Capitolo 13

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Cattivi presagi

Al mio risveglio, chiamai Marina.

-Ciao tesoro! Tutto bene?
-Eh insomma..
-Che succede Maca?
Ho trovato un biglietto, con l'emblema dello scorpione e so di chi è, ti spiego meglio stasera.
-Va bene!

Mi rilassai nella vasca da bagno, con la pistola vicino, provando a chiudere gli occhi.
Dopo un paio d'ore, mi preparai per andare da Marina.

-Tesoro, hai portato anche la bimba!
-Si.
-Puoi tranquillamente lasciarla alla governante, tesoro, così parliamo.
-Va bene.
Intanto prendo da bere, vuoi un po' di vodka?
-Si grazie!
-Sigaretta?
-Si, mi ci vuole.
-Allora, raccontami che succede?
-È tornata quella pazza!
-Oddio!
-Non so come mi ha trovata, però è lei!
-È un bel guaio!
-E Sebastian quando torna?
-Dovrebbe tornare domani.
-Dai non ti preoccupare! Rilassati, ok?
Stanotte rimani da me.

Marina aveva sempre un modo per tranquillizzarmi, accarezzandomi i capelli.
Mi guardò negli occhi, e cominciai ad apprezzare le sue attenzioni.
Era bellissima.
Mi baciò il collo e in mezzo al seno, e intanto accarezzai il suo seno per poi morderle i capezzoli.
Entrambe ci lasciammo andare, in una notte di passione.
Non capivamo cosa realmente ci legava, ci volevamo bene da sempre, ci prendevamo cura una dell'altra.
Mi risvegliai tra le braccia di Marina.
-è stato bellissimo!
-Si, è vero!
-Sei più di un'amica per me..
La baciai.
-Ora devo andare, magari poi ci rivediamo stasera che ne dici?
-Ok tesoro!

Arrivata a casa, mi misi a giocare un po' con Eva.
Passai la notte tranquilla, con la bimba accanto a me.
Il giorno dopo, ritrovai vicino al letto, un altro biglietto.

"ora sei completamente sola''

Questo messaggio, mi fece pensare a mio marito e a Marina, le persone a cui tenevo di più.

Mi recai subito a casa di Marina. Erano tutti morti, anche mio marito.
Qualcuno li aveva uccisi nel sonno.
Ero presa dalla tristezza, e dalla malinconia.
Mi era rimasta solo Eva.
Accesi un falò e trascinai i corpi di mio marito e di Marina.
Guardai le fiamme che li divoravano, mentre ricordavo gli anni felici passati assieme.
Raccolsi le loro ceneri, e all'improvviso, un fortissimo vento trascinò via quello che rimaneva di loro.. stava cambiando, come il mio umore: portava via le lacrime per lasciar posto alla vendetta.
Si era unito alla forza del mare.
Quello che provavo, era la tempesta che stava arrivando, all'orizzonte.

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