Sweet Horn (prima Parte)

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“Come procedono i lavori?” chiedo a Sonny. Si è interessato lui di tutto; Lui e sua moglie Nadine non hanno avuto figli e mi trattano come una di famiglia. Devo dire che la cosa non mi dispiace affatto visto che ho perso la mia famiglia in un incidente stradale.

Anche se non avevamo un rapporto idilliaco mi mancano ogni giorno.
I miei genitori volevano seguissi le loro orme, erano entrambi chirurghi estetici di fama mondiale, mentre io sono solo una semplice veterinaria. Hanno sempre sminuito il mio lavoro, ma non mi sono mai fatta abbattere dal loro pensiero e giudizio.
“Nadine ha preparato il polpettone, verrai a cena spero.”

“Ad una condizione: porterò il dolce!” Sonny ride e si regge la pancia. “Affare fatto, bambina.”

Scambiamo qualche altra parola e poi mi dirigo verso la fattoria dei Johnson per visitare un agnellino appena nato.

La fattoria dei Johnson è il posto più bello che abbia mai visto. Sorge in cima ad una collina ai margini del bosco dove scorre un piccolo ruscello. Ho preso accordi telefonici con il proprietario che si è dimostrato abbastanza burbero e incline a non farmi andare alla fattoria, solo dopo varie peripezie si è convinto, ma solo grazie all’intervento di una certa Harmony, che è passata al B&B per cercarmi. Harmony è una graziosa signora di bassa statura, due occhi chiarissimi e la pelle bianca come il latte. Credo che non superi i cinquant’anni di età, ma potrei sbagliarmi.

Mi osservo attorno mentre percorro gli ultimi passi per raggiungere la fattoria. Un uomo mi viene incontro e non sembra per nulla felice di vedermi. “Lei chi è?” mi domanda. “Io… io… “ balbetto osservando i lineamenti di quell’uomo ormai giunto davanti a me. È alto e imponente e sembra non voglia lasciarmi passare. Ha la barba e i capelli leggermente lunghi che gli ricadono sulla fronte, indossa dei jeans e maglietta nera tant’è vero che sembra un taglialegna burbero e antipatico incrociato con un motociclista sexy. “Io cosa? Le sto chiedendo cosa fa nella mia proprietà. Si è persa per caso, oppure le ha mangiato la lingua il gatto?” ruggisce il taglialegna. Mi dico che sarebbe attraente anche con solo un’ascia in mano e senza vestiti. “Lei è Daryl Johnson?” si allontana di un passo da me, mi guarda con gli occhi ridotti a due fessure e poi tra un’imprecazione e l’altra dice: “Ho capito chi è lei, è la veterinaria rompipalle! E ora venga con me.”

Spazio Porchetta Natalizia

Un mini capitolo per voi. Vi auguro buone feste ❤️.
Ci vediamo l'anno prossimo.
Un abbraccio.

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