Nuova missione per Fairy Tail

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La cena si concluse rapida e in silenzio, con la guardia alzata.

Per dormire si divisero in coppie e fecero i turni di guardia. Elza, Freed e Lily avrebbero fatto la guardia a turno mentre gli altri dormivano. Diversamente dal solito, Happy avrebbe dormito e vegliato su Romeo e Wendy, le cui cuccette erano state disposte tra Elza e Freed. Senza chiedere permesso o altro, Gajeel e Natsu agguantarono rispettivamente Levy e Lucy, stranamente silenziose e accondiscendenti, e si addormentarono avvinghiati a loro proteggendo, così come fece Laxus con Mira e Gray con Lluvia.
Meleagro, durante la notte, si era appollaiato su un ramo alto e aveva osservato dall'alto lo strano gruppo, soprattutto il giovane ragazzo dai capelli rosa che, con la sua muta sfida, aveva dato prova di un'alta volontà nel proteggere i suoi amici, soprattutto la biondina che stringeva nel sonno.

All'alba Lily svegliò tutti e consumarono un abbondante colazione in silenzio, così come il viaggio attraverso la foresta. Solo la voce di Lucy, ben stretta dalle braccia di Natsu, rompeva il pesante silenzio formatosi conversando con la loro guida e colmando a poco a poco la sua curiosità con domande di tutti i generi e su tutti i campi : cultura, magia, comportamento, il modo di vivere, cibi e regole da osservare. D'altro canto, l'elfo era ben felice di rispondere alle curiose ed educate domande della maga, fissandola di tanto in tanto ma non troppo a lungo per non incorrere nell'ira del suo drago.

Sapeva perfettamente, Meleagro, di non dover stuzzicare i maghi o ingaggiare una rissa con loro perché dovevano salvare la sua principessa, ma non poteva resistere alla tentazione di portare al limite quei giovani ancora non del tutto consapevoli dei loro sentimenti.
Dopo tre intere giornate di cammino a passo spedito, giunsero alla capitale elfica.
Tra gli sguardi curiosi e penetranti degli altri elfi, i ragazzi si avviarono per le larghe vie bianche e colorate fino a giungere alla corte del re.

Il palazzo era parte integrante di un grosso albero che si ergeva al centro della capitale e che, con le sue forti e spesse radici e i lunghi e alti rami, racchiudeva la città creando strade sopraelevate e dimore per elfi e animali.
Ai piedi dell'albero un lago ghiacciato completamente bianco, così come le strade, su cui fluiva una sostanza vischiosa di un bianco perlato. Le fronde degli alberi e i prati, invece, erano coperti dalla stessa sostanza solo di colore verde.
Tutto era ricoperto di quella strana sostanza colorata che scorreva lenta e melensa ricoprendo tutto sul suo cammino.

- Questo è il lago del Mana e il grande Albero Maestro è l'albero che produce il Mana - spiegò l'elfo

- Cos'è il mana? - domandò Levy curiosa.

L'elfo posò gli occhi su di lei, sorpreso di sentire una voce diversa nel porre la domanda. Dalla stazione della città umana più vicina solo la bionda maga degli spiriti aveva dialogato con la creatura.

- Possiamo dire che è la nostra magia - disse semplicemente l'elfo prima di riprendere a camminare.

I maghi lo seguirono in silenzio fin quando non entrarono in una sala dalle pareti bianche e i soffitti altissimi. Al centro della sala sei troni dorati di altezza diversa. Quelli centrali, i più grandi, erano occupati da un uomo alto e di bell'aspetto, sicuramente più vecchio dei presenti, e da una bellissima donna adulta. Ai loro lati, su troni leggermente più piccoli, una ragazza e un ragazzo. Al lato del ragazzo stava un trono leggermente più piccolo e più semplice, vuoto. Il trono più piccolo, al pari di una semplice sedia in confronto agli altri, era occupato da un ragazzo bellissimo ma non facente parte della famiglia. Si poteva notare la differenza dagli altri per aspetto, bellezza e portamento; anche se molto aggraziato non era al pari degli altri.
La nostra guida si diresse al centro della sala e, davanti ai sovrani e gli altri giovani seduti, abbassò il cappuccio e si inginocchiò.
I maghi dietro di lui fecero la stessa cosa chinando il capo.

- Sire, costoro sono i maghi da voi richiesti -