A luci rosse

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5. A LUCI ROSSE

"L'inferno non ha limiti e non è circoscritto in un unico luogo; perché dov'è l'inferno, lì noi sempre saremo."
(Christopher Marlowe)

Una settimana dopo
Margaret arrivò al Garrison puntuale come ogni mattina. Il lavoro era tremendo, soprattutto quando gli ubriaconi le facevano la corte, ma la paga era buona e le permetteva di mantenere la madre e la sorella. La cosa migliore che il pub le aveva donato era Finn Shelby, uno dei ragazzi più belli e desiderati di tutto Small Heath. Era assurdo pensare che uno come lui, ricco e influente, avesse scelto una ragazza umile come lei.
"Margaret!"
La signorina Evans la salutò con la mano, era elegante anche mentre attraversava la strada di corsa. Trascinava con sé una vecchia bici sgangherata.
"Ariadne, ciao. Che ci fai qui? Sono le sette del mattino."
"Ho bisogno del tuo aiuto."
Margaret aprì la porta e si mise di lato, facendo un cenno del capo alla ragazza.
"Entra, ti offro una tazza di tè e parliamo."
Ariadne si accomodò al bancone e si sventolò un tovagliolo, pedalare dalla villa al quartiere l'aveva sfiancata.
"Sei qui per Tommy?" domandò Margaret, incuriosita.
"No. Sono qui per te. Ho saputo che sei nata ad Aston."
Ariadne accettò la tazzina che le porse Margaret e gustò un primo sorso, riconobbe subito la puntina di latte che era stata aggiunta.
"Sì, è vero. Mi sono trasferita a Small Heath dopo la dipartita di mio padre. Sai, qui le case costano molto meno. Perché ti interessa?"
"Perché io devo andare ad Aston per affari."
Margaret si fermò con la tazza a mezz'aria, l'espressione di una che aveva appena visto un fantasma.
"Sei impazzita? Quello è il quartiere degli Scuttlers! Finn mi ha raccontato della sparatoria nel bosco."
"E infatti ci voglio andare proprio perché è il loro quartiere. Gli Scuttlers sono sul piede di guerra, vogliono vendetta perché due dei loro sono morti. Sono spietati e crudeli, quindi immagina cosa farebbero se dovessero scendere in campo. Devo scoprire qualcosa."
Ariadne sembrava così determinata che Margaret non riuscì a rifiutarsi.
"Andare lì per te vuol dire avere un bersaglio sulla schiena con scritto 'ammazzami'!"
"Lo so, ed è per questo che sono venuta da te. Voglio sapere se Mick frequenta qualche locale in particolare, se hanno un luogo di ritrovo, con chi parla più spesso."
La biondina si sedette sullo sgabello con uno sbuffo, consapevole che quelle informazioni nelle mani di una pivellina potevano essere pericolose. Eppure qualcosa nella risolutezza di Ariadne le suggeriva che la ragazza era più sveglia di quanto desse a vedere.
"Mick e la sua banda fanno affari in un capanno a sud del quartiere, pochi metri prima di lasciare Aston. C'è un locale che frequentano ogni giorno e a tutte le ore: è il Sirens, un locale a luci rosse."
"Uomini, creature spregevoli e sempre prevedibili."
Margaret ridacchiò perché Ariadne le ricordava quelle ragazze che scendevano in piazza a protestare a favore dei diritti delle donne.
"La proprietaria è la zia di Mick, perciò lui e i suoi uomini sono liberi di muoversi nel locale come vogliono. Ogni volta che concludono un affare vanno a festeggiare là con i nuovi soci."
"Secondo te una delle ragazze sarebbe disposta a parlare con me?"
"C'è Wilma che è la preferita di Mick, credo che sia anche una specie di consigliera. Spesso lei fa da corriere per la droga."
"Lei non parlerebbe mai." Disse Ariadne.
"Forse Nina potrebbe dirti qualcosa. Mia sorella cuce i vestiti per lei ad un prezzo basso."
"Sì, potrei fare un tentativo con lei."
Ariadne si sistemò la borsetta a tracollo, si legò i capelli in uno chignon e lasciò una banconota alla cassa.
"Non puoi andarci da sola." l'avvertì Margaret.
"Se entro mezzogiorno non torno, chiama mio fratello. Questo è il numero di casa mia."
Margaret rimase immobile col biglietto fra le mani a guardare Ariadne montare in bici. Si maledisse per ciò che stava per fare, ma non poteva mollarla da sola in territorio nemico.
"Ariadne, aspetta!"
Ariadne si voltò con le sopracciglia corrugate in una muta domanda. Margaret si era messa il cappottino e stava abbassando la saracinesca del Garrison.
"Vengo con te."
"E il pub?"
"Gli ubriaconi non andranno in astinenza per due ore di chiusura."
Ariadne tornò indietro e aspettò che Margaret salisse sulla bici dietro di lei, fortuna che aveva raccattato il modello con doppio sellino.

INFERNO || Tommy Shelby Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora