Il cielo limpido mostrava la sua immensità, grande come la solitudine. Nei confini del cimitero, tra le lapidi di legno a forma di croce, piene di fiori seccati ormai da tempo, l'erba alta e incolta, camminava, nella stradina sterrata, un ragazzo dai capelli neri come il vuoto, tanto lisci da sembrare assopiti, incolti e così scompigliati da far pensare che non si fosse mai guardato allo specchio. Gli occhi, rivolti verso il basso, erano grigi come le ceneri dei morti lì sepolti. Nonostante lo stato di abbandono, da un certo punto in poi, crescevano degli alberi da frutto di tutti i tipi, e creavano una semicirconferenza che formava una specie di confine tra una parte del cimitero e l'altra. Due alberi, quasi l'uno di fronte all'altro ai lati della stradina, l'uno più lontano, l'altro più vicino, l'uno di melograno, l'altro di loto, sembravano marcare questo confine come una specie di porta. Il ragazzo alzò lo sguardo verso i due alberi, e raccolse un frutto di loto.
Fece per mangiarselo, quando qualcuno gli gridò 《Fermo! 》
Lui si fermò, con il frutto a mezz'aria, cercando la voce che l'aveva chiamato. La vide di fronte a sé, con il fiatone, come se avesse corso, una ragazza con un vestito bianco, che sembrava una di quelle antiche camice da notte dell'Ottocento, un cesto di mele al braccetto, i capelli dorati come il sole e gli occhi verdi come le foglie di un sempreverde, con uno sguardo furente. Gli prese il loto dalle mani e lo buttò a terra con forza e lo indicò con rabbia.
《Ti ho già detto ieri che non puoi mangiare la frutta di questi alberi! Mangia una delle mie mele piuttosto, dona la conoscenza!》disse la ragazza, porgendogliene una con veemenza.
Il ragazzo la guardò stranito. 《Scusa, e tu chi sei?》chiese con la sua voce stanca e pacata.
La ragazza prese fiato, come a voler prendere energia per rimproverarlo di nuovo, poi sbuffò e si mise una mano sulla faccia, seccata. Si tolse la mano dal volto, e guardandolo dritto negli occhi disse 《Io sono Lucia, e tu sei Tristano, il ragazzo che ieri si è mangiato un loto da quest'albero alimentato dal fiume Lete, che fa perdere la memoria, come puoi vedere》 e lo indicò tutto con un gesto della mano.Tristano la guardò con la fronte corrugata.《Lete? Loto? Di che parli?》
Lucia sbuffò adirata. 《Oh, ma devo proprio spiegarti tutto di nuovo? Bene, il Lete è il fiume delle anime dimenticate, e scorre nell'Oblio, un luogo dimenticato in cui vivono anime dimenticate. Se bevi dalle sue acque o mangi un frutto alimentato da esso perdi parte della tua memoria e... cosa stai facendo?》
Tristano, ignorando le parole di Lucia, si era preso un melograno dall'albero di fronte all'albero di loto, e lo aveva aperto. Lucia cercò di prendergli il braccio, ma lui si scansò, si cacciò subito in bocca qualche chicco e lo inghiottì. Lucia lo guardò terrorizzata.
《Che cosa hai fatto? Adesso appartieni a questo posto! Appartieni all'Oblio!》
《Anche se fosse vero che importa?》chiese tranquillo Tristano.
《Tu puoi vedermi, il che vuol dire che sei un dimenticato come me! Solo che tu sei ancora vivo, ma adesso che hai mangiato quel melograno!》Lucia si mise le mani in testa.
《Adesso che ho mangiato questo melograno, cosa? Non è lo stesso di mangiare il loto? Un frutto come un altro》 disse Tristano tranquillo.
《Il loto che hai mangiato era alimentato dal fiume Lete, ma solo in piccolissima parte, e non si trova nell'Oblio, mentre il melograno che hai mangiato sì!》
Tristano alzò le spalle, continuando a mangiare il melograno, mentre Lucia si rabbuiò e abbassò la testa, posando lo sguardo per terra, restando in silenzio per qualche minuto.
《Ormai fai parte di questo posto, non posso farci niente, perciò ti invito questa sera a sederti in cerchio assieme a me e gli altri dimenticati, a raccontarci le nostre storie.》
Tristano alzò le spalle e disse 《Va be'.》
Lucia se ne andò lungo la stradina sterrata, al di là della porta formata dai due alberi, inoltrandosi nel gruppo di alberi da frutto, dove un folto gruppo di persone ne mangiava i frutti. Lucia, avvicinandosi a loro, sembrava volergli offrire le mele che portava con sé. Probabilmente erano i dimenticati di cui parlava Lucia.
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Le memorie dei dimenticati
Paranormal《La mia è stata un'esistenza silenziosa, basata sulla paura di fare rumore o di rendere nota in qualche modo la mia esistenza.》 Tristano conoscerà e scoprirà di far parte dei dimenticati, persone che nessuno ricorda di aver mai conosciuto.