CAPITOLO QUINDICI

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TAMARA

La mattina dopo, abbiamo fatto l'amore, di nuovo, tre volte. Siamo tutti e due sudati e io, sono accoccolata sul suo petto. Va prima su e poi giù, veloce e poi lento. Le sue dita sono tra i miei capelli e mi accarezza il fianco con l'altra mano.
Mi giro, lo bacio e la passione riscoppia tra di noi.
Facciamo l'amore un'altra volta.

Abbiamo fatto la doccia insieme. Abbiamo fatto colazione insieme. Siamo in macchina e stiamo tornando a Seattle. In macchina mi sento stanca, guardo fuori dal finestrino e mi addormento.

<<Amore, siamo arrivati.>> sussurra.
Mi giro e lui mi bacia.
<<Scusami, mi sono addormentata.>>
<<Tranquilla. Ci sta, dopo la nottata .... >>
E che nottata...
<<Di sesso sfrenato>>.
<<Sboccacciata>>.
<<Solo quando si tratta di lei, Signor Hunter... >>.
Sospira e stringe il volante.
<<Sono mancata a lei, Signore?>>
<<Penso di avertelo dimostrato Signorina Foley>>.
Direi proprio di sì. Alzo gli occhi al cielo. Lo bacio ancora una volta, prima di dirigermi verso la porta di casa mia.
Chris, mi ha promesso che parleremo a cena sabato prossimo.
Non vedo l'ora.
Che mi metto?

