6. CORSA ALLE ARMI
"L'inferno è lo stato di chi ha cessato di sperare."
(Archibald Joseph Cronin)Due giorni dopo
Ariade si svegliò ben presto quella mattina perché il suo stomaco aveva brontolato tutta la notte. Per fortuna tutto era già pronto per la colazione: dal tè al caffè, dalle brioches ai biscotti, e soprattutto le marmellate che lei tanto amava.
"Buongiorno." La salutò Barbara con un sorriso.
Agnes stava seduta accanto alla madre e mangiucchiava in silenzio, era la bambina più tranquilla che Ariadne avesse mai visto.
"Buongiorno a voi. Jules, mi passi una brioche?"
Il fratello minore le passò il contenitore con la mano che tremava un poco, segno che era rientrato dall'ennesima notte di bagordi. A renderlo palese erano anche le occhiaie scure intorno agli occhi e l'essenza di rum malcelata dal profumo.
"Non mangiarle tutte. Lasciane un paio per me."
"L'alcol non ti ha riempito abbastanza?"
"Quello a malapena riempie i vuoti dell'anima."
Julian ridacchiò e scosse la testa, poi addentò un biscotto e bevve un sorso di caffè bollente.
"Ariadne, oggi vado dalla parrucchiera. Vuoi venire?" le propose Barbara.
"Mi piacerebbe ma non posso, devo incontrare un'amica."
In verità Ariadne non aveva alcun impegno, aveva solo voglia di andare al Garrison e chiacchierare un po' con Margaret. Sperava anche di poter incontrare Tommy. Ricordava bene la sensazione calda delle mani di Tommy sul corpo, il suo braccio a cingerle i fianchi, e le sue labbra a baciarla con passione.
"Dovresti andarci per aggiustare il monociglio che ti sta sputando in faccia." disse Julian.
"Sei un imbecille, Jules."
Ariadne non era una ragazza che curava il proprio aspetto in maniera morbosa, anche perché le spese erano molte e i soldi non bastavano per tutto. Affitto e cibo erano sempre stati la sua priorità. Per i vestiti bucati o rovinati interveniva lei stessa col cucito, infatti molto spesso realizzava di sua mano gonne e maglioni.
"Dico solo la verità."
"Lascialo perdere, sei bella così." Disse Barbara.
Era una donna molto gentile e pacata, proprio come piaceva a Marianne Evans. Eric da ragazzo era innamorato perso della sorella di Barbara, però il loro matrimonio era stato combinato anni prima e alla fine gli affari ancora una volta avevano prevalso sull'amore. Col tempo, e con tanta pazienza, Eric si era davvero affezionato a Barbara e insieme sembravano felici.
"Ti ringrazio, Barbara. Il fatto è che Julian è invidioso dei miei capelli."
"Ovvio! Sarei cento volte più bello se avessi i capelli rossi come i tuoi." Replicò lui.
Quel momento di serenità fu interrotto dall'arrivo della domestica che recava un pacco rosso fra le mani.
"Scusate il disturbo. E' arrivato questo pacco per il signor Evans."
Barbara prese in consegna la scatola e tirò la nocca bianca per scartarlo.
"Ci penso io. Grazie."
La domestica si congedò con un mezzo inchino. Ariadne e Jules si sporsero per guardare il contenuto del pacco, mentre Agnes era tutta concentrata a spezzare i biscotti nel latte. Il tempo sembrò congelarsi dopo aver sollevato il coperchio.
"Oh, per la miseria!" gridò Barbara nel panico.
Agnes stava per sbirciare ma la madre le coprì gli occhi con la mano e la portò fuori dalla stanza.
"Che succede?" esordì Eric, giunto dallo studio per le urla.
Nella scatola giaceva un cuore, sotto di esso si era formata una pozza di sangue ormai raggrinzito. Sulla parte di arteria ancora attaccata c'era un biglietto: questo è solo l'inizio.
"Chi può aver fatto una cosa simile?" domandò Julian nello shock totale.
Eric e Ariadne si scambiarono un'occhiata loquace: era stato Mick King.Tommy si stava facendo la barba quando Arthur fece irruzione nel bagno di casa sua senza preavviso.
"Che cazzo vuoi, Arthur? Non posso farmi neanche la barba in pace."
"Sono venuto a dirti che abbiamo risolto quel problema con i cinesi. Il carico è arrivato a Londra sano e salvo. Michael si occuperà del resto."
Tommy annuì, era sollevato che almeno qualche affare andasse bene. La sua campagna elettorale, invece, stava perdendo punti. Molti parlamentari andavano a sostegno dell'altro candidato e il suo programma politico stava perdendo consensi. Il problema non ci sarebbe stato se l'affare con gli Scuttlers si fosse concluso nel verso giusto.
"Mick non si è fatto sentire?"
"Quello stronzo è sparito dalla circolazione." Rispose Arthur.
Tommy si pulì le guance dalla schiuma da barba e si sciacquò il viso per eliminare eventuali residui.
"Novità su Barry? Il cadavere non è stato trovato?"
"No. Abbiamo perlustrato l'area intorno al mattatoio, il canale e anche la discarica ma non è stato trovato nessun cadavere. Secondo me quei fottuti pazzi lo hanno bruciato."
"Devi dire a Finn di farsi un giro alla centrale di polizia per sapere se loro hanno trovato un corpo carbonizzato. Gli Scuttlers sono furbi, avranno bruciato il corpo per cancellare le tracce."
"Sarà fatto." disse Arthur.
"Tommy, posso?" squittì la voce sottile di Lizzie.
Tommy aprì la porta e si affacciò il giusto per guardare sua moglie con un pacco in mano.
"Cos'è?"
"Il postino lo ha consegnato pochi minuti fa. E' pesante."
"Dallo a me."
Lizzie rimase ferita dall'indifferenza di Tommy, non le aveva nemmeno chiesto come stava dopo la nausea mattutina.
"Natale è in anticipo quest'anno?" scherzò Arthur.
Tommy stracciò il fiocco sul coperchio e, quando vide il contenuto, lo riabbassò subito. Lizzie era ancora davanti alla porta e non voleva disturbarla con quella vista.
"Lizzie, torna di sotto. Non è roba per te."
Quando la moglie si riunì con Charlie in sala pranzo, Tommy mostrò il tetro regalo ad Arthur: era un fegato contornato da sangue rappreso.
"Cazzo!" sibilò Arthur fra i denti.
"E' stato quel bastardo di Mick King. Dobbiamo subito avvertire Eric."
Tommy, però, in quell'istante ebbe paura per una sola persona: Ariadne.
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INFERNO || Tommy Shelby
FanfictionDurante un temporale Tommy Shelby trova riparo in una tavola calda di Londra che offre i pasti migliori di tutta la città. Qui conosce Judith, giovane studentessa che attira la sua attenzione. L'incontro fra i due segna l'inizio di una bizzarra amic...