non c'entra nessun Dio. È solo un fenomeno che deve essere studiato, ma non bisogna preoccuparsi. Tu sei al sicuro» ma proprio mentre cercava di rassicurarlo Milho sparì nel nulla, come se fosse diventato invisibile, e portò la stella con sé. «Milho!» gridò disperatamente la donna.
Corse verso il portone da cui era entrata e cominciò a sbattere violentemente i pugni contro di esso. «Aprite, dannazione!» Ma non avrebbe aperto nessuno: la vita del Presidente era più importante della sua o di quella di suo figlio. Rassegnata, ritornò nel punto in cui il bambino era sparito e cercò di capire cosa fosse successo. Quando fu chiaro che non avrebbe mai scoperto dove Milho fosse andato, si sedette, guardò il vuoto e attese che qualcuno venisse ad aprirle. Non pianse, perché le lacrime non le uscirono, ma sfruttò il tempo per raccogliere tutte le sue forze per ritrovare quel bambino. Poco importava di capire cosa fosse quella macchia viola in cielo, non si sarebbe fermata davanti a niente. Se il Presidente centrava qualcosa in quella misteriosa scomparsa, non sarebbe stata necessaria alcuna congiura: Myen lo avrebbe distrutto con le proprie mani.
SCRITTURE MODERNE -Capitolo 3-
Proprio quando il mondo sembrava tornato alla perfezione, cominciò a implodere su se stesso. Era chiaro che nessuno aveva il diritto di sfidare le sue leggi, ma se l'uomo non rispetta il patto, l'accordo salta. Ed è esattamente quando il mondo si arrabbia che uno Yaman deve avere paura, perché dietro di sé non lascia altro che il Nulla. [..]
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Non ho particolari commenti da fare a questo capitolo: lascio a voi questo compito.
Volevo solo dirvi che Giovedì ricomincerà la scuola, quindi il mio tempo per scrivere sarà ridotto. Non aspettatevi aggiornamenti frequenti, ma prometto che non lascerò passare troppo tempo.
Al prossimo capitolo!
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Shala - La stella caduta del Makova-
FantasyIl mondo era un gran disastro. L'anomalia nel cielo di Sulys aveva diviso la città fra fanatici della religione, approfittatori delle Antiche Scritture e chi vedeva quei vecchi libri come storie per bambini. Myen, Cam e Nyha hanno capito troppo tard...