CHRIS

Quando lascio Tamara a casa sua, mi dirigo verso l'hotel di Abigail.
Cristo, se solo sapessi, da dove potrei cominciare nello spiegarli la situazione.
Arrivo al Hotel Plaza, mi parcheggio sotto l'hotel, prendo l'ascensore e salgo su.
La reception è gremita di gente. Ma chi viene a Seattle ora?
Mi faccio spazio e chiedo la camera della signorina.
Salgo su e busso alla porta.
<<Amore, finalmente>> Mi bacia, ma non apro la bocca. Non rispondo alle sue labbra.
<<Abigail, dobbiamo parlare.>>
Quella frase la fa pietrificare.
<<Cosa succede?>> risponde.
<<Succede che ehm. Insomma,>> mi schiarisco la voce, <<Dobbiamo finirla. Io non ti amo.>>
Ecco l'ho detto. Lei mi guarda e comincia a ridere. Una risata da psico.
<<Perché credi che io ti amo? No. Insomma sei bello, ma... mi ha fatto comodo. Mi fa comodo. E io faccio comodo a te. Non ti pare?>>
<<Cosa?>> Ora sono io, che rimango di merda. Ha finto? Beh, meglio non ci rimane male. Ma allora chi è per davvero questa donna?
<<Si beh, cosa credevi? Che ci sarei stata male? Ti avrei pregato in ginocchio?>>
<<Beh...>>
<<Immaginavo. Ma c'è un problema Chris. Aspetta un attimo.>>
Lei, va in bagno e quando torna ha tra le mani qualcosa.
Un test di gravidanza.
<<È positivo. Ed è tuo. Sono incinta. Incinta Chris!!!>> Si siede sulla poltrona e mi fissa, incrocia le gambe e dice: <<Ti ricordi la sera, dopo la cena a casa di tua madre? Quando siamo tornati, abbiamo sfondato il letto, beh...Abbiamo fatto questo casino. Ma voglio tenerlo. Non voglio star da sola per tutta la mia vita, voglio avere dei figli. Insomma, tu non sei l'uomo della mia vita ma, non voglio abortire.>>
Sono scioccato.
<<E io che ne so, se è mio per davvero?>>
<<Mi stai dicendo....per caso, che sono una puttana? O stai solo scherzando?>>
<<No. Sto dicendo che non mi fido. Non può esser mio. Sono stato attento.>>
<<Non penso proprio. Eravamo un po' ubriachi, non ricordi il vino? Anzi le bottiglie di vino che ci siamo scolati prima? Dai Chris, ogni tanto al di fuori del lavoro, prenditi qualche responsabilità.>>
Ha un tono antipatico e il sangue mi sta ribollendo.
<<Io non voglio il TUO bambino. Cercheremo qualcuno di affidabile, che non faccia la minima parola del fatto. Devi abortire.>>
<<Non se ne parla! Il corpo è mio, decido io.>>
<<Ma io non voglio questo bambino. Ti ripeto, non può esser mio.>>
<<Hai un'altra?>>
<<Cosa?>>
<<Lo so. È quella Tamara giusto? Ho visto come la guardavi durante la sfilata, quando sei sparito e tornato con lei. Alla cena. Forse stanotte sei stato con lei, non è vero?>>
<<Non mettere in mezzo, persone che non sono presenti.>> Mi sto incazzando. Lei si alza viene verso di me e dice: << Bingo!>>
<<Ascolta.>> mi mette una mano sopra la spalla, ma io mi tiro indietro.
<<Tu riconosci il bambino. E io non le dico per ora la verità. Se non lo fai, beh, la chiamo subito...>>
Troia. Puttana. Maledetta.
<<È un ricatto?>> ormai, l'odio nei suoi confronti è immenso. La questione si fa sempre più ardua.
Lei ride, si versa un po' di champagne nel bicchiere e dice:
<<La sera che mi hai scopato, mi hai chiamato Tamara, ma eri troppo ubriaco per ricordarti... Io non ti ho detto nulla. Pensavo che fosse l'ennesima puttana che hai fottuto. Ma poi, quando mi hai proposto di farmi aiutare da lei, ho collegato i puntini. Matthew, mi ha raccontato di quando ti ha trovato in ufficio, addosso a quella povera illusa che crede di aver fatto innamorare lo scapolo ambito di New York. Insomma, abbassarti con una così. Una specie di donna in carriera... >>
<<Non parlare di lei così. Lasciala fuori dalla tua cattiveria!!!>>
Mi lancia il bicchiere in faccia, fortunatamente, riesco a schivarlo e comincia ad urlare:
<<La mia cattiveria? TU, COGLIONE, TU, mi hai messo incinta, mi hai mentito e ora sono io la cattiva? Ma non ci pensi? Si sta parlando di tuo figlio. Non è solo mio. È nostro.>> Sbotta a piangere cadendo per terra.
La guardo, sinceramente non mi fa pena.
<<Cosa vuoi da me?>>
<<Che riconosci il bambino. È tuo. Te lo giuro.>>
<<E poi? Cosa vuoi i miei soldi? Posso darteli anche senza bambino...Se ne hai bisogno. Lo so, da dove vieni. Tu e tuo fratello siete stati adottati. Conosco la verità, venite da una famiglia povera. Cosa vuoi? Che non mi sia informato?>>
Lei alza lo sguardo. << No. Non voglio i tuoi soldi. Voglio il mio.... IL NOSTRO bambino.>>
<<Il tuo.>> Rispondo secco. La prendo per un braccio e la faccio sedere a bordo del letto.
<<Ti ho mentito prima.>>
Apro gli occhi.
<<Su cosa?>>
<<Io Chris. Ti amo.>>
Sono scioccato. Questa qui, forse o no, è pazza.
In quel momento squilla il mio telefono.
È mio zio. Ma non rispondo.
Abigail si asciuga le lacrime con le mani e io, le passo il mio fazzoletto bianco.
<<Ascolta Chris. So che non mi ami. Ma so chi ami. Sono incinta. Non voglio problemi. Ci ho messo tanto ad avere quello che ho. Voglio che la cosa funzioni tra di noi, proviamoci. Diamoci una possibilità.>>
Sospiro. << Ma io non ti amo.>>
<<Puoi imparare a farlo. Altrimenti...>>
<<Altrimenti...?>>
Si alza in piedi e mi sfida con lo sguardo.
<<Dirò io la verità a Tamara. Deve sapere, se lei ti ama.>>
Mi alzo e le vado in faccia.
<<Non ti azzardare a dirle nulla. Lasciala fuori da questa storia. Ma poi perché continui ad insinuare che io e lei siamo stati o siamo insieme?>>
<< Ti si legge in faccia ogni volta. Quando la guardi, quando le parli. Insomma, innamorata si, stupida no. Lo so che la ami Chris. Lo sanno tutti. Allora? Che fai? Glie lo dici o glie lo dico io?>> Mi sfida. Vorrei rinchiuderla qui dentro ed evitare che faccia danni, ma la mia coscienza è pulita e tale deve rimanere.
<<Non c'è bisogno. D'accordo. Non voglio perderla le dirò la verità, ma appena sarà possibile voglio fare un test del DNA. Non credo che sia mio. So come mi muovo.>>
<<Non se ne parla. Sono sicura al cento per cento.>>
<<Io no.>>
Sbruffa. <<D'accordo. Perderai solo tempo, non sto mentendo.>>
<<Meglio esser sicuri.>>
<<Ora forza, andiamo abbiamo un Jet per New York.>>
<<Non sei arrabbiato? Insomma, mi permetti di venire con te.>>
<<Se fossi davvero incinta del mio bambino, non ti lascerei mai a piedi. Comunque sia, una donna incinta non si può abbandonare.>>
Lei mi guarda con gli occhi lucidi. <<Grazie.>>
Non rispondo, apro la porta e mi dirigo verso la mia macchina.
Non l'aspetto neanche.
Quando siamo in macchina, passo davanti la casa di Tamara.
Guardando la porta di casa sua, mimo una parola.
"Amore ti amo ma devo dirti addio."

The big Forbidden Apple. I PARTE.WE BELONG TOGETHER.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora