CAPITOLO. 9

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Sento la testa battere come non mai. Coricata su un letto alquanto scomodo  e odorante di menta.
Ci metto poco a capire che effettivamente non mi trovo in una stanza, ma sul sedile posteriore di un auto. Anche se ho la mente offuscata, ricordo bene quelle braccia che mi hanno presa e sorretta possentemente, ricordo bene quel pugno che ha messo al tappeto quel lurido... Non riesco a finire di pensare, sento gli occhi rossi e carichi di lacrime e inizio a piangere come una bambina, avrei preferito dormire per altre 24 ore.
E proprio in questo esatto momento, nello stato mio più vulnerabile, che vedo incrociare nello specchietto due occhi verdi, riconoscibili anche a cento metri di distanza.
<<D-d-evid.. >> riesco piano piano a pronunciare. Lui accorgendosi, palesemente, del fatto che io fossi sveglia, accosta la macchina velocemente e si gira a guardarmi.
<< Devid, grazie mille... >>e continuo a piangere ininterrottamente.
<< Non devi ringraziarmi. Appena ho visto, o meglio sentito da fuori quella sorta di richiesta di aiuto sono corso dentro. Riconoscerei la tua voce ovunque, e vederti lì nelle grinfie di quel coglione mi ha fatto ragelare il sangue.. >> continua accarezzandomi dolcemente il viso con il pollice << Ho sempre pensato che tu avessi qualcosa di diverso da tutte le altre, tu sei rara.. E le cose rare vanno custodite. Ora riposati e fidati di me. >>. Si gira e riaccende i motori.
Richiudo gli occhi, sperando che alla fine del viaggio (non so con quale destinazione) avrò, perlomeno, cancellato gran parte di quel brutto ricordo. So che non sarà così, ma la speranza è l'ultima a morire.
...
Mi sveglio in un letto matrimoniale, soffice, caldo e pieno di coperte morbidissime, e soprattutto c'è un sentore di menta molto familiare. La stanza che mi circonda è fatta interamente di legno, con travi di legno sul soffitto e parquet sul pavimento. La finestra è decorata da tende bianche che cadono delicatamente fino a strisciare a terra, queste le danno un'aria candida e confortevole. Mi siedo sul letto e noto che oltre la finestra c'è un lago bellissimo, ancora non ghiacciato completamente, ma tra qualche settimana lo sarà. Ho freddo. Decido di prendere una coperta e avvolgerla intorno al mio corpo, scendo le uniche scale che collegano la stanza al piano di sotto (anche queste in legno) e noto con mio grande piacere, che ad attendermi c'è un caminetto acceso. Avanti il caminetto c'è un divano, anche questo bianco. Opto per andare ad accomodarmi li.
Da dietro le mie spalle sento spalancarsi una porta, dal freddo che arriva ai miei piedi presumo sia la porta d'ingresso. Mi giro eh << Buongiorno Elis, come stai? Dormito bene? >>. Lo guardo stranita - buongiorno? -.
<< Buongiorno(?) Perdonami che ore sono? .. >>
<< Piccola dormigliona ti sei fatta circa 12 ore di sonno, siamo arrivati qui alle 9 di sera... Ed ora sono le 12 di mattina>> dice scherzosamente posando vicino al caminetto i pezzi di legno che aveva portato da fuori.
<<Scusami non so ancora come ringraziarti e soprattutto scusami se ti sto dando tutto questo disturbo >>
<<Non dirlo nemmeno per scherzo Elis.. >> si accomoda sul divano vicino a me, e mi tira delicatamente a se facendomi poggiare il viso sul suo petto. Accarezzando la Nuca, continua dicendo <<Non sono bravo con le parole ma qualsiasi cosa sono qui.. >>
<<Sai ieri ho pensato al peggio per un momento se non ci fossi stato tu.. >>
<<Shh... Non pensiamoci più, domani andremo a denunciare tutto, ma per il momento pensa a riposarti e soprattutto a toglierti questo brutto episodio dalla testa. Sono qui per aiutarti Elis.. >>. Annucisco con il capo e stranamente, dopo circa una giornata da incubo, mi esce un sorriso.
<< Che succede?! >> mi chiede Devid.
<< Niente mi fa strano essere chiamata per nome.. >> per tutta risposta si mette a ridere insieme a me e all'ultimo commenta << Bhe se ti da così tanto fastidio, posso rimediare subito.. >>
Colgo la palla al balzo per chiedergli << E come rimedieresti, sentiamo un po'.. >>.
<< Bhe semplice.. >>. Si avvicina al mio orecchio, come successe in biblioteca, e pronuncia << Non sei solo bella quando ti arrabbia, lo sei ancora di più quando ti svegli piccola pantera.. >>.
Si allontana ridendo e dicendomi scherzosamente che tra un'oretta sarà pronto il pranzo fatto da Chef Devid Rubio.

l'odio dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora