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"Juncoso non c'è?
Lo volevo conoscere.."

Gli amici di entrambi scoppiarono a ridere e guardarono divertiti Minho, il quale a sua volta fece spallucce e sorrise in modo angelico. Jisung invece si limitò a sorridere, quasi soddisfatto di quella frase, e poi scosse la testa più volte guardandolo deciso a digli la verità.

"No, non è potuto
venire ecco.."


"Beh vorrà dire che
ti ruberò io allora.
Ti dispiace lasciare i
tuoi amici per un po'
e venire con me a fare
un giro qui vicino?"

Jisung sorrise guardandolo e dopo aver guardato gli amici annuì più volte con la testa. Minho sorrise a sua volta soddisfatto e dopo avergli afferrato la manica della giacca lo strattonò appena, allontanandolo dagli amici di entrambi. Ormai rimasti soli, i due cominciarono a camminare lontano dalla piazza.

"Dove mi stai portando?
Mi devo preoccupare?
Mi vuoi uccidere, vero?"

"No idiota. Ti sto solo
portando a bere una cosa.
Sai, per festeggiare la tua
bella performance.
Visto che non c'è Juncoso,
immagino che tu non sia
tanto felice di questa, mh
assenza. Quindi ci penso io."

"Ma che carino. Quindi ti
stai preoccupando per la
mia felicità? Giusto?"

"Così dicono."

Jisung lo guardò sorridendo e si morde le labbra, provando una sensazione piacevole nel sentirsi importante per qualcuno. In quel momento avrebbe voluto dirgli che non c'era nessun Junho e che avrebbe voluto che fosse proprio Minho a renderlo felice sempre. Ma ancora una volta qualcosa lo bloccava. Minho lo guardò inclinando la testa di lato, notando la presenza di un qualcosa di strano in Jisung, non capendo però cosa.

"Tutto ok? Ho detto
qualcosa di sbagliato?
Pensavo ti facesse piacere
sapere che mi preoccupo
per te e che voglio che tu
sia felice.. gli amici lo fanno
no? Hai paura di dirlo poi al
tuo ragazzo? Capirà, voglio
dire, non stiamo facendo
niente di preoccupante no?"

Minho, non sono fidanzato.

"Minho, respira. No è tutto
ok. Anzi sono contento che
tu ti preoccupi per me e che
voglia la mia felicità. Mhmh."

Jisung cercò di sorridere in modo quasi naturale e gli circondò il collo con un braccio. Minho sorrise al gesto e senza pensarci troppo gli prese la mano, intrecciando le dita alle sue. Si morse le labbra, ma vedendo che Jisung aumentò la stretta invece che allentarla, si rilassò e continuò a camminare. Poco dopo raggiunsero il bar e si sedettero in uno dei tavolini all'esterno. Vennero raggiunti da una cameriera e Minho ordinò per entrambi qualcosa di alcolico.

"Non mi vorrai far
ubbriacare?"

"No, tranquillo. Anche
perché mi servi sobrio."

"Per cosa?"

"Tempo al tempo Jis."

In vino ↝ veritasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora