3. NEL MIRINO
"Chi dice che l'inferno è nell'aldilà conosce male l'aldiquà."
(Roberto Gervaso)Ariadne tratteggiava linee confuse col carboncino, non aveva una precisa idea di quello che voleva disegnare. Sentiva solo l'esigenza di incanalare le sue emozioni attraverso quelle linee per non impazzire. Dopo la festa si era ritirata in camera e aveva passato la notte in bianco, del resto risulta impossibile dormire quando sei in trappola. Più guardava le mura della stanza e più si sentiva in gabbia. Non era scesa a fare colazione quella mattina, voleva evitare Eric e soprattutto sua madre. Intorno alle nove Barbara aveva bussato ma lei non aveva risposto, fingendo di stare ancora dormendo. E invece Ariadne era seduta sul balcone sin dalle prime luci dell'alba, sperava che la bellezza del sole che sorge avrebbe lenito la sua sofferenza. Da quel ritorno a casa non ne sarebbe uscita indenne, non quando la sua famiglia la reclutava per gli affari. Ariadne si era sempre tenuta lontana dalle attività dei Blue Lions, anche perché lei era la figlia femmina e il suo unico scopo era quello di essere moglie e poi madre. Che Eric avesse bisogno di lei era il segno che qualcosa non stava andando bene.
"Pss! Giulietta!"
Ariadne si sporse oltre la balaustra e vide Julian appeso alla scaletta attaccata al muro. Era ubriaco, niente di nuovo.
"Romeo, alla buon'ora! Pensavo fossi scomparso nel nulla."
Julian saltò sul balcone e si resse alla sorella per non cadere. Sorrideva in maniera esagerata.
"Sono scomparso fra le lenzuola di un bel signorino!"
Ariadne capiva che il comportamento del fratello minore era dovuto ai suoi conflitti con se stesso, non era mai stato facile per Julian accettare di essere attratto sia dalle donne sia dagli uomini.
"Mamma te la farà pagare cara."
"Me la fa pagare cara tutti i giorni con la sua sola esistenza."
Julian poggiò la testa sulla spalla della sorella, era stanco sia nel corpo che nella mente.
"Devi smetterla di sprecare la tua vita così. Tu sei molto più di questo, Jules."
"Sono un ubriacone di bell'aspetto. Non posso essere altro."
Ariadne gli accarezzò i capelli e vi depositò un bacio, detestava il post sbronza del fratello perché diventava malinconico.
"Ti va di scendere a fare colazione? Sono le dieci, forse mamma è giù uscita con Barbara."
"Andiamo. Sto morendo di fame."
Per fortuna la madre e la cognata non c'erano, secondo la domestica erano uscite ben presto per fare delle compere. Ariadne e Julian poterono godersi cibo e tempo senza la tensione provocata dalla madre.
"Allora, che mi racconti di Londra?" chiese Julian, ingozzandosi di marmellata.
La ragazza affondò il naso in una tazza di tè per elaborare una risposta sensata.
"E' una bella città. Dovremmo andarci insieme qualche volta."
"Dimmi la verità, Aria. Sento che mi nascondi qualcosa."
"Lo sai che dopo il collegio sono andata a stare da quella vecchia zia di nostra madre. A Londra passo il tempo a cucire e a leggere, niente di che."
Julian leccò la marmellata dal coltello mentre studiava la posizione rigida della sorella, stava mentendo spudoratamente.
"C'è di mezzo un uomo?"
"Cosa? No! Assolutamente no! Jules, ti sto dicendo la verità. La mia vita a Londra non è un granché."
Ariadne gli rivolse un sorriso tirato nella speranza che il fratello le credesse.
"Mmh, come dici tu. Secondo me c'entra una storia d'amore focosa."
Per un attimo Ariadne ripensò alle parole della madre: Julian non avrebbe riso se avesse saputo la verità. Quel segreto che si portava dietro da otto anni sembrava bloccarle il respiro.
"Non c'è nessun uomo. Solo io e il cucito."
"Ah, eccovi qui!"
Eric si trascinò fino al tavolo per lasciarsi poi cadere sulla sedia, massaggiandosi la gamba ferita. Era molto pallido e sudato, sembrava avesse la febbre. Inoltre, tossicchiava da quando era entrato.
"Stai bene? Hai una pessima cera." Commentò Julian.
"Sto bene. Sono soltanto stanco. Ariadne, sei pronta?"
Ariadne sputò il tè nella tazzina di porcellana e si pulì il mento col tovagliolo.
"Pronta per cosa?"
"Per prendere le redini in mano. Dopodomani iniziano le trattative."
"Uh uh, Ariadne sarà la nuova Giovanna D'Arco del crimine!" scherzò Julian.
Ariadne non rideva affatto. Sul suo volto era dipinta l'angoscia nuda e cruda.
"Che cosa devo fare di preciso?"
"Julian, per favore, lasciaci soli. Io e Ariadne dobbiamo parlare." Disse Eric.
Julian fece spallucce, afferrò il contenitore dei biscotti e scoccò un bacio sulla guancia della sorella.
"Eric, io non penso di ..."
"Ce la farai. Anzi, ce la devi fare. C'è in ballo la famiglia." ribatté Eric, cupo.
Ariadne si mise le mani fra i capelli, aveva l'impressione soffocante di essere bloccata in un incubo.
"Mi dici che succede? Parli come se si trattasse di un cataclisma. Io non credo che tu abbia bisogno di me. Sei il capo dei Blue Lions, te la sai cavare da solo."
"Ascoltami bene, Ariadne. Un mese fa abbiamo subìto una grave perdita: il nostro magazzino a sud della città è stato derubato e abbiamo perso un sacco di soldi. Ero disperato, i Blue Lions stavano diventando lo zimbello di tutti e stavamo perdendo potere. Ho chiesto aiuto a Tommy Shelby, sono stato costretto. Lui mi ha prestato i soldi necessari a rimettere in sesto gli affari e ora sono in debito con lui."
Ariadne aveva avvertito una fitta dolorosa allo stomaco alla menzione di Tommy. Era incredibile che l'uomo affascinante conosciuto a Londra fosse lo stesso gangster amico di suo fratello.
"E Tommy cosa vuole in cambio adesso?"
"Vuole che io gli combini un incontro con gli Scuttlers."
Gli Scuttlers erano una gang di Manchester implicata in omicidio, teppismo e traffico illegale di armi. Erano uno dei gruppi più violenti del Regno Unito, anche peggio dei Peaky Blinders. Mick King, il loro leader, era uno degli uomini più spietati mai esistiti. Tutti tremavano di paura nell'udire il suo nome.
"Sei impazzito, Eric? Gli Scuttlers sono delle bestie! Papà diceva di non fare mai e poi mai affari con loro."
Eric abbassò la testa con un sospiro, si sentiva colpevole.
"Papà non c'è più, ora sono io che mi occupo di tutto. Si fa come dico io. Dobbiamo sdebitarci con Tommy Shelby ad ogni costo."
"E io che ruolo ho?"
"Tra due giorni Tommy incontrerà gli Scuttlers, e all'incontro saremo presenti anche noi Blue Lions. Io non potrò esserci perché ho una visita medica per via dell'infezione. Tu parteciperai all'incontro al mio posto, ovviamente con te verrà anche Lucius per proteggerti."
"Mi lasci andare ad un incontro fra gang? Sul serio, Eric?"
Ariadne era intelligente, sapeva che avere a che fare con gli Scuttlers le si sarebbe ritorto contro. Non erano uomini, non erano neanche animali, bensì feroci macchine da guerra.
"Tranquilla, Lucius veglierà su di te. E sono sicuro che anche Tommy avrà un occhio di riguardo per te."
"Dubito che i Peaky Blinders vogliano accudire una ragazzina." Replicò Ariadne.
Eric le prese le mani e strinse forte come se da quel contatto volesse attingere la forza.
"Ho bisogno di te, sorellina. La famiglia ha bisogno di te."
"Eric, questa faccenda non finirà bene."
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INFERNO || Tommy Shelby
FanficDurante un temporale Tommy Shelby trova riparo in una tavola calda di Londra che offre i pasti migliori di tutta la città. Qui conosce Judith, giovane studentessa che attira la sua attenzione. L'incontro fra i due segna l'inizio di una bizzarra amic...