Capitolo 8

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La scoperta della loro partenza si fa sentire, a colazione.

Draco siede accanto a sua madre, davanti a loro Andromeda e Ginny Weasley che tiene vicini a sé James e Mabèl.

Molly continua a singhiozzare in un angolo, mentre Arthur le assesta piccole pacche sulle spalle, la paura di perdere un altro figlio le secca le gambe e le impedisce perfino di respirare.

-E' assurdo che abbiano deciso di fare di testa loro, ancora una volta- mormora Andromeda

Ginny rimane in silenzio, sbocconcella le uova che ha sul piatto e di tanto in tanto carezza il figlio. Sembra contrariata, ma soprattutto arresa, esausta.

Una donna con il costante pensiero di rimanere vedova, sola con il suo bambino.

-Mamma dice che quando si deve fare qualcosa, si fa e basta- dice Mabèl attirando su di sé gli sguardi del tavolo

Narcissa le sorride, intenerita.

-Certo, tua madre ha ragione-

La bambina annuisce con un sorriso e guarda Draco.

-Sei più pallido del solito, Draco-

Lui alza gli occhi al cielo, la seccatura su due gambe più carina che abbia mai visto.

-E tu sei più fastidiosa del solito-

Sua madre lo guarda male ma Mabèl scoppia a ridere e si arrampica sulle sue gambe per guardarlo bene in viso.

-Ci facciamo una passeggiata in giardino?-

-Se dopo non mi disturbi più, sì-

-Affare fatto- risponde saltellando giù e correndo verso la porta

Draco la segue e trova oltremodo buffo come si muovano le maniche a sbuffo del suo vestitino.

-Mamma mi ha detto che sarebbero andati a fare rifornimento di cibo, è vero?-

Dritta al punto, furba come la madre.

-Mamma non dice bugie- risponde mentre Mabèl lo guarda con la bocca corrucciata, poco convinta

-E tu credi che tornerà presto?-

-Ne sono certo-

La sua piccola mano si infila in quella di lui e Draco non se la sente proprio di lasciarla andare. 

E' un po' un appiglio. Per lei.

Passa la mattina seduto sull'erba con Mabèl e di tanto in tanto si guarda intorno disgustato. 

Lui, Draco Malfoy, ridotto a stare sull'erba.

I suoi avi si rivolterebbero nella tomba.

Mabèl gli insegna come si prende il tè, insieme alla sua bambola Quentin e a Ted e James, piccoli martiri obbligati ai servizi di quella streghetta prepotente.

Quando lei gli dice di tenere alto il mignolo quasi scoppia a ridere, come se lui non avesse passato anni ad imparare l'etichetta a tavola.

Nel pomeriggio Mabèl inizia ad essere agitata, si affaccia continuamente alla finestra e si torce le mani, visibilmente preoccupata per la madre.

Draco se ne sta seduto su una poltrona, in preda al nervosismo.

Dove si sono cacciati?

Non sa come gestire la bambina che più volte viene richiamata da Ginny o James o perfino da sua madre, ma lei ignora tutti, rimanendo seduta sul tappeto, ai piedi di Draco, con la sua bambola di stoffa.

All'ennesimo sospiro che scuote quel corpicino Draco si china e le lascia una carezza sui capelli.

-Che ti prende mocciosetta?-

Lei si volta e lui riesce a vedere chiaramente gli occhi lucidi, prima che si arrampichi sulla poltrona e gli si accomodi tra le braccia.

-Quando torna la mamma?-

-Torna presto, te l'ho detto, siamo tanti in questa casa, ci vuole tanto cibo, no?-

Lei annuisce tirando su col naso, mentre incastra la testolina nell'incavo del suo collo.

-Mi racconti qualcosa, Draco?-

-Di che genere?-

-Di quando eri piccolo- sbadiglia lei

Ci pensa su e dopo un po' gli viene in mente un episodio felice, uno dei pochi che ha vissuto nella sua infanzia.

-Una volta mia madre mi portò al lago. 

Era una bellissima giornata d'estate e faceva caldissimo al Manor. Mio padre non c'era, non era lì a soffocarci, perciò mia madre si vestì leggera e fece lo stesso con me, dopo di che ci fece smaterializzare da un elfo davanti a uno splendido lago. Non c'era nessuno, solo noi. 

Ci sedemmo sull'erba e lei mi insegnò a giocare agli scacchi magici. Aveva fatto preparare dei sandwich con la marmellata di more e del Succo di Zucca...-

-Mi piace molto il Succo di Zucca- la sente mormorare, mentre le palpebre le si chiudono dalla stanchezza

-Anche a me, anche se preferisco il succo alla mela. Ci divertimmo molto.-

Rimane un po' lì, a pensare alla faccia di suo padre quando li aveva visti tornare, a quanto le mani gli avevano fatto male per giorni.

Non glielo dirà, decide silenziosamente.

-E' bello avere un papà?- sembra quasi gli legga il pensiero

-Dipende. I padri di solito sono severi-

Lei sbadiglia.

-Mi piacerebbe averne uno, zio Harry è un bravo papà, anche zio Neville. Anche tu saresti un bravo papà, Draco-

-Dici?-

-Sì, racconti storie...- ci pensa -decenti-

Gli viene da ridere.

Dopo un po' abbassa la testa e lei dorme, con quegli insopportabili capelli profumati che gli solleticano il viso.

Si sporge leggermente per prendere una coperta che le pone sopra e sistema meglio la testa sulla poltrona, mentre una sensazione di tranquillità gli infonde il corpo.

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