Union

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Unione

Calum

Lui e Rose avevano un'interessante relazione, per dire poco.

Loro due parlavano ogni giorno, di solito dopo che entrambi avevano fatto la sessione di terapia. Lei era nel processo di insegnargli come intrecciare i capelli, tutti e due facevano pratica sui lunghi capelli di lei, seduti insieme nella sala giochi.

Calum sapeva che non erano affari suoi, come stava andando col ricovero, ma non poteva fermarsi dall'importarsi.

Mentre lui era seduto dietro di lei, provando a farle una treccia un giorno, chiese casualmente, "Come va tutto?"

Vide le sue spalle tendersi. "Bene," rispose cauta. "Come vanno a te le cose?"

"Okay, credo. Sono un po' spaventato di tornare nella mia stanza, però. La sua astinenza..." Calum rabbrividì. "Non è carina."

Rose annuì pensierosa, ancora forzata contro ulteriori domande. "Com'è?"

Calum fece spallucce, facendo correre leggermente le dita tra i capelli di lei per lisciarli tentando di intrecciarli di nuovo. "Molte urla. Molti cuscini lanciati contro il muro. Molte parolacce," disse pensierosamente. "Gli ho raccontato tipo un milione di storie su Chiefy a questo punto."

Rose si girò. "Chiefy?"

Calum arrossì. "Erm, si. È così che ho chiamato. Il mio tatuaggio," disse imbarazzato.

"Questo?" chiese, toccandolo con un dito.

Calum rabbrividì. "Si."

Lei tirò indietro la mano. "Non mi hai mai detto perché sei qui," sussurrò, i suoi occhi scuri guardando quelli di lui.

Provò a deglutire, ma non riusciva a passare il nodo nella sua gola. "Io, uh-"

"Puoi dirmelo," disse rassicurante. "Non preoccuparti."

Calum chiuse gli occhi.

"Ho paura," disse, la sua voce piccola. Rose è sempre stata la più piccola dei due. Per ovvie ragioni, ma anche perché a Calum piaceva proteggerla. Si sentiva obbligato a proteggerla, perché sapeva come era essere indifeso. Ma ora, le sue mani sopra di lui, si sentiva impossibilmente piccolo.

Lei teneva una delle sue grandi mani tra le sue piccole. "Per favore, Calum?"

Prese un respiro tremante. "Avrai paura di me," disse, aprendo gli occhi. "Non mi vorrai più parlare."

"Ne dubito."

Lui scosse la testa. "Tu non capisci," mormorò tristemente.

Lei legò le sue dita con quelle di lui e sollevò le loro mani così che lui potesse vedere. "Le vedi?" chiese. "Amicizia. Il passato di una persona non definisce il suo presente. Non so chi eri, e anche se voglio, non è così importante. Non è che gli errori che hai fatto nel passato ti rendono peggiore o migliore ora. È dove vai da quelli."

Il cuore di Calum fece un tonfo di paura. Aprì la bocca ma non ne uscì niente.

Rose fece cadere le loro mani tra di loro. "Per favore, Calum?"

Strizzò gli occhi. "Sono qui in riabilitazione per droga perché mi drogavo per dimenticare il fatto che mio padre mi ha fatto uccidere mia madre," disse velocemente.

Ci fu silenzio per un minuto.

E poi:

"Calum? Puoi guardarmi?"

Lentamente aprì gli occhi e vide che Rose aveva le lacrime agli occhi.

"No, Rose, stai piangendo," sussurrò, portando via una lacrima che era caduta col suo pollice. "Non piangere."

Rehab [5SOS] (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora