Follia omicida
La sera dopo, andai a farmi una passeggiata, armata, dove stavo con Angelica. Il suo corpo, era ormai, ricoperto dalla sabbia. Accesi un falò, e guardavo il fuoco che la divorava.
Non riuscivo a togliermi dalla testa, il pensiero che dovevo fargliela pagare, in qualche modo. Non c'era spazio per le lacrime, solo per la vendetta.
Lei mi aveva seguita, come un segugio.Pensavo a cosa teneva di più...alla libertà, ai soldi, al possesso, al controllo, al potere..
È il diavolo, e devo per forza giocare d'astuzia.
Bisognava ferirla dentro, ma come?
Il punto debole del diavolo..Dopo il coma, avevo sviluppato nuovi sensi, oltre a essere più crudele e vendicativa. Con la morte delle persone che amavo, la vendetta mi consumava fin dentro l'anima.
Lei è il diavolo, io la Vendetta.
Arrivò all'improvviso, ed ero già pronta ad attaccarla.-Che cosa vuoi?
-Volevo solo stare un po' con te.
-VATTENE!!Notò dal mio sguardo che volevo di nuovo litigare. Si stava arrabbiando di nuovo.
-Che hai?
-CHE COSA HO? HAI TOLTO UN'ALTRA VITA, A CUI TENEVO DI PIÙ.
Rimase un po' in silenzio, poi rispose.
-ERA SOLO UNA DELLE TROIE CHE TI SEI SCOPATA!
A quella risposta, le saltai addosso, lei cadde per terra. Io ero pronta, a tagliarle la gola.
-CHE COSA NE SAI DI QUELLO CHE PROVO? DOPO TANTO TEMPO HO RISENTITO DI NUOVO L'AMORE, DOPO CHE HAI UCCISO MIO MARITO! MA COSA NE PUOI SAPERE TU, CHE SEI MORTA DENTRO?
Alle mie parole, e vedendo i miei occhi, accecati dalla vendetta, come fiamme infuocate dell'Inferno, cominciarono a scenderle le lacrime.
-NON PROVI NULLA, E NON PROVERAI MAI NIENTE! PERÒ QUESTO LO SENTIRAI!!!!
Le procurai un taglio profondo alla pancia.
Le sue urla, di dolore, mischiate agli schizzi di sangue.-TRA POCO MORIRAI, COME HAI DECISO DI MORIRE??
A lei, ancora scendevano le lacrime.
-UN TAGLIO NETTO, ALLA GOLA, MUORI IN DUE MINUTI, O TI TRAFIGGO IL CUORE, DECIDI TU!
Poi cominciò a difendersi.
Mi diede un pugno, con tale forza, da farmi cadere a terra.
Io col coltello, le procurai un altro taglio, al braccio.-AHH! FIGLIA DI PUTTANA!
Anche lei aveva un coltello, nascosto nello stivale. Mi saltò addosso, fino a farmi cadere a terra.
-FiNISCILA! O TI FACCIO MALE!
-CHE C'È? HAI PAURA DI MORIRE??
SEI SOLO UNA CODARDA! IO A DIFFERENZA TUA, NON HO PAURA DI MORIRE!A quelle parole, mi diede un altro pugno, io le procurai un altro taglio, all'altro braccio.
Mi diede una coltellata, dove avevo la ferita allo stomaco, da farmi riaprire i punti. Gli schizzi del mio sangue, le bagnavano il viso e le labbra.
Poi mi diede un morso al collo, fortissimo.-AHI FIGLIA DI PUTTANA!
Le diedi un pugno fortissimo, da farla cadere a terra.
Mi saltò di nuovo addosso, per darmi un altro morso, e io un altro pugno. Trovò il modo di girarmi, a pancia in sotto, e stringermi il braccio.-STAI FERMA O TI SPEZZO IL BRACCIO!
E poi a afferrarmi con la mano il seno. Mi girò di nuovo e approfittai per darle una capocciata.
Lei cadde di nuovo a terra, stremata.
Anch'io ero senza forze.
Mi addormentai.
Aspettò, per attaccare di nuovo, stavolta con la pistola.
Sentii il caricatore della pistola, me la stava puntando addosso.
Ma non riusciva ad uccidermi.
Voleva di nuovo avere il contatto, abbracciarmi di nuovo.
Sentii di nuovo le sue braccia, che mi tenevano stretta. Il mattino dopo, visto che dormiva abbracciata a me, mi svegliai di colpo e mi misi sulla difensiva.
Presi la pistola. Con tutta la rabbia che avevo, sparai quattro colpi, uno dopo l'altro.
Speravo che fosse morta per sempre.
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La Vedova Nera
Misterio / SuspensoMacarena Ferreiro è appena uscita di prigione e decide di andare a vivere in un'isola remota della Thailandia. Ma ancora non ha fatto i conti con i fantasmi del passato...